giovedì 28 novembre 2013

Come ho visto City-Plzen

La giornata era cominciata normalissimamente, avrei dovuto starmene a casa a lavorare alle mie cose, tra l'altro mi era appena scaduto l'abbonamento del Metrolink per cui era garantito il relax assoluto anche nella sera. Sera che però avrebbe presto riservato sorprese!
C'è da dire che la giornata in questione è stata lo scorso mercoledì, in concomitanza con la 5a giornata di Champions League.
Qui a Manchester quando ci sono grosse partite il centro va in tilt, tutti si riversano negli stadi (i 2 principali chiaramente), tram e autobus sono presi d'assalto e ogni angolo pullula di tifosi che indossano i colori della propria squadra.
Ma torno al racconto del pomeriggio intanto: mentre sono al computer a lavorare, mi fermo qualche minuto a guardare twitter, quando scorgo tra i tanti post quello del National Football Museum: "Inviaci una tua foto al museo per aver la possibilità di vincere 2 biglietti per la partita di questa sera City vs Viktoria Plzen". Al che ho desistito dall'inviare una foto..per i primi 20 secondi! Poi non ce l'ho più fatta e ho inviato una mia foto mentre stavo visitando al museo, foto che puntualmente è stata ritwittata.
Ma le ore erano ormai passate così, certo che quei biglietti sarebbero andati a qualche fortunato visitatore, sono andato a ricontrollare la pagina del NFM sul social network e con sorpresa ho visto che non c'erano molti altri candidati.
Verso le 4 e mezza circa è arrivato un tweet a dir poco insperato: avevo vinto i biglietti!! Potevo ritirarli seduta stante presso il museo, il problema a questo punto era raggiungerlo in tempo da Salford, data l'ora di punta per prendere il Metrolink!! Con la mia ragazza non ci siamo persi d'animo, siamo usciti di casa come eravamo e abbiamo fatto un biglietto giornaliero per il tram che abbiamo fortunatamente preso qualche minuto più tardi: non so come descriverlo, insomma, è stato il viaggio più lungo della mia vita, non credevo saremo riusciti ad arrivare in tempo al NFM per avere i biglietti...
Invece, facendo una corsa stile Jesus Navas dei tempi migliori, siamo arrivati in tempo!! Dopo un paio di minuti, mentre eravamo in mezzo ai tifosi del Plzen che chissà per quale motivo avevano ritenuto opportuno radunarsi proprio li prima della gara, un ragazzo del museo, Adam, ci ha portato una busta contenente i tanto desiderati biglietti.


Incredibile: nel giro di un'ora eravamo passati dal passare la sera in pantofole e divano a vedere una partita di Champions League; devo essere sincero, non mi è mai capitata una cosa simile!!
Così, con più calma a quel punto, siamo andati a prenderci un paio di Sausage Rolls da Greggs, quindi ci siamo diretti verso la fermata di Market Street per aspettare il Metro che ci avrebbe portati direttamente a Etihad Campus, fermata dell'Etihad Stadium.
Dopo un viaggio durato si e no una decina di minuti siamo stati sommersi da luci blu ovunque, atmosfera strepitosa in quel del City of Manchester Stadium. Effettivamente si differenzia di gran lunga dalla classicità dell'Old Trafford, non parliamo poi di uno stadio come il Cottage.


Ma nonostante l'aria di modernità era tutto fantastico, quando siamo arrivati, nel palco allestito fuori dall'impianto stavano facendo quiz per tifosi, mentre lo store era assediato da fan di un pò tutte le nazionalità.
Anche noi abbiamo fatto un velocissimo giro nel negozio ufficiale ma la tensione e la curiosità erano troppo alte per non andare ad esplorare qualsiasi angolo di quella zona.


Molto bella anche la facciata principale dello stadio, per l'occasione addobbata a festa e con temi natalizi (niente rosso-oro da queste parti, il blu è il colore che prevale su tutto!).


Non poteva di certo mancare l'acquisto del match program, in copertina c'erano Aguero, Silva e Fernandinho, sotto chiaramente la scritta Manchester City-Viktoria Plzen, Champions League.


