giovedì 26 dicembre 2013

Buone Festeeee..e 100 post!!

Buone feste a tutti!! Questo è il 100esimo post di MyFootbalLand e per questo è il caso di festeggiare!!
E quale il modo migliore se non fare un giveaway?!!
Come sapete sono qui in Inghilterra da un pò, ho iniziato a conoscere le leggende locali delle varie squadre, per cui quando ho trovato questo libro non ho resistito e ho pensato bene di comprarlo e di regalarlo ai lettori di questo blog!!


Senza rovinarvi la trama e quello che il libro contiene, Charlie Oatway ha giocato nel Brighton & Hove Albion dal 1999 al 2007..attualmente lavora nello staff di Gus Poyet a Sunderland..insomma non l'ultimo arrivato!!
Ma come fare a PARTECIPARE AL GIVEAWAY?
E' molto semplice, allora:

1) Puoi partecipare se abiti o in Inghilterra o in Italia;
2) Devi scrivere un commento sotto QUESTO post raccontando: o un'esperienza calcistica che ti ha riguardato (incontri con giocatori, acquisti, partite, ecc) oppure dicendo qual'è stato il tuo post preferito di MyFootbalLand spiegandone il motivo - tutti i post devono avere il nome dell'autore (solo 1 commento a persona);
3) Aspetta la scadenza del concorso (20/01/'14) e incrocia le dita!! Il concorso sarà valido solo se si arriverà alla quota minima di 8 o 10 commenti, per cui se hai amici e parenti coinvolgili!!
4) Il commento migliore e più interessante (a insindacabile giudizio mio e della mia ragazza!!) vincerà il premio..
NB: se avete un account twitter, scrivetelo accanto alla vostra firma, eventualmente state sintonizzati su myfootballand.blogspot.it per scoprire, il prossimo 20 Gennaio, se avete vinto così possiamo sentirci per i dettagli della spedizione!!
So che il premio non è ricchissimo ma se commenterete in tanti probabilmente alla prossima occasione andrà via qualcosa di più interessante, la mia idea sarebbe una maglia!!

GOOD LUCK :)

Happy Xmaaaas..and 100 posts!!

Merry Xmas and Happy New Year!! This is the 100th MyFootbalLand's post so..let's party!!
Is there a better way than have a giveaway?
I've been living in England for a while so I started to know some local heroes of many teams and when I found this book I thought it would be great to gift it to my blog's readers!!


Without spoiling the plot and what the book contains, Charlie Oatway played in the Brighton & Hove Albion from 1999 to 2007 .. he's currently working as member of the staff of Gus Poyet in Sunderland .. well not a newcomer!!
But how do you TAKE PART IN THE GIVEAWAY?
It 's very simple, then:

1 ) You can join if you live in England or in Italy ;
2 ) You need to write a comment under THIS post telling: a football experience that you covered (meetings with players , shopping, matches , etc. ), or saying what was your favorite post of MyFootbalLand explaining why - all posts must have the author's name (only 1 comment per person) ;
3 ) Wait for the end of the competition (20/01/'14 ) and cross your fingers!! The competition will be valid only if it comes to the minimum of 8 or 10 comments, so if you have friends and relatives involve them!!
4) The best and most interesting comment ( at the discretion of myself and my girlfriend!!) will win the prize ..
NB : if you have a twitter account, write it next to your signature, possibly stay tuned on myfootballand.blogspot.it to find out, on the 20th of January, if you won for shipping details!!
I know that the prize is not rich but if a good number of people will comment probably something more interesting will go away the next time, my idea would be a shirt!!

GOOD LUCK :)

lunedì 23 dicembre 2013

12 yards e Sav!

L'essenza del calcio, inutile nasconderlo, è quella di giocare..prendere a pedate un pallone, che sia di cuoio o meno questo non ha poi tutta questa grande importanza.
Io il calcio l'ho giocato per una decina di anni, forse qualcosa di più, prima che i legamenti della caviglia decidessero per me che questo sport era meglio se io lo guardassi da casa. Giocare partite ora come ora è impensabile ma io il pallone lo calcio ancora eccome..
Parlo di questo perchè in questi giorni di festa, anche se sono qui a Manchester, ho avuto occasione almeno il parte di sfogarmi un pò!!
Al National Football Museum (ebbene si, sempre li!!), in occasione dell'avvicinarsi del Natale, hanno concesso ai visitatori di potere usufruire delle interattività in maniera gratuita. Sono stato particolarmente fortunato perchè ho scoperto il tutto mentre stavo raggiungendo il centro, attraverso un tweet!!
Football Plus, come si chiamano le attività a pagamento del museo del calcio, sono molte: si può fare la telecronaca, si può sollevare un trofeo a piacimento, si possono provare palleggi e si possono calciare rigori.
Proprio quello dei rigori è sempre stato il mio pallino, ne ho sempre tirati in partita e Franco Nanni, mio ex mister nonchè ex campione d'Italia con la Lazio, mi ha insegnato metodi infallibili per calciarli.
Così, appena saputo dell'occasione mi sono immediatamente fiondato nella sala dei rigori. Ho chiesto se effettivamente si potesse tirare liberamente e di tutta risposta mi è stato dato un biglietto per accedere all'attrazione.


