domenica 29 giugno 2025

Operazione Nostalgia a Vicenza

Lo scorso 28 giugno è stata una data importantissima per tutti gli appassionati del calcio di "una volta", quello a cavallo tra gli anni '90 e i primi 2000: si è infatti svolto, presso lo Stadio Romeo Menti di Vicenza, il Raduno di Operazione Nostalgia, decisamente un appuntamento imperdibile per chi è appunto nostalgico di quel pallone e di quei protagonisti di una ventina-trentina di anni fa.
Vista la vicinanza non potevo certamente perdere l'occasione di partecipare, a differenza di Ferrara, quest'anno, con Chiara abbiamo deciso di andare anche a vedere la partita e non solo il Village.
Partiti con la calura del primissimo pomeriggio, siamo arrivati nei pressi del Menti in un momento abbastanza tranquillo, ho avuto la possibilità di incontrare subito Marco Amelia, terzo portiere della Nazionale Italiana Campione del Mondo 2006 e numero 1 fortissimo di Livorno, Milan e Chelsea, tra le altre.
Questo stadio è decisamente un monumento, qui i Lanerossi Vicenza hanno scritto la storia calcistica della città e chi più di Paolo Rossi ne rappresenta i valori! Ecco quindi sorgere proprio la statua di Pablito di fianco all'ingresso dello store vicentino (per altro molto ben fornito di materiale decisamente bello).


Il village di Operazione Nostalgia è come al solito tirato a lucido, c'era Lemonsoda che forniva ventagli agli acquirenti delle lattine e faceva tatuaggi temporanei (anche io mi son fatto fare la sagoma di un calciatore, mentre Chiara quella di un gelato!), Dole che distribuiva banane e gonfiabili, l'immancabile birra Ceres, One More Time - il negozio delle maglie da calcio, gagliardetti e memorabilia vintage, Futbol Emotion - partner della manifestazione in quanto fornisce le divise per la partita, e moltissimi altri.


Proprio da Futbol Emotion Chiara mi ha fatto il regalo di compleanno che attendevo da moltissimo, ovvero la maglia bianca di Operazione Nostalgia con ZAMORANO 1+8 sulla schiena, decisamente qualcosa che desideravo da quando ho saputo che l'attaccante cileno ex Inter, Real Madrid e Club America sarebbe stato presente al raduno di Vicenza.
Poco dopo sono anche riuscito a farla firmare proprio dal mio mito Bam Bam!


Durante la permanenza al village ho avuto modo di incontrare ed avere l'autografo appunto da Ivan Zamorano, Hernanes, ex centrocampista di Sao Paulo, Lazio e Inter, e Francesco Flachi, ex attaccante della Sampdoria e della Fiorentina, davvero molto disponibile, soprattutto con i più piccoli.


Troppo bello condividere tempo e spazio con questi grandissimi campioni della Serie A di qualche anno fa, sono delle leggende che tutti noi amanti del calcio abbiamo mitizzato in quell'epoca straordinaria.
Alle 18.30 ci siamo messi in coda per poter accedere alla tribuna distinti assieme a Niccolò e Giorgia, una coppia di amici con cui avremmo condiviso la partita quella sera: diciamo che i tornelli erano oltremodo lenti, organizzazione un pò sommaria all'interno dello stadio, vedi anche le lunghissime code agli sforniti bar del Menti.


A parte questo, in campo sono stati presentati tutti i grandi protagonisti della serata, campioni del calibro di Totti, Zamorano, Candela, Rivaldo, Di Natale, Toldo, Amelia, Frey, Pizarro, Hernanes, Aldair, Vierchowod e moltissimi calciatori che hanno vestito la maglia del Lanerossi Vicenza come Schwoch, Murgita, Lopez, Beghetto, Viviani, Di Carlo e Luiso tra gli altri. Ad allenare una delle due compagini addirittura il grandissimo Francesco Guidolin.


In campo, complice una serata caldissima, il ritmo è stato abbastanza basso, tuttavia si son riusciti a vedere sprazzi da campione incredibile, come lo stupendo goal di Murgita di testa su assist di rabona di Pizarro, o come i controlli pieni di classe di Rivaldo.