E' stata finalmente la volta che siamo entrati nello stadio, nella Family Stand, proprio dietro una delle porte. Incredibile, i posti dei nostri biglietti erano favolosi ed erano in 12esima fila, i giocatori manco a dirlo si sarebbero visti alla grande e sembrava di essere in campo. Campo che di per se era un tappeto, un tavolo da biliardo. Al centro campeggiava il mega pallone della Champions ed era tutto pronto per l'evento.


I portieri sono stati primi a scendere nel terreno di gioco per il riscaldamento, non potevo non scendere dalla tribuna e fotografare uno dei miei idoli Joe Hart mentre svolgeva i suoi esercizi di stretching con Pantilimon, il suo secondo.


Poi è stata la volta di tutta la squadra che è stata accolta per la verità da un applauso non convintissimo dei supporter di casa. Tutt'altro piglio i ceci di Plzen che per tutti i 90 minuti hanno saltato e cantato per la loro formazione rossoblu.
Durante la lettura delle formazioni il clima era ancora dei più tranquilli e sereni, ho fotografato il momento in cui hanno chiamato Yayà Tourè, decisamente il giocatore dei Blues che ammiro di più e che per l'occasione sedeva in panca.


City in campo con: Hart; Richards Demichelis Lescott Kolarov (c); Milner Fernandinho Javi Garcia Nasri; Aguero Dzeko. Allenatore Pellegrini.
Le squadre poi sono entrate in campo, la famosissima canzoncina della Champions è stata cantata da mezzo stadio e finalmente le ostilità potevano cominciare.



Il Viktoria Plzen è partita con un piglio decisamente battagliero, altro che vittima sacrificale come forse la maggioranza dei Blues si attendeva. Ha guadagnato subito un paio di corner prima di capitolare per la prima volta: da un innocuo cross in area, un difensore ceco prende il pallone di braccio e l'arbitro giustamente concede il calcio di rigore: parte Aguero e i citizens sono avanti di 1a0.


Ma il Viktoria spinge e trova dopo poco il meritato pari con un bolide all'incrocio scagliato dal limite dell'area. Hart non può molto sul tiro che finisce alle sue spalle.
Finisce il primo tempo ma non prima di aver visto volare letteramlmente nell'ordine il portiere del Viktoria e quello di casa.
Nel secondo tempo la musica sembra cambiare con l'innesto di Navas sulla fascia, ma il vero cambiamento si ha quando in cattedra sale Yayà Tourè, subentrato a Fernandinho. L'ivoriano difende palla e la scarica ad un compagno che crossa in centro, Nasri è tutto solo e con una mezza acrobazia insacca per il 2-1 City.
Per chi dava per spacciati gli ospiti si è dovuto ricredere qualche minuto dopo, quando una percussione sulla sinistra e un tiro angolato rasoterra non hanno lasciato scampo alla retroguardia di casa.
Poi però la grande squadra emerge, Negredo, anche lui subentrato dalla panchina, ha rimesso tutto a posto con un facile tap-in. Dzeko di testa invece ha chiuso il conto a tempo ormai scaduto.


Così, mentre lasciavo lo stadio con la mia ragazza e di sottofondo le note di Blue Moon facevano atmosfera, ho ripensato a quella serata che è stata davvero magica.
Mai mi sarei immaginato una cosa simile, adesso inevitabilmente mi sento un pò legato anche al Manchester City, squadra non dal grande passato ma, a quanto pare, dal futuro brillante.

giovedì 21 novembre 2013

Una sera con Clarke Carlisle

Quante cose sa offrire Manchester, per un appassionato di calcio come me davvero sembra di essere nel paese dei balocchi!!
E proprio per questo motivo, da quando sono arrivato in questa città ho iniziato a cercare, in tutti i siti che mi interessano, avvenimenti legati al mio sport preferito: è stato così che, annoiato da una mattina in biblioteca, ho scoperto che a Waterstones Deansgate, mercoledì 20 Novembre, ci sarebbe stata la conferenza di Clarke Carlisle...


Clarke ha appena pubblicato un libro (in inglese, of course) chiamato "You Don't Know Me, But...: A Footballer's Life", per questo motivo ci sarebbe stata una serata in cui tifosi e/o lettori avrebbero potuto rivolgere al giocatore le più svariate domande, potendo ascoltare le testimonianze dirette dell'autore.
Davvero non ho resistito, ho chiamato lo staff di Waterstones e mi sono accaparrato uno degli ultimi posti disponibili per la serata!