Ogni "partita" di rigori consiste in 3 penalties, in cui l'esito può essere goal o parato. Ho passato il mio biglietto nel lettore QR e mi è stato dato un pallone. Posizionato all'altezza dei 12 yards, o 11 metri che dir si voglia, l'arbitro ha fischiato e ho potuto calciare in rete (virtuale) il pallone, spiazzando il portiere: da quanto!!!


Ne ho calciati altri due e il risultato è stato molto simile, una soddisfazione assurda tornare a calciare un pallone dopo tanto tempo!! La cosa bella è poi andare a vedere il risultato in internet dei 3 tiri effettuati: si accede grazie ad un codice alla propria area riservata e si può scaricare un'attestato.


Molti magari non conosceranno MOTD Kickabout, in realtà era poco familiare anche a me fino a qualche giorno fa! Sempre in occasione del Natale, il National Football Museum, ha ospitato una speciale puntata di questo programma televisivo inglese che è mandato in onda sulla CBBC, il canale per bambini della BBC.
Chiaramente parla di calcio e tra le attrazioni principali c'è la Sav's Big Mouth!! Si tratta in pratica di una caricatura di Robbie Savage, ex centrocampista tra le altre di Manchester United e Derby County, con la bocca spalancata. L'obbiettivo è quello di far mangiare al giocatore gallese più palloni possibili in un minuto di tempo da circa due metri. Il record lo detiene Michael Owen, mica uno a caso, mentre lo stesso Savage ha segnato ben 5 volte.
Così, dato che ce n'era la possibilità, ho pensato bene pure io di sfidare la bocca di Sav!! In un minuto di tempo gli ho fatto mangiare 2 palloni, in effetti sembra più facile di quanto in realtà non sia!!


In ogni caso mi sono divertito moltissimo, devo ammettere che questi due piccoli e brevi ritorni al vero gioco del calcio mi sono proprio serviti..

venerdì 20 dicembre 2013

Campioni da dita!

Di prodotti che riguardano il calcio ne è pieno il mondo, probabilmente questo però è il primo post che dedico tutto ad un nuovo prodotto, o che per lo meno ho scoperto da pochissimo.
Sto parlando dei my-stars, finger champions. Non ne avevo mai sentito parlare, comunque mia sorella che va a Venezia tutti i giorni li aveva addocchiati in qualche edicola.
Questi non sono altro che dei pupazzetti con tanto di maglia e pantaloncini delle maggiori squadre di serie A (a dire il vero ce ne sono di un sacco di squadre, dal PSG al Manchester City, da Liverpool al PSV Ehindoven) con cui si può giocare infilandoci le dita. Per il resto riprende proprio il gioco del calcio, solo giocare con i piedi, pardon dita, è concesso!!
Mia sorella me ne ha portato a casa subito uno, sono venduti in bustine e all'interno oltre all'omino vestito di tuttopunto, ci sono i calzettoni, un paio di scarpe e un pallone.
Nella fattispecie ho trovato quello della Fiorentina, non male come prima pescata dato che la Viola mi è sempre stata molto simpatica.


Non altrettanto fortunata la seconda bustina che mi è stata regalata poco dopo dato che conteneva un giocatore della Juventus!! Ma in effetti la bellezza di quest'ultimo è che veste la maglia ufficiale dei bianconeri, con tanto di sponsor e scudetto.


Esiste anche un campo da gioco che per il mio onomastico mi è stato regalato sempre da mia sorella. E' molto grande in effetti e comprende una tribuna con tanto di porte. Al suo interno ci sono pure dei cartellini (giallo e rosso per segnalare le scorrettezze proprio come nel vero gioco del calcio!!), un pallone e dei visi che si possono applicare ai pupazzetti.


