domenica 29 novembre 2020

Il granata dell'Union CS

Ho sempre seguito con moltissimo interesse le sorti di una squadra con un passato decisamente importante: l'Union Clodia Sottomarina.
Da quando poi ho iniziato a frequentare più assiduamente la città di Chioggia non ho potuto fare a meno di seguirne i risultati e appassionarmi a ciò che gravita attorno alla squadra che veste in granata.
Nell'ultimo periodo poi, conosciuti i ragazzi del Museo Ballarin, ho avuto modo di entrare ancora più dentro la storia di questa società che, negli anni '70, ha vissuto periodi gloriosi addirittura in Serie C!
Tanti i campioni che hanno vestito la casacca dei veneziani, molti hanno pure calcato i campi della massima serie italiana, come Franco Cerilli e Francesco Casagrande, solo per nominarne un paio.
Attualmente l'Union CS milita nel campionato di Serie D, la scorsa travagliata stagione ha sfiorato degli storici playoff per salire di categoria! Ma da quando il Museo Ballarin ha iniziato a ricostruire il grande passato dei ciosoti (chioggiotti in dialetto locale ndr), anche le maglie indossate dai calciatori hanno iniziato a significare qualcosa.


Questa stagione, dopo anni e anni di vana ricerca, sono riuscito ad ottenere una divisa da gioco, per altro una di quelle usate dai calciatori, con tanto di numero (il 6 mio preferito, quest'anno indossato dal difensore Pastorelli o dal centrocampista Erman) e di patch Serie D ricamata sulla manica destra.


La maglia è granata, colore adottato nel 1971, dopo la fusione tra Clodia e Sottomarina, molto probabilmente in onore del Grande Torino nel quale militavano Aldo e Dino Ballarin.
Al centro, appena sotto lo sponsor "boscolo bielo", trovano spazio il leone rampante ed il cavalluccio marino, realizzati componendo le parole "UNION CLODIENSE 1971".
Sul petto serigrafato l'immancabile stemma societario, mentre a destra c'è il ricamo Erreà, ditta che con PM Sport fornisce all'Union tutto il materiale da gioco.


Il retro sul colletto presenta l'anno di fondazione 1971, quindi il nome della squadra, il numero squadrato e molto grande, ed il secondo sponsor proprio sotto la numerazione.
Ma la particolarità che più mi piace sono i bordini delle maniche: quello a sinistra è bianco-azzurro in onore all'U.S. Clodia, mentre quello a destra è nero-verde per celebrare l'U.S. Sottomarina.
La squadra allenata da Mister Andreucci è pronta a stupire e a giocarsi questo difficile campionato 2020/'21, in attesa di tornare in quel calcio professionistico dove, in passato, si è tolta più di qualche soddisfazione.

sabato 21 novembre 2020

"Mi chiamo Francesco Totti", che film!

In un'epoca dove i film al cinema non si possono andare a vedere, è uscito quello dedicato all'ex capitano dell'AS Roma Francesco Totti, intitolato appunto "Mi chiamo Francesco Totti".
Fin qui niente di strano, ne sono usciti di film in questo anomalo 2020, pochi per la verità, e ancor ameno hanno lasciato traccia.
Quello del Pupone però, distribuito su Amazon Prime Video e su Sky Cinema il lunedì 16 Novembre, ha però lasciato un'importate scia di commenti soprattutto nel mondo del calcio: in questa settimana tutti ne hanno parlato decisamente con toni positivissimi.