Ero davvero felicissimo per potere incontrare un gran giocatore, il suo nome non mi era nuovo perchè ho sempre seguito le vicende della Football League grazie a Sportitalia, conoscevo benissimo l'avventura del Burnley FC di cui era difensore centrale inamovibile e con cui è riuscito nell'importantissima scalata, attraverso i Play-Offs, alla Premier League.
Ma arriviamo al racconto vero e proprio della serata, infatti ho raggiunto la libreria con largo anticipo, ero innanzi tutto molto curioso di vedere come era stato organizzato l'evento, e poi chiaramente c'era l'emozione di trovarsi davanti l'attuale presidente della PFA (Professional Footballers' Association).
Le poltroncine erano molto bene organizzate e l'atmosfera era davvero intima li all'ultimo piano della libreria, non me l'aspettavo ma questo non poteva che essere un preludio molto soddisfacente alla serata. Ho ritirato il mio biglietto e sono immediatamente andato a comprarmi una copia del libro di cui a breve si sarebbe discusso.


Ho preso posto nella mia poltrona e dopo davvero poco tempo Clarke Carlisle è stato presentato alla quarantina di spettatori presenti nella saletta. Ha iniziato a parlare della sua esperienza personale di vita, sia come calciatore, sia come persona, di come fosse difficile dire no a certe tentazioni e di come cercasse in ogni circostanza, positiva o negativa che fosse, di dare tutto se stesso.


L'inizio è stato molto buono, chiamato dalla dirigenza del Blackpool FC, ha esordito molto giovane da professionista a Bloomfield Road e ha giocato più di 100 presenze tra le file dei Seasiders.
Ed è proprio a fine dell'esperienza col Blackpool che Clarke colleziona ben 3 presenze con la nazionale inglese under 21, come lo stesso autore afferma, è stata un'immensa soddisfazione sapere di far parte dei migliori difensori centrale di quell'età nel proprio paese, proprio come Wes Brown e John Terry.
Arriva poi il trasferimento al QPR, ovest Londra, Loftus Road. Dopo numerose partite da protagonista in First Division arriva l'avvenimento che sconvolge l'esistenza del calciatore: un bruttissimo infortunio patito contro il Fulham in un contrasto con Rufus Brevett che potrebbe porre fine alla sua carriera da professionista.
Qui iniziano poi i veri problemi: il non sentirsi più apprezzato, la sofferenza, la tristezza e il bere. Inizia la depressione e il tutto porta alla fine, a quella che Clarke definisce parola che inizia con la S.
Ma il sorriso che alla conferenza ha mostrato, tutto poteva fare immaginare, fuorchè la sua carriera e la sua vita potessero terminare a quel punto.
Infatti il bello della vita è proprio sapere che, come il libro che ha scritto, finito un capitolo, brutto o difficile che sia, ne inizia subito un altro, magari più bello, magari più importante, magari pure fondamentale.
Si riprende dall'infortunio e, dopo Leeds, Watford e Luton arriva la chiamata al Burnley nel 2007.
Divertentissimi i racconti sulla pazza squadra claret&blue, un gruppo coeso e compatto che ha fatto dello spogliatoio l'arma vincente: in un paio di stagioni è arrivata la Premier League!!
Una massima categoria conquistata, come racconta con un pizzico di orgoglio Clarke, con abbuffate di dolci nel tragitto verso gli stadi e con colazioni all'inglese nei prepartita con la squadra, non proprio quello che ti aspetteresti da dei professionisti!!:)
Si giunge infine al termine della carriera, con l'ultimo scontro ai Play-Offs con il Northampton affrontando il Bradford City...partita persa per 3-0 ma che non può considerarsi persa del tutto: con la fascia da capitano al braccio e con la famiglia a supportarti tutto diventa molto meno amaro, pure una sconfitta del genere.
Nella serata c'è pure stato ampio spazio per le domande di alcune persone dal pubblico: mi ha colpito sentire come tra Championship e Premier League ci fosse un vero e proprio abisso e come gli attaccanti più difficili da marcare per un difensore come Clarke fossero stati Didier Drogba (che guadagna falli senza essere toccato!!) e Robbie Keane ai tempi del Tottenham Hotspurs (quando giocando tra le linee di centrocampo e difesa ha fatto impazzire la retroguardia del Burnley).
Alla domanda che gli ha rivolto un signore se ci fosse la possibilità di vederlo nei panni di allenatore/manager, l'autore ha dato una risposta che ho condiviso appieno e cioè che questo mondo fatto di continui cambiamenti e pressioni non si adattava al suo modo di vedere il calcio, meglio godersi il tempo con la famiglia..e come dargli torto?
C'è infine stato spazio per scambiare due parole con Clarke il quale, firmandomi il libro, si è annotato il nome di questo blog su un biglietto da visita, davvero un gesto molto apprezzato dal sottoscritto e presumo anche dagli altri lettori dei miei post!!