Io ho trovato quelli della Lazio, difatti al giocatore della Juve ho messo la faccia di Candreva (ex bianconero non a caso), mentre a quello della Fiorentina ho messo Radu, non per una specifica ragione ma per non lasciarlo senza volto!!
Per tutti gli interessati potete trovare il link a www.fingercalcio.net

venerdì 13 dicembre 2013

La Street League

Con un pò di ritardo, rispetto alla data dell'evento, mi metto a scrivere di un qualcosa di importante e, per certi versi, distante dai riflettori dei grandi stadi, delle grandi competizioni e dei campioni acclamati. Ma dove c'è scritto che il calcio debba essere fatto solo da queste cose? Il calcio può anche essere uno strumento per aiutare le persone.
Così, il 3 dicembre scorso, sono stato alla conferenza per i 10 anni di Street League, una charity, organizzazione a sfondo benefico per i meno anglofoni, che attraverso il calcio si prefigge di combattere le difficoltà, la disoccupazione e le inadeguatezze di molti giovani ragazzi inglesi che altrimenti avrebbero ben poche possibilità di riuscire nella vita.
Tutto questo appunto usando il mezzo e il linguaggio che un pò tutti qui conoscono, quello del pallone.
L'incontro era, manco a dirlo, al National Football Museum, dove sempre più spesso vengono proposte attività davvero molto interessanti tra cui questa. Le sedie erano ben preparate e in ordine e già da mezz'ora prima dell'inizio si potevano intravedere maglie arancioni (il colore di Street League) dei ragazzi chiamati a portare la propria testimonianza.


Anche i led del NFM erano completamente dedicati all'evento, veniva riportato l'ashtag #ChangeLivesThroughFootball. Quest'ultimo è un pò il motto di Street League e viene riportato nelle spille che vengono distribuite gratuitamente.


La conferenza ha visto molti ospiti di tutto rispetto, tutti hanno presenziato senza chiedere alcun compenso, da questo si capisce quanto a cuore stia un'organizzazione come questa in Inghilterra.
Matt Slater, direttamente dalla redazione sportiva della BBC ha aperto la serata, quindi Matt Stevenson-Dodd, Chief Executive di Street League, ha proseguito Ian Herbert ovvero il giornalista calcistico di The Independent e hanno finito Jim White, giornalista di calcio per The Daily Telegraph e infine Denise Lambert per il National Football Museum.
Non sono ovviamente mancati video e testimonianze che attestavano l'efficacia di questo programma.
Questo il programma dispensato all'ingresso:


Non c'è altro da fare che sostenere queste associazioni e augurarsi che i prossimi 10 anni saranno ancora più producenti!!
Per ulteriori informazioni si può visitare twitter @Street_League o il sito ufficiale www.streetleague.co.uk.

sabato 7 dicembre 2013

Per fortuna c'era Pickles!!

Spulciando per i vari articoli, ho dedicato spazi più o meno ampi a tutte le persone che mi circondano, salvo non nominare mai la mia cagnolina, la Pepsi, che ultimamente mi manca parecchio.
Per questo, giunto nella terra di Albione, patria del mio sport preferito, volevo dedicarle questo breve post che assocerà per l’appunto calcio e cani!
Una delle prime cose che ho fatto appena tornato a Manchester è stata andare a visitare nuovamente il National Football Museum, quante belle cose li dentro, c’è sempre qualcosa di nuovo da cui prendere spunto. Chiaramente questa volta sono stato preso emotivamente dal collare di Pickles, il cagnolino che da solo ha vinto la coppa Rimet.
Come la mia Pepsi, Pickles era un bastardino molto giovane, nel 1966 la nazionale di calcio inglese aveva vinto la sua prima, e per il momento unica, coppa del mondo. Gioia, feste, celebrazioni varie in tutta l’Inghilterra, ma a un certo punto la famosissima coppa è venuta a mancare dalla bacheca, visto il clima di povertà che aleggiava da quelle parti non c’era da stupirsi che qualcuno avesse pensato bene di farla sparire dalla circolazione per ricavarne qualche sterlina.
Ed è proprio qui che entra in gioco il piccolo (non troppo a giudicare dalla stazza) Pickles, manto bianco e nero con sguardo intelligente: il suo provvidenziale fiuto ha fatto saltare fuori la famigerata coppa, facendolo diventare di fatto l’eroe nazionale.


C’è chi vocifera che il padrone di Pickles fosse il ladro e che fosse stato smascherato proprio dall’amico a 4 zampe, tuttavia entrambi hanno ricevuto riconoscimenti per il ritrovamento della preziosissima coppa Rimet.
Al museo c’è questo simpatico gioco proprio in prossimità del collare lasciato dall’inglesino peloso, nel quale bisogna infilare in dei buchi neri la mano per cercare di afferrare la coppa. Se si sceglie il buco corretto l’abbaiare felice di Pickles decreta la vittoria.