Il film parte dalla sera prima dell'ultima partita in carriera, tante domande per Totti, e la certezza comunque di aver incantato il popolo di Roma come nessuno prima di lui.
Quella giornata è stata lo spunto per parlare della sua vita personale e soprattutto della sua carriera calcistica, dalle giovanili con la Lodigiani (allora 3a squadra di Roma.. o 2a se si è romanisti..), passando per l'esordio in serie A ed il bellissimo rapporto con l'allora capitano giallorosso Giannini, quindi la gestione Zeman, la fascia di capitano, la maglietta "6 unica" per Ilary, lo scudetto 2000/'01, il mondiale 2006 e molto molto altro.
Non è stata di certo una carriera anonima quella dell'VIII re di Roma, come spesso è stato definito Totti dai suoi tifosi che sempre lo hanno sostenuto all'Olimpico e distante dalle mura amiche.
E' decisamente un racconto attraverso immagini che fa molto emozionare, anche se la "Maggica" non è mai stata la mia squadra, Totti è però sempre stato uno dei miei calciatori preferiti di sempre!
Da piccolo desideravo visitare la Capitale solo per lui, e quando a 16 anni son stato diverse volte nella "Città Eterna" è stata anche l'occasione per acquistare più cose possibili riguardanti Francesco Totti.
Ricordo che in un negozio in centro chiamato Calcioitalia, avevo preso la fascia da capitano della Diadora con il gladiatore disegnato - Totti l'ha usata negli anni d'oro della sua carriera e ora rimane un gran bel cimelio: come lo è il Soccerstarz che, sempre da ragazzino avevo trovato in una bustina.


E poi libri su libri, amavo le foto con Totti mentre indossava la maglia giallorossa, quindi in libreria ne ho diversi!
Continuo a dire che in questo film c'è qualcosa di speciale, forse anche perchè non si cade mai nelle banalità, anzi è tutto così vero che vengono analizzati aspetti meno belli o piacevoli della carriera del Capitano, sicuramente l'ultima gestione Spalletti ne è la prova.
Ma ciò che rimane alla fine è l'emozione che si vive ripercorrendo 25 anni di una carriera che è riassumibile in una sola parola: maggica!

domenica 15 novembre 2020

Lo stadio è pieno.. di orsetti!

Per ogni amante del calcio che si rispetti, il fatto di non andare allo stadio praticamente dallo scorso marzo è qualcosa di difficile da accettare - seppur necessaria.
Le partite in televisione si possono guardare ma, il colpo d'occhio delle tribune desolate senza dubbio non aiuta ad esaltarsi e ad incitare la squadra: si rischia insomma di distrarsi, manca quell'enfasi che solo i cori degli stadi gremiti potevano regalare. Chissà che quanto prima si possa tornare a popolare i seggiolini dei vari impianti sportivi in maniera da godersi come si deve una bella partita di calcio.
Ma nel frattempo, l'SC Heerenveen, squadra che milita in Eredivisie olandese, ha avuto una trovata a dir poco geniale: riempire gli spalti dell'Abe Lenstra Stadion con ben 15.000 orsetti, ciascuno dei quali indossava la maglia a strisce bianco blu e petali di ninfea rossi, propria della formazione della Frisia.
Nell'occasione, i locali hanno battuto 4-0 il malcapitato Emmen: evidentemente i pelosi spettatori hanno portato discreta fortuna all'11 allenato da Johnny Jansen.
Gli orsetti sono stati messi in vendita ed il ricavato interamente devoluto a fondazioni legate ai bambini malati di cancro! Inutile dire che gli stessi sono stati letteralmente andati a ruba nel giro di qualche ora.. e purtroppo non sono riuscito ad accaparrarmene uno. Resta il fatto che questa è stata un'iniziativa grandiosa da parte del club olandese.
Ho fatto però in tempo a vedere lo straordinario video dell'SC Heerenveen, dove si vede la marcia degli orsetti alla volta del Abe Lenstra Stadion, intenti a prendere i mezzi pubblici e a mangiarsi un bel panino prima di accomodarsi negli spalti.


Calcio e orsetti.. che abbinata! Personalmente impazzisco per entrambe le cose, tanto è vero che ho la casa invasa da orsi e pupazzi in generale.
Ultimamente Chiara ha cucito per un mio cane di peluche, Rolly, la maglia away dell'SV Werder Bremen 2013/'14, anno in cui ha militato tra le fila dei tedeschi Luca Caldirola, difensore di scuola Inter che da sempre ho ammirato: tanto è vero che alle spalle Rolly porta il numero 3 dell'italiano.