Ancora adesso penso alle parole della conferenza e rifletto come dietro un giocatore che da fuori vediamo come un idolo inarrivabile, in realtà dietro si possa nascondere una persona che affronta grossissime difficoltà della vita.

martedì 19 novembre 2013

Com'è da fuori United-Arsenal..

Per prima cosa un grande SORRY per essere scomparso per queste due settimane, purtroppo tanto mi ci è voluto affinchè qui a Manchester, dove attualmente sono, mi consentissero di avere la wifi nell’appartamento. Eccomi finalmente libero di bloggare nuovamente calcio a volontà.
La prima grande esperienza calcistica che mi è capitata da quando mi sono trasferito qui in Inghilterra non è stata del tutto casuale, a dire il vero avevo sognato di farla un miliardo di volte ma non ne avevo mai avuto la possibilità.
Due domeniche fa andava in scena all'Old Trafford, stadio del Manchester United e distante appena qualche miglia dal mio appartamento, Red Devils contro Arsenal, la squadra di North London che da queste non è vista con particolare simpatia, tutt'altro! Per cui il mio piano prevedeva di andare allo stadio a partita iniziata e vedere come era la situazione li fuori, magari sentendo i cori, le grida e le incitazioni dei tifosi delle due squadre e dare un'occhiata alle mille bancarelle che attorniano lo stadio...ok devo essere onesto, alla fine avevo anche la flebilissima speranza di poter entrare gli ultimi 10 minuti, speranza che a dire il vero una volta li è subito stata spazzata via.
In ogni caso ho preso con la mia ragazza il Metrolink in direzione Piccadilly e mi sono fermato a metà tragitto a Salford Quays. Da quelle parti niente da segnalare se non un banchetto di hot dog e panini vari che emanava un profumo particolarmente accattivante a quell'ora.
Abbiamo seguito le luci dello stadio e, dopo una camminata di appena 5 minuti ci siamo ritrovati sotto la maestosità del Theatre of Dreams. La mia ragazza ha notato il mio passo lungo e ben disteso e mi ha chiesto per quale ragione stessi correndo e le ho risposto che avevamo i minuti contati prima che la partita finisse e l'intero stadio si riversasse per le strade ad occupare i mezzi pubblici.
Siamo passati in parte un bellissimo banchetto che vendeva spille di ogni genere tutte sul Manchester United e tutte a £3, quanta voglia mi facevano ma niente, non c'era grande disponibilità economica quella sera..
Abbiamo attraversato la Sir Alex Ferguson Way, dedicata all'allenatore storico della squadra di casa.


Fuori lo stadio era un tripudio di luci dato che la partita si giocava nel tardo pomeriggio. Per cui abbiamo deciso di farci tutto il perimetro sotto le tribune o stand che dir si voglia. E qui è stato veramente bello, ho adorato a dir poco sentire l'incitamento dei tifosi, sembrava di ascoltare una registrazione dagli anni '70, il ruggito dei Red Devils era qualcosa di spaventoso.


E' stato molto emozionante passare vicino al Munich Tunnel, per l'appunto un'entrata dedicata alla famosissima tragedia legata ai Busby Babes.


Siamo così arrivati alla facciata principale dell'Old Trafford e qui è venuta proprio una foto da brividi, decisamente di sera questa struttura sa regalare un'atmosfera magica: non oso immaginare le serate di Champions League a questo punto!!