In tema FA, nazionale inglese ma anche Pickles, è uno degli ultimi miei acquisti, effettuato da Primark, nota catena di negozi di abbigliamento a basso costo presente in Inghilterra: si tratta infatti di un paio di calzini dei Three Lions che costavano appena £1,50 ed erano venduti in uno scaffale di calzini delle maggiori squadre della Premier League, Chelsea, Manchester United, Arsenal e Liverpool.


So che la Pepsi andrebbe matta di questi e cercherebbe di rubarmeli ad ogni costo, qualcosa mi dice che Pickles sarebbe stato uguale..
Nel primo mese qui a Manchester Chiara, la mia ragazza, è stata molto gentile a farmi un Pickles amigurumi da condividere proprio qui nel blog!!

venerdì 6 dicembre 2013

Tirava aria di Droylsden

Premetto che l'occasione di scrivere questo post mi è stata fornita da IKEA. Proprio l'azienda svedese ha venduto al sottoscritto un tavolo per la sua casa di Manchester, il problema è che gliel'ha spedito danneggiato per cui, sempre il sottoscritto, non è riuscito a montarlo.
Ho chiamato invano il servizio clienti, quando lo scorso giovedì mi sono finalmente deciso di prendere il tram direzione Ashton-Under-Lyne da Manchester Piccadilly e di andare a sostituire il pezzo rovinato.
Così, di prima mattina e prima di andare a lavorare, mi sono messo in viaggio con la mia ragazza con tanto di gambe del tavolo imballate e in balia del tempo da lupi che c'era quel giorno. Il vero problema era un vento che ti portava via.
Passata la fermata di Etihad Campus, dove ero smontato solo una settimana fa per la partita di Champions del City, Chiara mi ha fatto notare che nel tragitto ci si sarebbe fermati anche a Droylsden, omonimo stop della squadra del posto.


Non ho perso tempo e, confermato che dal Metrolink stop allo stadio c'era soltanto una camminata di 3 minuti, non ho resistito e, malgrado l'intemperia incombente, abbiamo deciso di scendere.


Il campo, per meglio dire il Butcher's Arms Ground di Droylsden, capacità di ben 3.500 spettatori, era in effetti a pochissimi passi dalla stazione e si vedevano già dalla distanza i riflettori.
Da fuori è davvero molto bello, presenta una parte Old, io avrei detto anni '30, ma la più sapiente enciclopedia wikipedia ricorda la data di nascita precisa: 1892. Vero è che nel tempo, più precisamente nel 1952 è stato ristrutturato, tuttavia qui il fascino è tantissimo.
Sopra l'entrata principale c'è una scritta, fatta con mattoni del rosso della squadra, DFC (Droylsden Football Club), la scritta per esteso invece è sul muretto proprio in parte alla tribuna, il tutto sempre con mattoni rossi.
Come si nota da subito, l'entrata costa £10 per i tifosi che intendono vedersi una partita della formazione di casa.



The Bloods, come sono chiamati i giocatori del Droylsden, giocano nella Evo-stick League Premier Division, ma vantano un passato di tutto rispetto avendo raggiunto nel 2007 l'apice dei loro risultati coinciso con l'esperienza in Conference National, 5o gradino della piramide del calcio inglese.


Sono riuscito a fare un paio di foto da fuori le sbarre del cancello del campo, quando ho notato che nella club house, stranamente (giovedì mattina!) c'era qualcuno.


Visto il tempo che veramente andava peggiorando, ho deciso che sarebbe stato meglio per me e la mia ragazza entrare un paio di minuti a scaldarci. Qui però siamo stati accolti alla grande, come spesso accade in questi club, e un signore ci ha chiesto da dove venivamo e che ci facevamo nel desolato stadietto del Droylsden.
E' stata l'occasione giusta per iniziare una conversazione, gli ho detto che venivo dall'Italia e che per il mio blog mi sarebbe piaciuto scrivere qualcosa sui Bloods.
Mi ha spiegato come la squadra stia navigando in acque a dir poco pessime, appena 2 sono infatti i punti racimolati fino adesso e purtroppo al passivo pesano la sconfitta di sabato scorso in casa per 0-5 e quella di ottobre, non ancora smaltita e ampiamente dibattuta nel Manchester Evening News per 0-10..e sempre in casa.
Così, con la naturalezza e gentilezza con cui ci spiegava queste cose, è uscito dalla caldissima club house e ci ha aperto lo stadio, il campo vero e proprio. Il vento buttava via i bidoni ma noi potevamo tranquillamente salire al coperto della tribuna coi posti a sedere, veramente bella!





