domenica 23 marzo 2014

130 anni di Red Devils

130 anni, qualcosa in più anzi. Per raccontare una storia così lunga non basta di certo un pomeriggio, non bastano certo due piani di memorabilia, le cose da dire sono tante, troppe.
Quando lo scorso mercoledì ho letto nel match programme del Manchester United che la visita al museo della squadra era gratis per tutto il mese di marzo non ho proprio resistito, così senza pensarci due volte, mi ci sono fiondato.
Come sempre ho preso il metrolink e sono smontato a Exchange Quay, lo stop più vicina all' Old Tafford, dove tra store e suite varie c'è anche il museo dei Red Devils.
La giornata era variabile nel vero senso della parola, per 5 minuti pioggia battente e per i seguenti un sole da spaccare le pietre.
Arrivati finalmente al museo, anche stavolta accompagnato da Chiara, ci hanno fatto un biglietto gratuito, una buona partenza per avere un bel ricordo.


Inoltre all'ingresso c'era numerosi depliant molto ben fatti che illustravano a grandi linee l'organizzazione delle esposizioni.


Per prima cosa abbiamo visitato la mostra temporanea su David Beckham, un grandissimo da queste parti, c'era la maglia con cui ha vinto il Treble nel 1999 e che ricordo mia mamma mi aveva portato a casa proprio da Manchester quando ero un bambino che stavedeva per l'esterno inglese.


Nella seconda sala sono rimasto un minimo deluso, doveva infatti contenere le coppe vinte dallo United, purtroppo nessuna di quelle esposte corrispondeva a un grande traguardo come potevano essere le Premier League o le FA Cup.


C'era una parete esclusivamente dedicato alla cronistoria del Manchester, da quando si chiamava Newton Heath ai giorni nostri, decisamente interessante!!


Per non parlare poi della sezione dedicata al merchandising di una volta, le spilline fatte a stella dei giocatori erano davvero irresistibili..


Proseguendo si trova la sala che racchiude tutti i momenti di maggiore importanza della storia, come ad esempio la recente conquista della coppa del mondo per club oppure la stagione del famosissimo Treble.


Non poteva chiaramente mancare una sezione dedicata al disastro di Monaco di Baviera dove, tra gli altri, morirono 8 giocatori di quella squadra fortissima nel 1958. Tra le cose esposte anche degli oggetti pervenuti dopo lo schianto dell'aereo come ad esempio accendini e orologi personali dei campioni. Una cosa che mi ha colpito è stato il gagliardetto della Stella Rossa Belgrado scambiato solo qualche ora prima del fatto.
Ma dopo un periodo davvero brutto deve arrivare un periodo migliore, il migliore rappresentante di questo non può che essere Sir Bobby Charlton a cui è stata dedicata una stanza intera. Le scarpe e la maglia rossa numero 9 sono oggetti particolarmente affascinanti per me, personalmente ho sempre stimato questo giocatore!!


Da qui in poi c'è una sala con delle antine dedicate ogni una a un campione che ha fatto storia: Best, Keane, Schmeichel, Hughes, Cantona e qualche altro.
Strepitose secondo me le cose di Cantona (con la bambolina di se stesso e la fascia da capitano che usava) e del più grande di tutti, Georgie Best..


Prima di completare il tour c'è la mostra di moltissime delle maglie usate nel corso della storia, addirittura dal 1900 al 2014 (Mata). Nel mezzo anche la famosissima maglia blu usata nelle finali di coppa (non curanti del colore dei citizens), e quella giallo-verde che ultimamente è stata rivalutata in segno di protesta nei confronti dei Glazer.


Una vera chicca dell'ultima sala è una maglia giallo fosforescente con la scritta "IVE HAD A PALLY", questa doveva essere indossata dal giocatore che svolgeva l'allenamento nella maniera peggiore, guadagnandosi in questo modo la stampa del proprio nome in questo simpatico ma poco onorevole wall of fame!!


Uscendo siamo passati allo store del museo dove Chiara ha preso due spillette molto belle del museo del Manchester United.


In conclusione posso dire di essere stato molto felice di aver potuto visitare questo museo, a mio avviso forse è anche troppo sopravvalutato, una squadra come il Manchester United comunque ha una lunga e bellissima storia da raccontare per cui vale certamente una visita.

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