Proprio li fuori mi sono imbattuto in un venditore ambulante di sciarpe, mi è venuto in contro, evidentemente era conscio che mi stuzzicavano e non poco. Ma in un primo momento sono stato bravo e ho desistito da completare l'acquisto. Poi purtroppo quando ho visto la sciarpa doppia di United vs Arsenal non c'ho più visto e sono andato a chiedergli se era disposto a darmene una per sole £3, nonostante costassero a prezzo pieno £10!! Il tipo mi ha guardato, ha sorriso e.."Sure!!"..così ho lasciato le mie sterle al venditore che ha però voluto sapere come mai fossi a corto di soldi!! Eh mica semplice affrontare tutte queste spese partendosi dall'Italia per cercare qualcosa di buono negli UK..


Siamo poi tornati a casa, lo United per la cronaca ha strappato ai Gunners la vittoria per 1 rete a 0, marcatore un certo Van Persie che tra le fila londinesi è pure stato capitano..
Mi ha sorpreso vedere in metro tifosi del Manchester che dopo una vittoria così importante erano nonostante tutto tranquillissimi..forse questo Moyes poi tanto simpatico non deve essergli!!
Il giorno dopo, visitando MediaCity UK, sede della BBC e itv, ho scattato questa foto dello stadio che ha fatto sognare tifosi di ogni generazione..


lunedì 4 novembre 2013

Freddo e Fere

Freddo lo è stato e tanto pure. Avevo ancora 15 anni ma quella giornata decisamente dalla testa non me la toglierà mai nessuno, un'esperienza grandiosa che ad oggi non sono ancora riuscito ad emulare. Parlo di un sabato di inizio gennaio 2006, mi trovavo a Orte, vicino a Terni, a trovare un mio amico che era collaboratore della Ternana Calcio e mi aveva promesso che un giorno saremo andati a vedere una partita della squadra rossoverde in quel dello stadio Libero Liberati.
Così con mia mamma avevo preparato armi e bagagli e ci eravamo diretti in umbria in treno, eravamo smontati a Roma ed eravamo stati recuperati da Andrea.
Quel giorno stesso, dato che ci trovavamo nella capitale e Andrea bazzicava non di rado da quelle parti, ha deciso di mostrarmi anche la sede della FIGC..ho avuto anche l'occasione di entrarci dentro!!
La sera invece eravamo in centro a Terni e sono stato a mangiare nel ristorante in cui i giocatori della Ternana solitamente cenavano: ricordo ancora la bontà di quel piatto di pasta che mi sono mangiato quella sera!! Purtroppo di fotografie non ne ho molte, all'epoca avevo un cellulare che non consentiva grandissimi reportages!!
Quindi, la sera tardi, tutti a letto ad aspettare il giorno dopo la partita in programma valida per l'allora Serie B TIM, Ternana-Bari.
In mattinata ricordo che avevamo passeggiato nuovamente per il centro di Terni e ascoltato via radio tutte le novità sulla formazione delle Fere in quella giornata. Era il periodo in cui Jimenez, simbolo della squadra nonché futuro giocatore dell'Inter, era fuori rosa e la compagine viaggiava in acque molto agitate!
Comunque, prima di andare allo stadio, siamo passati per il ristorante dove stavano mangiando i giocatori, purtroppo era in atto anche qualche esplicazione tattica per cui non mi è stato possibile andare a salutarli prima della loro partenza verso il Liberati.
Ma Andrea è riuscito, nonostante tutto, a entrare e a farsi dare un gagliardetto della squadra rossoverde che mi ha prontamente regalato. Ero già felicissimo di poter vedere gratuitamente una partita, figuriamoci avere anche materiale della Ternana!


Arrivati allo stadio ho preso subito la via dell'ingresso, senza potermi soffermare molto sulle bancarelle che attorniavano lo stadio e che vendevano ogni ben di dio delle Fere.
All'entrata mi è stato dato il biglietto accompagnato dal programma della partita con in copertina un ragazzo che conoscevo a malapena, match winner della gara della settimana precedente, Orlando Fanasca.



Mentre ero beato a leggermi l'articolo riguardante la mezza punta di casa, Andrea è venuto a chiamarmi, chiedendomi se mi andasse fare quattro passi sotto la Curva Est e parlare coi giocatori rossoverdi durante il loro riscaldamento!!
Ovviamente ero euforico e sono immediatamente corso giù al campo assieme a lui.