Schwoch e Di Natale sono sempre in formissima, Hernanes ha segnato una punizione incredibile ed ha esultato con la capriola in aria come faceva anni fa sui palcoscenici più importante della nostra Serie A e del Brasileirao.
Alla fine l'hanno spuntata 9-5 le leggende in maglia nera.
Poco male, tutti si son divertiti, una ola ha accompagnato le ultime battute del match e devo dire che è stato un enorme piacere rivedere tutti questi super calciatori calcare ancora una volta il prato di uno stadio.
I ragazzi di Operazione Nostalgia sono veramente stati bravissimi ad organizzare questo evento nel quale partecipano sempre tante persone alle quali, il calcio di una volta, manca davvero tantissimo.

domenica 22 giugno 2025

Gli stadi che ti restano dentro

Per qualsiasi tifoso, la cosa migliore che possa vivere, è quella di stare seduti, o in piedi, in delle gradinate, a sostenere la propria squadra.
Queste gradinate fanno parte dello stadio, luogo di culto per qualsiasi appassionato del pallone; figurarsi che il sottoscritto non riesce a farsi un viaggio senza passare a visitare lo stadio della squadra locale, sono affascinato dalle storie dietro questi giganti di cemento, delle persone che li popolano e, anche se in alcuni casi ho trovato chiuso o non era possibile visitarli, per me anche vederli da fuori trasmette grande emozione.
Nel corso degli anni ho iniziato a collezionare miniature di stadi fatti di puzzle, oppure di Lego, io adoro gli stadi e mi trasmettono qualcosa di speciale.
Di recente Chiara mi ha regalato 3 spille che vengono dal sito Football Pins and Badges, ormai un mio riferimento per quanto riguarda questo genere di articolo: sono quelle di 3 stadi che, nel corso dei miei viaggi e della mia vita mi hanno trasmesso importantissime emozioni.
Iniziamo con Highbury, il mitico impianto dell'Arsenal FC a due passi dall'omonima stazione della metro: ci ho dedicato di recente un intero post, per me questo rimane per struttura uno dei più belli di sempre, poi se ripenso a uno dei miei film preferiti, Fever Pitch, non posso che adorarne ogni suo minimo dettaglio.
Come già scritto in precedenza, Highbury non esiste più, o meglio, le sue caratteristiche nelle facciate esterne sono invariate, ma all'interno, dove c'era il campo, oggi ci sono appartamenti.
I ricordi più belli legati a questo angolo londinese sono senz'altro i goal di Henry con i Gunners, la clamorosa vittoria dell'Inter per 3-0 nel 2003 e la stagione degli invincibili sotto la guida di Arsene Wenger!


La seconda spilla è dell'Etihad Stadium di Manchester, attuale casa del Manchester City: di sicuro non annovera la storia della spilla precedente, tuttavia per me racchiude ricordi indelebili, legati al periodo in cui abitavo li vicino, a Salford!
All'Etihad ci sono stato per la partita di Champions City - Victoria Plzen, nel 2013; è uno stadio meraviglioso, decisamente moderno e molto comodo, si vede bene un pò ovunque.
Se penso a questo posto mi viene in mente la canzone "Blue Moon", diffusa prima di ogni partita dei Cityzens, penso a quando me lo son vissuto di sera, con un pò di freddo ma con un'atmosfera unica nel suo genere.
Ripenso a Dzeko in maglia del Man City, al riscaldamento di Joe Hart e al rigore del Kun Aguero, tutto in quella sera di novembre 2013.


Infine, la terza spilla, è l'unica che viene da fuori Inghilterra, ovvero Argentina! Parliamo dello stadio Alberto José Armando, noto a tutti come "La Bombonera", nel quartiere La Boca di Buenos Aires - dove ci gioca il Boca Juniors, squadra dove hanno militato anche Maradona, Tevez e Palacio.
Luogo mistico per ogni appassionato di calcio, è senza dubbio lo stadio più iconico e conosciuto della Repubblica Federale.
Ci son stato nel 2022, durante il mio viaggio di nozze: ne ho visitato il museo e mi sono goduto ogni minuto in questo quartiere, a due passi dal Caminito: non mi è sembrata una brutta zona, tutt'altro, sono impazzito per tutto quel blu e giallo dappertutto.
Che posto fantastico, quanta storia: sognavo di mettere piede alla Bombonera da quando vedevo i goal di Palermo su Sportitalia, da quando Burdisso e Schiavi rendevano grande il Boca Juniors, da quando ho conosciuto le gesta del Mono Montoya, un portiere particolare, ma bravissimo, come vuole la tradizione sudamericana.


Insomma, 3 stadi che per forza di cose porto nel cuore: non sono sicuramente gli unici, devo ammettere che ogni impianto in cui ho messo piede mi ha regalato sensazioni uniche, di forte, fortissima passione calcistica.

domenica 15 giugno 2025

Un finale che fa male..

