mercoledì 21 gennaio 2015

Il migliore, the Best

Ok, penso che questa mia spasmodica passione per lui l'avrò maturata dopo quei 6 mesi che ho passato a Manchester, quella città che ha ancora tanto della sua epoca, fine anni '60, '70, terraces intese come case ad un piano solo di mattoni, ma terraces intese anche come quelle gradinate degli stadi dove si ammassava la gente e li si che incitava.
Ebbene, se ancora non lo aveste capito, la passione che ho è tutta per George Best, campione di Belfast che ha fatto sognare i tifosi del Manchester United.
Avevo tantissima voglia di leggere un libro che lo riguardasse così mia sorella, sempre iper efficiente per ciò che concerne i libri, mi ha regalato l'autobiografia di Bestie intitolata "The best".


In 294 pagine Best si è raccontato, tralasciando per molti tratti del libro l'aspetto calcistico per dare spazio chiaramente ai suoi gravissimi problemi di alcol che hanno messo la parola fine alla sua vita decisamente anzitempo.
Onestamente me lo aspettavo che avrebbe trattato in questo libro il tema dell'alcolismo, quello che non mi aspettavo è però aver scoperto tra le pagine un George Best innamorato del gioco del calcio.
Onestamente, tutte gli aneddoti che si sanno su di lui sono legati principalmente all'alcol e alle donne: quello che non viene mai a galla è che uno come il campione nordirlandese viveva per la vittoria, per il sabato, per vedere il suo United trionfare, prima sotto la guida del grandissimo Sir Matt Busby e in seguito con altri allenatori e compagni di squadra.
Incredibile a mio modo di vedere anche la relazione con Alex, la modella che è stata sua moglie e che gli ha dato un figlio, Calum, quando ancora era un giocatore di successo. Tra litigi e riappacificazioni abbastanza "focose" non si può certamente dire che sia stato un rapporto tranquillo.
Le parti forse più deludenti sono state le parentesi del giocatore a Los Angeles a giocare in un campionato che di professionistico aveva ben poco.
Comunque qualsiasi cosa raccontata da Best vale certamente la pena di essere letta, come ad esempio le sue avventure alla ricerca di far fruttare i suoi guadagni da calciatore: penso ad esempio allo Slack Alice a Bootle Street, Manchester, un nightclub che ha reso famoso grazie alla sua persona!
Mi è piaciuto riscontrare quanto è stato scritto nel libro con le cose viste al National Football Museum: durante l'anniversario della Football League infatti, è stato aperto uno spazio espositivo riguardante Bestie, con lettere scritte ai suoi genitori, foto e merchandise vario.



A prescindere dagli errori che può aver commesso un uomo che è stato trapiantato forse ancora troppo giovane e naive dalla sua terra natale per poi raggiungere una fama troppo difficile da gestire, per me George Best resta una grande leggenda e, sempre per quanto mi riguarda, questo libro non ha fatto altro che affascinarmi ulteriormente riguardo il personaggio.

Nessun commento:

Posta un commento