I primi che mi sono trovato davanti sono stati Pablo Ricchetti e Lucas Montero, entrambi argentini, che con la maglia delle Fere non hanno avuto particolare fortuna, tanto è vero che in quella giornata erano fuori dai giocatori che sarebbero scesi nel terreno di gioco. Con loro ho giusto avuto il tempo di un piccolo saluto e di chiedergli l'autografo.
E' stata poi la volta di Fanasca, l'uomo copertina, con cui sono riuscito a parlare per un bel pò di tempo: era in panchina per cui non c'era bisogno che facesse il riscaldamento. In ogni caso era vestito di tutto punto con la divisa della Ternana, le scarpe bianche Asics che a quell'età adoravo a dir poco. Ricordo che abbiamo riso tantissimo, era davvero molto simpatico ed era diventato in men che non si dica il mio giocatore preferito!! Al momento di congedarmi mi ha fatto l'autografo anche lui e mi ha stupito come, sotto la sua firma, avesse pure scritto il suo cognome in stampatello!!
A quel punto ricordo di essere stato molto preso nel vedere il riscaldamento del portiere del Bari Gillet che avevo ud un paio di metri da me.
Avendo poi paura di dare fastidio da quelle parti mi sono diretto da solo sotto la Curva Est, i tifosi ternani sono da sempre molto caldi e, anche per quella partita non proprio di cartello, la loro tribuna era parecchio gremita.
Ma era arrivato anche il momento di tornare sugli spalti per gustarsi quella che sarebbe stata una gran bella partita, nonostante il clima che iniziasse sul serio a farsi rigido.
Mi era anche stato dato il foglio delle formazioni che mi ha confermato come Fanasca fosse proprio in panca e l'attacco sarebbe stato guidato da Mario Frick, capitano di quella Ternana.


Del match non ricordo granchè, a parte il fatto che la Ternana attaccasse ma non riuscisse a trovare la via della rete. Il Bari ne aveva approfittato e si era portato in vantaggio con la rete di testa della punta Santoruvo. Fortunatamente le Fere erano riuscite a riequilibrare il punteggio con una punizione dal limite al fulmicotone di Mario Frick. 1-1 e palla al centro.


Non è più mutato il parziale fino al triplice fischio, i dirigenti della Ternana non erano affatto contenti di quel pareggio e avevano imposto il silenzio stampa a tutta la squadra.
A fine primo tempo ero anche stato invitato nella sala delle autorità per un rinfresco, mi hanno impressionato le bustine di zucchero col logo della Ternana Calcio...


Ero un minimo triste perchè volevo andare a chiedere la maglia a Fanasca che aveva giocato negli ultimi minuti, Andrea purtroppo mi ha detto che era meglio non andare agli spogliatoi con quel clima!
Almeno siamo andati vicino al pullman della squadra così ho potuto salutare tutti i protagonisti della partita riuscendo ad avere anche il resto di autografi che mi mancavano.


Con l'occasione ho avuto la possibilità di conoscere Luis Jimenez e, alla mia domanda se avesse intenzione o meno di lasciare i rossoverdi e la Serie B, mi ha risposto con un "Non lo so" che valeva più di mille conferme. Pochi giorni dopo avrebbe indossato la casacca viola della Fiorentina.
C'era solo un'ultima cosa che mi dispiaceva non aver fatto e cioè non essere stato capace di recuperare la maglia di un calciatore. A questo proposito Andrea mi ha detto che dovevo stare tranquillo e che in qualche modo avrebbe provveduto lui.
Un mese dopo mi è stato recapitato un pacco contenente la maglia preparata per una partita ad Orlando Fanasca con il numero 7 stampato sulla schiena e patch della Serie B sulla manica destra. Ero davvero sopra le nuvole per questa esperienza, con la maglia poi...