Non potevo non andare a vedere le terraces, questa esperienza mi mancava e devo dire che quelle erano stupende. Per altro tutti i posti lungo tutto il perimetro del campo, in piedi o a sedere che fossero, erano tutti coperti.



Ho anche dato un'occhiata alle panchine e paradossalmente erano aperte ai lati, in questo modo i tifosi volendo possono interagire e non poco con i giocatori che attendono di entrare nel vivo del gioco.


Così, una volta finito di fare un pò di foto, siamo rientrati nella club house per ringraziare e per andarcene, in realtà, memore di quanto avevo chiesto prima, ovvero se avesse il DFC un club shop, il signore ha preso le chiavi e l'ha aperto solo per noi.


Non vendevano spille o portachiavi, in compenso c'erano delle maglie bellissime del Droylsden firmate Macron e delle sciarpe che sul serio ho fatto fatica a trattenermi dal non prendere.
Ci sono rimasto a vedere un sacco di copie di Football Manager 2008, in realtà, sapendo della loro esperienza in Conference non c'è molto da stupirsi, quel momento storico che veniva ricordato dal gioco valeva bene il fatto di essere ancora venduto nel piccolo club shop.
Alla fine Chiara mi ha regalato un bellissimo accessorio per il cellulare dei Bloods...


Spero proprio il Droylsden riesca a tirarsi su dalla scabrosa situazione di classifica in cui si trova, a me come squadra e come ambiente è piaciuta molto e posso garantire che in un futuro non troppo lontano andrò a vedermi una partita..e chissà che nel frattempo non arrivi anche la prima vittoria stagionale!!

domenica 1 dicembre 2013

Christmas in the CITY

Natale, Natale ovunque qui a Manchester, e le persone non aspettano a fare gli acquisti come in Italia, tanto è vero che mi sento fuori luogo a non avere ancora fatto un acquisto.
Ma per il resto il calcio qui va avanti, eccome! Premier League e Champions League vivono i loro momenti più affascinanti e più rilevanti, rispettivamente giocando nei giorni delle festività e determinando il passaggio agli ottavi della massima competizione europea per club.
Chi si trova alle prese con importanti sfide in questo periodo è il Manchester City di Pellegrini, fresco, mentre scrivo, di una grandissima vittoria per 6 a 0 ai danni del malcapitato Tottenham Hotspurs.
Ho la fortuna di avere lo store proprio in centro e, inevitabilmente, ci passo davanti assai spesso!! Adesso stanno pubblicizzando la vendita dei biglietti di Champions per la partita casalinga contro il Viktoria Plzen, evento molto strano se si pensa che sistematicamente i botteghini blues fanno registrare il Sold Out a pochi giorni dalla messa in vendita dei biglietti.
Ma non solo passo davanti a questo store, ultimamente ho fatto pure qualche ricerca e ho guardato bene cosa viene venduto: inutile dire che i balocchi per l'albero di Natale sono un qualcosa di veramente eccezionale, a tale proposito fa bella mostra di se proprio un albero addobbato in ingresso, le maglie da gara arrotolate e con un fiocco bianco tra i rami facevano davvero una gran voglia..


Quindi, di fronte a questo, ci si trova un tavolo con molte promozioni per le feste, si va dalle polo, ai cuscini ai più svariati pupazzetti!


Al piano inferiore ci sono per prima cosa le offerte, un infinità di maglie della scorsa stagione firmate Umbro che hanno purtroppo taglie abbastanza grandi ma, se si cerca bene, si può trovare qualche L. Il discorso è che comunque costano solo £10 e onestamente non ho resistito e ho preso la maglia da allenamento: alla cassa la sorpresa è stata tanta quando mi è stato detto il prezzo: non so come ma era sceso a £8..


Lo stesso giorno, dato che mi ero trasferito da pochissimo qui a nord dell'Inghilterra, mi mancava una tazza: ecco che con £1 ho preso la tazza della stagione in cui i Citizens hanno vinto la premier..a me piace molto perchè nonostante la semplicità riporta i colori sociali, bianco e azzurro, e lo scudetto.


Per non parlare della genialata dei guanti che Nike ha fornito alla squadra di East Manchester...


Ma le sorprese col City non si sono esaurite, infatti, passeggiando nei pressi di casa mia con la mia ragazza, siamo entrati da un WHSmith, dove erano vendute delle palline da calcio di plastica contenenti un giocatore/ventosa e chiamati Soccer Suckers..così, la sempre generosa e comprensiva morosa che ho, ha deciso di regalarmene una e...ho trovato proprio Yaya Tourè, giocatore fondamentale dello scacchiere dei Blues.