Ma non è l'unico caso di pupazzo con la maglia di una squadra, ho una vera e propria curva di morbidi sostenitori in camera! Arsenal, Manchester City, Everton, Inter, Piovese e PSG sono solo alcuni dei pupazzi tifosi che ho! 


Ognuno con la sua storia, con una maglia realizzata a mano o comprata, purchè la passione per il calcio non manchi mai e si continui a supportare la propria squadra anche in questo periodo dove purtroppo gli stadi devono continuare a rimanere vuoti.

sabato 7 novembre 2020

Memorabilia dell'Inter

Per come concepisco il calcio sarebbe impossibile limitarsi a seguire la mia squadra del cuore, l'Inter, solo nella stagione nella quale sta disputando le partite: per me conta molto la storia, tutti coloro che ne hanno indossato la maglia ne fanno parte e, chiaramente, la passione per il nerazzurro mi fa costantemente andare alla riscoperta del passato, soprattutto quello più distante.


Per molto tempo ho studiato la Grande Inter di Herrera, quella di Bersellini, lo scudetto dei record di Trapattoni - sono riuscito a vivermi la meravigliosa cavalcata UEFA di Ronaldo e Simoni (sebbene facessi solo la seconda elementare e i ricordi siano abbastanza annebbiati..), fino alla gloriosa conquista del Triplete di Mourinho.
Ogni epoca porta con se un'innumerevole quantità di oggetti che erano stati creati a posta, gli eroi dei campionati passati hanno firmato autografi e tutto questo non fa altro che aumentare la mia voglia di andare alla ricerca di tutto questo.
Nell'ultima settimana è successo che il mio amico e collega Niccolò trovasse, in una libreria di antiquariato, niente meno che il libro di Sandro Mazzola "La Prima Fetta di Torta" del 1977!


Ottimo ritrovamento, se non fosse che questo libro è addirittura unico nel suo genere perchè..al suo interno ha ben 3 autografi di Sandrino Mazzola, ex numero 8 e capitano dell'FC Internazionale!!


Evidentemente il precedente possessore di questo libro era riuscito a trovare la mezzala nerazzurra in più occasione e a farsi firmare il volume.
Inutile dire che ora questo libro ha un posto d'onore proprio nella vetrina delle memorabilia calcistiche.
Ma non finisce qui: un altro mio collega, Gianluca, ha avuto l'opportunità di incontrare niente meno che Massimo Paganin, ex difensore interista dal 1993 al 1997! Durante questi anni Paganin ha anche vinto la Coppa UEFA del 1994 oltre alla fascia di capitano della formazione dell'Inter!
Gianluca è riuscito a farsi firmare per me una foto che avevo trovato proprio del difensore vicentino, inutile dire che anche questa è finita dritta dritta nella mia vetrina.


Non è mai semplicissimo riuscire a trovare questo genere di cose, ma quando si riesce a ricostruire un piccolo tassello di storia della propria squadra del cuore, la soddisfazione che ne deriva è grandissima!