Io da quel fatidico 2006 ho sempre seguito le vicende delle Fere, dalla triste retrocessione in quella stagione di felicità perchè si festeggiavano gli 80 anni della società, alla promozione nella nuova Serie Bwin.
Cambiano gli artefici ma la Ternana, società gloriosa del campionato italiano, continua ad essere una realtà molto importante.

venerdì 1 novembre 2013

Il Solo Inter a Milano

Sembra impossibile ma da quella giornata in cui ho fatto la mia prima gita a Milano (che non fosse quartiere o zona San Siro) è già passato un anno e mezzo e onestamente la voglia di tornarci è ancora molto forte.
Sono stato li nel marzo 2012, nel bel mezzo di una stagione, parlo per l'Inter, in cui non si poteva proprio chiedere nulla, anonima come non mai. Ma l'attaccamento mio ai colori nerazzurri è immenso e in quella settimana sarei andato ben 2 volte a Milano, la prima volta a festeggiare il mio anniversario con la mia ragazza e la seconda a vedere Inter-Olympique Marseille di Champions League, che è stata pure la nostra ultima apparizione nella massima competizione europea.


Dato che appunto quel giorno ero li in centro ho pensato bene che sarebbe stato interessante andare a vedere il nuovissimo negozio che la squadra di Moratti aveva aperto proprio a due passi dal Duomo e dalla Galleria: nel sito internet si pubblicizzava moltissimo il merchandise della squadra in questo nuovo negozio per cui la mia curiosità ha avuto il sopravvento.


Tra le numerose iniziative e vantaggi che poteva avere questo store monotematico c'era anche il fatto che ogni tanto venisse interpellato qualche giocatore affinchè presenziasse li e facesse qualche autografo ai clienti.
Da fuori il Solo Inter si presentava davvero molto molto bene, una vetrina allestita alla grande con le maglie nerazzurre e bianche di Alvarez e Nagatomo a far bella mostra di se. Non poteva chiaramente mancare la sciarpa con le due squadre creata in occasione dell'imminente scontro di Champions League contro i francesi. Quindi palloni e molto altro griffato Nike e FC Inter.


Entrato c'era un grande tavolo al centro della stanza con sopra molto merchandise riguardante la Coppa, ovvero sciarpe e cartelloni pubblicitari che erano stati creati apposta con la foto di Cambiasso.
Nella parete alla sinistra, tutta decorata di immagini della storia interista, c'erano veri e propri cimeli della squadra come scarpe e palloni usati chiaramente.
Alla cassa al piano terra c'erano pure dei foglietti che pubblicizzavano il negozio appena aperto. In fondo alla stanza invece c'erano i cartelloni delle precedenti partite giocate dall'Inter nella stagione sopraindicata ed erano tutti venduti purtroppo a prezzi abbastanza alti se si considera il prodotto in se. Bisogna dire però che il rigore con cui era disposto il tutto era esemplare.



Al piano inferiore c'era un ulteriore spazio, per la verità molto più ampio del primo, con il resto della gamma dei prodotti interisti: si andava ancora da maglie da personalizzare a polo griffate Nike e Inter, materiale Inter Campus e semplici portachiavi o spilline, un vero paradiso per un tifoso.
Ho chiaramente fatto acquisti li nel negozio, alla fine con la mia ragazza siamo usciti con una spilla e un paio di slip dell'allora nuova collezione da intimo dell'Inter!!


Davvero molto bello era anche il sacchettino in cui ci hanno dato quello che avevamo acquistato. Una cosa importante da dire è che, se si presenta la tessera del tifoso "Siamo Noi", si ha diritto a un buono sconto su tutta la merce in vendita.


Sono solo rimasto un pò male quando ho visto che i pantaloncini che online avevano un prezzo, costavano sensibilmente di più nello store. In ogni caso anche la disposizione delle cose risulta molto ricercata e si discosta un pò dagli altri negozi di squadre in maniera positiva, d'altra parte bisogna rispecchiare lo stile Bauscia della Milano nerazzurra.
Infine, passeggiando sempre vicino al Duomo, abbiamo anche fatto un giro da Football-Team, e abbiamo trovato la polo dell'Inter scontata. Decisamente irresistibile, così la mia ragazza ha deciso di farmi il regalo di anniversario.



Decisamente è stato un pomeriggio interessantissimo e all'insegna dei colori nerazzurri. Mi piacerebbe vedere se di recente sono stati apportati cambiamenti allo store dell'Inter. Di per certo è stato aperto un angolo a tema Inter nel negozio della Pirelli proprio a Milano.