Ma ovviamente con quello che mi è capitato, ovvero andarmi a vedere il City gratis, non sono più in grado di non seguire le sorti della squadra. Inevitabilmente sarà un Natale un pò Blues..allora C'mon City!!!


giovedì 28 novembre 2013

Come ho visto City-Plzen

La giornata era cominciata normalissimamente, avrei dovuto starmene a casa a lavorare alle mie cose, tra l'altro mi era appena scaduto l'abbonamento del Metrolink per cui era garantito il relax assoluto anche nella sera. Sera che però avrebbe presto riservato sorprese!
C'è da dire che la giornata in questione è stata lo scorso mercoledì, in concomitanza con la 5a giornata di Champions League.
Qui a Manchester quando ci sono grosse partite il centro va in tilt, tutti si riversano negli stadi (i 2 principali chiaramente), tram e autobus sono presi d'assalto e ogni angolo pullula di tifosi che indossano i colori della propria squadra.
Ma torno al racconto del pomeriggio intanto: mentre sono al computer a lavorare, mi fermo qualche minuto a guardare twitter, quando scorgo tra i tanti post quello del National Football Museum: "Inviaci una tua foto al museo per aver la possibilità di vincere 2 biglietti per la partita di questa sera City vs Viktoria Plzen". Al che ho desistito dall'inviare una foto..per i primi 20 secondi! Poi non ce l'ho più fatta e ho inviato una mia foto mentre stavo visitando al museo, foto che puntualmente è stata ritwittata.
Ma le ore erano ormai passate così, certo che quei biglietti sarebbero andati a qualche fortunato visitatore, sono andato a ricontrollare la pagina del NFM sul social network e con sorpresa ho visto che non c'erano molti altri candidati.
Verso le 4 e mezza circa è arrivato un tweet a dir poco insperato: avevo vinto i biglietti!! Potevo ritirarli seduta stante presso il museo, il problema a questo punto era raggiungerlo in tempo da Salford, data l'ora di punta per prendere il Metrolink!! Con la mia ragazza non ci siamo persi d'animo, siamo usciti di casa come eravamo e abbiamo fatto un biglietto giornaliero per il tram che abbiamo fortunatamente preso qualche minuto più tardi: non so come descriverlo, insomma, è stato il viaggio più lungo della mia vita, non credevo saremo riusciti ad arrivare in tempo al NFM per avere i biglietti...
Invece, facendo una corsa stile Jesus Navas dei tempi migliori, siamo arrivati in tempo!! Dopo un paio di minuti, mentre eravamo in mezzo ai tifosi del Plzen che chissà per quale motivo avevano ritenuto opportuno radunarsi proprio li prima della gara, un ragazzo del museo, Adam, ci ha portato una busta contenente i tanto desiderati biglietti.


Incredibile: nel giro di un'ora eravamo passati dal passare la sera in pantofole e divano a vedere una partita di Champions League; devo essere sincero, non mi è mai capitata una cosa simile!!
Così, con più calma a quel punto, siamo andati a prenderci un paio di Sausage Rolls da Greggs, quindi ci siamo diretti verso la fermata di Market Street per aspettare il Metro che ci avrebbe portati direttamente a Etihad Campus, fermata dell'Etihad Stadium.
Dopo un viaggio durato si e no una decina di minuti siamo stati sommersi da luci blu ovunque, atmosfera strepitosa in quel del City of Manchester Stadium. Effettivamente si differenzia di gran lunga dalla classicità dell'Old Trafford, non parliamo poi di uno stadio come il Cottage.


Ma nonostante l'aria di modernità era tutto fantastico, quando siamo arrivati, nel palco allestito fuori dall'impianto stavano facendo quiz per tifosi, mentre lo store era assediato da fan di un pò tutte le nazionalità.
Anche noi abbiamo fatto un velocissimo giro nel negozio ufficiale ma la tensione e la curiosità erano troppo alte per non andare ad esplorare qualsiasi angolo di quella zona.


Molto bella anche la facciata principale dello stadio, per l'occasione addobbata a festa e con temi natalizi (niente rosso-oro da queste parti, il blu è il colore che prevale su tutto!).


Non poteva di certo mancare l'acquisto del match program, in copertina c'erano Aguero, Silva e Fernandinho, sotto chiaramente la scritta Manchester City-Viktoria Plzen, Champions League.


E' stata finalmente la volta che siamo entrati nello stadio, nella Family Stand, proprio dietro una delle porte. Incredibile, i posti dei nostri biglietti erano favolosi ed erano in 12esima fila, i giocatori manco a dirlo si sarebbero visti alla grande e sembrava di essere in campo. Campo che di per se era un tappeto, un tavolo da biliardo. Al centro campeggiava il mega pallone della Champions ed era tutto pronto per l'evento.