Doveva essere il coronamento di un sogno, alla fine il protagonista, dopo tante avversità e peripezie (una finale di Champions persa per un pelo contro l’imbattibile Man City di Guardiola nel 2023), atti eroici (eliminazione incredibile del Barcelona per mano di Acerbi con goal all’ultimo secondo e di Frattesi nei supplementari), avrebbe dovuto vincere, trionfare, e doveva essere portato in tripudio dal suo popolo, quei milioni di tifosi nerazzurri che davvero ci credevano.
Si, perché lo scorso 31 maggio, tutti i cuori interisti del mondo ci credevano ad alzare la UEFA Champions League, un trofeo troppo importante per arricchire una stagione che, pur piena di soddisfazioni e di impegni, in bacheca non aveva ancora portato nulla.
L’Inter di Inzaghi ha sempre espresso un gioco eccellente, è quello che mi sarei aspettato di vedere anche all’Allianz Arena di Monaco di Baviera, contro il giovanissimo Paris Saint Germain allenato da un bravissimo Luis Enrique, anche lui ex blaugrana.
Però in quella serata, iniziata da un fantastico pre-match show dei Linkin Park, band di Los Angeles che ha aumentato i giri dei tifosi che hanno stipato gli spalti dello stadio bavarese, l’Inter non è proprio mai scesa in campo, ed è stata battuta nettamente dai francesi, in grado di schierare grandissimi talenti come Doué e Dembelé.
Un risultato duro, fin troppo severo per chi ha dato tutto nella stagione 2024/’25: ma la palla è tonda e, in genere, il campo ha sempre ragione.
Rimane il rammarico soprattutto di aver visto degli pseudo-tifosi in maglia nerazzurra abbandonare gli spalti dopo appena 60 minuti, disinteressati del fatto che a casa ci fossero milioni di persone che avrebbero pagato oro per poter avere quel posto ed incitare Lautaro e company per tutta la gara, anche con un risultato sfavorevole.
Siamo arrivati secondi, e non è mica un brutto risultato, tutt’altro; è maturato nella peggior maniera possibile, ma l’Inter se l’è potuta giocare li in campo la finale di questo nuovissimo format della Champions League.
Io ho seguito l’intera giornata nerazzurra tra Inter TV e la diretta di TV8, non mi son perso un istante di quei momenti che sarebbero potuti risultare storici.
È andata male, sicuramente, ma da interista mi rimane l’orgoglio per quello che ho visto dare in campo in tutta la stagione. Anche se è stata steccata la partita più importante e fondamentale della stagione, rimane pur sempre un’annata da ricordare.
Qualche giorno prima della grande partita, Chiara mi ha regalato la spilla celebrativa. In sostanza è l’unica cosa che ho legata a questa partita, dopo di che ho preferito lasciar perdere la ricerca di altri pezzi di memorabilia.


Arriva da “Football Pins and Badges”, brand inglese che realizza spillette smaltate celebrative delle partite più importanti di ogni maggior competizione europea e britannica, appunto.
Ora testa bassa e focalizzata al FIFA Club World Cup, un altro evento storico che l’Inter è riuscita a giocarsi grazie a quanto di buono il club ha fatto negli ultimi 4 anni.
Forza nerazzurri!

lunedì 2 giugno 2025

Leggere di Zico

Quando penso a Zico penso alla Gavea, un posto meraviglioso, straordinario, li a Rio de Janeiro, terra di fantasia, di talento e di leggenda. Un luogo permeato di storia e di tanto amore per il calcio, quello che i ragazzi delle giovanili del Flamengo coltivano quotidianamente in quel clima perfetto per passare le giornate al campetto.
O Galinho do Quintino, così come era soprannominato uno dei più forti calciatori brasiliani di tutti i tempi, è nato calcisticamente proprio qui e, incarnando appieno lo stile carioca di giocare a pallone: è profondamente legato anche all'Italia, visto il passato con la maglia bianconera dell'Udinese a cavallo degli anni '80.
In occasione del mio compleanno, mia sorella mi ha regalato un libro veramente splendido che son riuscito a leggere letteralmente in una manciata di giorni: si intitola "O Zico o Austria", è stato scritto da Enzo Palladini - di cui avevo già letto il racconto su Recoba - ed è pubblicato da Edizioni Incontropiede.


La copertina vede un Zico giovanissimo con la casacca del Flamengo, un disegno decisamente ben fatto!
All'interno viene raccontata la storia del campiona brasiliano dall'infanzia al ritiro dal calcio giocato, narrando anche le molteplici esperienze di Arthur Antunes Coimbra anche da allenatore giramondo.
Dal Maracanà di Rio allo stadio Friuli di Udine, dagli spalti giapponesi fino a quelli turchi - tutti hanno amato vedere la camisa numero 10 da Gavea muoversi per il prato verde e segnare goal a ripetizione e sfornare assist incredibili per i compagni.
Nel suo ricchissimo palmares resta un incredibile 0 alla voce "mondiali vinti", l'unico riconoscimento di spessore che manca a questo campionissimo.
Ed è proprio da qui che il libro parte a raccontare tutta la storia di Zico, dalle peripezie burocratiche per arrivare in Italia, all'infortunio che ha rischiato di porre fine, anzitempo, alla sua carriera.
Un libro sicuramente non è sufficiente per capire appieno questo grande calciatore, però può dare lo spunto per approfondire quanto di buono ha portato allo sport che tanto amo.
Sicuramente un volume consigliato a tutti gli appassionati di calcio sudamericano e di grandi talenti..