domenica 1 novembre 2020

Juve-Inter, una sera al Delle Alpi

Facciamo bel salto temporale indietro di circa 17 anni, io ero in terza media, l'avevo iniziata da poco, e il mio passatempo era quello di ricalcare i disegni de "La Nostra Moviola", fatti da Giovetti: me li riadattavo a piacimento, mi inventavo i goal più incredibili, quasi tutti della mia Inter.
A scuola le giornate passavano così, a trafiggere Buffon (allora come oggi portiere della Juventus) a suon di "matitate" e "pastellate" di Vieri, Recoba, Cruz, Martins. Erano i miei eroi e io quell'Inter la seguivo eccome.
Era la stagione 2003/'04, i nerazzurri come al solito mi facevano penare e, dopo qualche giornata di campionato, a Cuper era subentrato Zaccheroni.
Nel frattempo mia mamma, che come ora pensava a me costantemente, era venuta a conoscenza che il papà di una sua alunna gestisse uno Juventus Club a Piove di Sacco, proprio vicino a dove abitavo.
Senza che io sapessi nulla, in modo da non subite cocenti delusioni nel caso non fosse riuscita nell'impresa, era riuscita a prenotarmi un biglietto per il big match che si sarebbe disputato allo Stadio Delle Alpi di Torino il seguente 29 Novembre: Juventus-Inter!
Non ricordo la reazione che ho avuto a quella strabiliante notizia, ricordo come fosse ieri però che nel mio quadernino nel quale disegnavo senza sosta le moviole, gli Juve Inter hanno iniziato a pullulare!
Non stavo nella pelle e quel sabato a scuola fissavo costantemente l'orologio nel campanile della chiesa che si intravedeva dalla finestra, le parole dei professori nemmeno le sentivo, c'era la mia Inter da andare a vedere.
All'ora di pranzo, con un pullman di tifosi bianconeri, sono partito da solo alla volta di Torino, erano gasati a mille e io lo stesso: parlavano di Nedved e di Del Piero, nella mia testa invece Oba Martins faceva le capriole!
Mi hanno regalato il calendario della Juve, così ho iniziato a studiarmelo bene, è un ricordo che custodisco gelosamente tutt'ora anche perchè riporta la sfida che avrei visto di li a poco: ah, non sapevo in che settore avrei visto il match, a me bastava vederlo!


A pochi minuti dallo stadio ci siamo fermati per cenare, panino con la porchetta in piedi in autogrill, e via che si va!
Arrivati al Delle Alpi le bancarelle erano piene di maglie bianconere, io avevo scorto una sciarpa dell'Inter ma ovviamente non ho potuto prenderla!
Ho recuperato però un programma della partita che ho tenuto per tutto il tempo in tasca senza leggerlo, dato che col formato dei quotidiani ancora non andavo molto d'accordo..


All'ingresso mi hanno fatto entrare con l'abbonamento di un altro tifoso, ero nella curva della Juve, ero nel covo del tifo bianconero! Gli sfottò allo spicchio di tifosi interisti dalla parte opposta si sprecavano, del resto stiamo parlando del Derby d'Italia!
La Juventus avrebbe potuto allungare sulle inseguitrici, per l'Inter l'occasione era ghiotta per rosicchiare qualche punto agli avversari torinesi..
Ricordo benissimo il freddo gelido di quella serata, così come quel capolavoro di punizione di Julio Ricardo Cruz, proprio sotto di me e a quella curva! Un vero colpo di classe dopo appena 11 minuti di gioco.
Mi sembrava impossibile, però i nerazzurri tenevano molto bene il campo, Camoranesi si è divorato un goal gigantesco davanti a Toldo ma a parte questo nient'altro da segnalare.
Il secondo tempo è partito sulla falsa riga del primo e, dopo una sgroppata di Capitan Zanetti, Cruz ancora ha ribadito in rete il 2-0 - la Juve era davvero annichilita!
Oba Martins infine ha chiuso i conti rubando un pallone sanguinoso dai piedi di Legrottaglie, il terzo era servito.
Solo a tempo quasi scaduto Montero ha siglato il goal della bandiera, ma la mia Inter era uscita da Torino con i 3 punti in tasca!
Ero al settimo cielo, la delusione a fianco a me era palpabile ma io non stavo nella pelle: ad ogni goal non esultavo, stringevo solo il pugno in tasca del giubbotto..
Non hanno più voluto portarmi via dopo quella volta, avranno pensato che portassi sfortuna alla Juve.. non penso abbiano mai saputo la mia vera fede, è stata comunque un'esperienza meravigliosa che, a distanza di anni ricordo con immenso piacere.