I portieri sono stati primi a scendere nel terreno di gioco per il riscaldamento, non potevo non scendere dalla tribuna e fotografare uno dei miei idoli Joe Hart mentre svolgeva i suoi esercizi di stretching con Pantilimon, il suo secondo.


Poi è stata la volta di tutta la squadra che è stata accolta per la verità da un applauso non convintissimo dei supporter di casa. Tutt'altro piglio i ceci di Plzen che per tutti i 90 minuti hanno saltato e cantato per la loro formazione rossoblu.
Durante la lettura delle formazioni il clima era ancora dei più tranquilli e sereni, ho fotografato il momento in cui hanno chiamato Yayà Tourè, decisamente il giocatore dei Blues che ammiro di più e che per l'occasione sedeva in panca.


City in campo con: Hart; Richards Demichelis Lescott Kolarov (c); Milner Fernandinho Javi Garcia Nasri; Aguero Dzeko. Allenatore Pellegrini.
Le squadre poi sono entrate in campo, la famosissima canzoncina della Champions è stata cantata da mezzo stadio e finalmente le ostilità potevano cominciare.



Il Viktoria Plzen è partita con un piglio decisamente battagliero, altro che vittima sacrificale come forse la maggioranza dei Blues si attendeva. Ha guadagnato subito un paio di corner prima di capitolare per la prima volta: da un innocuo cross in area, un difensore ceco prende il pallone di braccio e l'arbitro giustamente concede il calcio di rigore: parte Aguero e i citizens sono avanti di 1a0.


Ma il Viktoria spinge e trova dopo poco il meritato pari con un bolide all'incrocio scagliato dal limite dell'area. Hart non può molto sul tiro che finisce alle sue spalle.
Finisce il primo tempo ma non prima di aver visto volare letteramlmente nell'ordine il portiere del Viktoria e quello di casa.
Nel secondo tempo la musica sembra cambiare con l'innesto di Navas sulla fascia, ma il vero cambiamento si ha quando in cattedra sale Yayà Tourè, subentrato a Fernandinho. L'ivoriano difende palla e la scarica ad un compagno che crossa in centro, Nasri è tutto solo e con una mezza acrobazia insacca per il 2-1 City.
Per chi dava per spacciati gli ospiti si è dovuto ricredere qualche minuto dopo, quando una percussione sulla sinistra e un tiro angolato rasoterra non hanno lasciato scampo alla retroguardia di casa.
Poi però la grande squadra emerge, Negredo, anche lui subentrato dalla panchina, ha rimesso tutto a posto con un facile tap-in. Dzeko di testa invece ha chiuso il conto a tempo ormai scaduto.


Così, mentre lasciavo lo stadio con la mia ragazza e di sottofondo le note di Blue Moon facevano atmosfera, ho ripensato a quella serata che è stata davvero magica.
Mai mi sarei immaginato una cosa simile, adesso inevitabilmente mi sento un pò legato anche al Manchester City, squadra non dal grande passato ma, a quanto pare, dal futuro brillante.

giovedì 21 novembre 2013

Una sera con Clarke Carlisle

Quante cose sa offrire Manchester, per un appassionato di calcio come me davvero sembra di essere nel paese dei balocchi!!
E proprio per questo motivo, da quando sono arrivato in questa città ho iniziato a cercare, in tutti i siti che mi interessano, avvenimenti legati al mio sport preferito: è stato così che, annoiato da una mattina in biblioteca, ho scoperto che a Waterstones Deansgate, mercoledì 20 Novembre, ci sarebbe stata la conferenza di Clarke Carlisle...


Clarke ha appena pubblicato un libro (in inglese, of course) chiamato "You Don't Know Me, But...: A Footballer's Life", per questo motivo ci sarebbe stata una serata in cui tifosi e/o lettori avrebbero potuto rivolgere al giocatore le più svariate domande, potendo ascoltare le testimonianze dirette dell'autore.
Davvero non ho resistito, ho chiamato lo staff di Waterstones e mi sono accaparrato uno degli ultimi posti disponibili per la serata!


Ero davvero felicissimo per potere incontrare un gran giocatore, il suo nome non mi era nuovo perchè ho sempre seguito le vicende della Football League grazie a Sportitalia, conoscevo benissimo l'avventura del Burnley FC di cui era difensore centrale inamovibile e con cui è riuscito nell'importantissima scalata, attraverso i Play-Offs, alla Premier League.
Ma arriviamo al racconto vero e proprio della serata, infatti ho raggiunto la libreria con largo anticipo, ero innanzi tutto molto curioso di vedere come era stato organizzato l'evento, e poi chiaramente c'era l'emozione di trovarsi davanti l'attuale presidente della PFA (Professional Footballers' Association).
Le poltroncine erano molto bene organizzate e l'atmosfera era davvero intima li all'ultimo piano della libreria, non me l'aspettavo ma questo non poteva che essere un preludio molto soddisfacente alla serata. Ho ritirato il mio biglietto e sono immediatamente andato a comprarmi una copia del libro di cui a breve si sarebbe discusso.


Ho preso posto nella mia poltrona e dopo davvero poco tempo Clarke Carlisle è stato presentato alla quarantina di spettatori presenti nella saletta. Ha iniziato a parlare della sua esperienza personale di vita, sia come calciatore, sia come persona, di come fosse difficile dire no a certe tentazioni e di come cercasse in ogni circostanza, positiva o negativa che fosse, di dare tutto se stesso.


L'inizio è stato molto buono, chiamato dalla dirigenza del Blackpool FC, ha esordito molto giovane da professionista a Bloomfield Road e ha giocato più di 100 presenze tra le file dei Seasiders.
Ed è proprio a fine dell'esperienza col Blackpool che Clarke colleziona ben 3 presenze con la nazionale inglese under 21, come lo stesso autore afferma, è stata un'immensa soddisfazione sapere di far parte dei migliori difensori centrale di quell'età nel proprio paese, proprio come Wes Brown e John Terry.
Arriva poi il trasferimento al QPR, ovest Londra, Loftus Road. Dopo numerose partite da protagonista in First Division arriva l'avvenimento che sconvolge l'esistenza del calciatore: un bruttissimo infortunio patito contro il Fulham in un contrasto con Rufus Brevett che potrebbe porre fine alla sua carriera da professionista.
Qui iniziano poi i veri problemi: il non sentirsi più apprezzato, la sofferenza, la tristezza e il bere. Inizia la depressione e il tutto porta alla fine, a quella che Clarke definisce parola che inizia con la S.
Ma il sorriso che alla conferenza ha mostrato, tutto poteva fare immaginare, fuorchè la sua carriera e la sua vita potessero terminare a quel punto.
Infatti il bello della vita è proprio sapere che, come il libro che ha scritto, finito un capitolo, brutto o difficile che sia, ne inizia subito un altro, magari più bello, magari più importante, magari pure fondamentale.
Si riprende dall'infortunio e, dopo Leeds, Watford e Luton arriva la chiamata al Burnley nel 2007.
Divertentissimi i racconti sulla pazza squadra claret&blue, un gruppo coeso e compatto che ha fatto dello spogliatoio l'arma vincente: in un paio di stagioni è arrivata la Premier League!!
Una massima categoria conquistata, come racconta con un pizzico di orgoglio Clarke, con abbuffate di dolci nel tragitto verso gli stadi e con colazioni all'inglese nei prepartita con la squadra, non proprio quello che ti aspetteresti da dei professionisti!!:)
Si giunge infine al termine della carriera, con l'ultimo scontro ai Play-Offs con il Northampton affrontando il Bradford City...partita persa per 3-0 ma che non può considerarsi persa del tutto: con la fascia da capitano al braccio e con la famiglia a supportarti tutto diventa molto meno amaro, pure una sconfitta del genere.
Nella serata c'è pure stato ampio spazio per le domande di alcune persone dal pubblico: mi ha colpito sentire come tra Championship e Premier League ci fosse un vero e proprio abisso e come gli attaccanti più difficili da marcare per un difensore come Clarke fossero stati Didier Drogba (che guadagna falli senza essere toccato!!) e Robbie Keane ai tempi del Tottenham Hotspurs (quando giocando tra le linee di centrocampo e difesa ha fatto impazzire la retroguardia del Burnley).
Alla domanda che gli ha rivolto un signore se ci fosse la possibilità di vederlo nei panni di allenatore/manager, l'autore ha dato una risposta che ho condiviso appieno e cioè che questo mondo fatto di continui cambiamenti e pressioni non si adattava al suo modo di vedere il calcio, meglio godersi il tempo con la famiglia..e come dargli torto?
C'è infine stato spazio per scambiare due parole con Clarke il quale, firmandomi il libro, si è annotato il nome di questo blog su un biglietto da visita, davvero un gesto molto apprezzato dal sottoscritto e presumo anche dagli altri lettori dei miei post!!



Ancora adesso penso alle parole della conferenza e rifletto come dietro un giocatore che da fuori vediamo come un idolo inarrivabile, in realtà dietro si possa nascondere una persona che affronta grossissime difficoltà della vita.