mercoledì 29 maggio 2013

La mia Non-League italiana

Ho giocato nel Patavina Polverara 2 anni prima che per guai fisici rimanessi fermo per un anno.
Ho giocato in stagioni un po difficili, lontane dai riflettori dei playoff e più che altro sempre con il rischio che qualche sconfitta a fine campionato potesse portare ai playout di Seconda Categoria o alla retrocessione diretta.
Questa squadra di Padova nata nel 1962 ha ospitato diversi ragazzi del paese, non ha mai raggiunto grossi risultati almeno negli ultimi anni dove è riuscita soltanto in un'occasione a giocare in Prima Categoria prima di ritornare al campionato di attuale competenza.
Un giorno mi è stata regalata una maglia storica della società, non l'ho mai usata ma la tengo con cura perchè la reputo un cimelio del calcio dilettantistico italiano. Bianca con risvolti neri, risale presumibilmente agli anni '90. Considerato che il Patavina indossa solitamente i colori giallo rosso e blu doveva trattarsi di una divisa da trasferta.



Qualche anno prima ho giocato 3 stagioni nella Legnarese, altra squadra dilettantistica che ha fatto un pò la storia del calcio dilettantistico padovano, sfornando un campione come Pippo Maniero, ex tra le altre di Milan e Venezia.
Proprio grazie al prezioso aiuto di Maniero i giallorossi hanno conseguito una storica promozione appunto in Promozione, 7o scalino della piramide calcistica italiana.
Per l'occasione sono state prodotte delle maglie celebrative che sono state distribuite alla squadra compreso qualche giocatore della Juniores tra cui il sottoscritto.



lunedì 27 maggio 2013

Chris in libreria

Immaginate la sera a Londra, la gente nei pub, qualcuno fuori a passeggiare, tutti rilassati perchè la giornata lavorativa è appena finita. Io e la mia ragazza avevamo appena finito di mangiare da Pizza Hut, un must per gli italiani negli UK, e avevamo deciso come ogni sera di passeggiare per Piccadilly, questa volta però spingendoci verso le parti di Bond Street. Ad un certo punto, tra i tanti negozi chiusi è apparso l'unico ancora aperto a quell'ora: la libreria Waterstones.
Da appassionati di libri siamo entrati e abbiamo iniziato a guardare qualche volume: incredibile, era uno store da 5/6 piani, pieno zeppo di libri di ogni genere. Abbiamo preso l'ascensore e abbiamo raggiunto il reparto del calcio, effettivamente ero curioso di vedere cosa c'era tra gli scaffali del mio sport preferito.
Guardando e sfogliando le pagine di racconti di hooligans mi era venuta voglia di prenderne uno, quando mi è capitato tra le mani un libro dalla copertina coloratissima e con rappresentate maglie di squadre inglesi di serie minori. "Where's your Caravan?" di Chris Hargreaves.


Onestamente non avevo idea chi fosse Hargreaves tanto meno di che squadre fossero alcune delle maglie rappresentate in copertina. Ho letto il retro e parlava sostanzialmente della storia narrata in prima persona di Chris Hargreaves, calciatore inglese del sud che racconta tutta la sua carriera proprio ora che è finita e che può dedicare molto del suo tempo alla famiglia e al suo negozio di articoli sportivi.
Non ho resistito e mi sono seduto in una poltroncina a Waterstones a leggere il libro che stavo ancora decidendo se acquistare o meno. Le prime pagine parlavano del giovane Chris cresciuto nelle giovanili del Grimsby Town, quando giocava col contagocce e cercava la sua vera dimensione calcistica. Ormai mi aveva preso, troppo accattivante e la mia ragazza me l'ha regalato.
Mi piaceva la sera quando tornavo in albergo leggere qualche pagina del mio nuovo libro. Ricordo un aneddoto che mi ha colpito dell'autobiografia, quando Chris alla vigilia di un match ha preso un omino di pan di zenzero che a detta sua si è rivelato un portafortuna vista la prestazione nella partita seguente.
Ispirato a questo, la mia ragazza ha creato col fimo un bellissimo gingerbread man con la maglia del Brentford FC (dove per un anno ha giocato il protagonista) che fungeva da segnalibro.


Ora come ora mi sembra quasi di conoscerlo, ho vissuto attraverso quelle pagine tutte le sue emozioni, anche quella della vittoria del Play-offs con il Torquay United vissuta da capitano segnando il goal decisivo.

martedì 21 maggio 2013

La cultura delle terraces

Una mattina di febbraio di tre anni fa stavo parlando all'università con un mio amico e gli ho chiesto per quale motivo avesse sempre addosso la sciarpa del West Ham. Non è diciamo una delle squadre che in Italia va per la maggiore! Mi ha risposto che l'aveva acquistata a Londra dopo che per molto tempo era rimasto, per così dire, colpito dal film Hooligans di Lexi Alexander.
A quel punto ho voluto capirne di più. Così appena tornato a casa ho iniziato a cercare il film in questione e l'ho guardato. Immaginavo dal titolo l'argomento che si sarebbe trattato ma non immaginavo potesse essere così interessante.
Premetto che sono contro la violenza negli stadi e sostengo che gli scontri che accadono alle partite siano procurati da gente a cui il calcio non importa niente: ma il fenomeno dell'hooliganismo affascina, sapere cosa accadeva nelle terraces negli anno '70 e '80 in Inghilterra fa parte del bagaglio culturale di una persona.
Ecco che dalle avventure di Pete Dunham, fratello di The Major ovvero il leader della firm del West Ham contro i ragazzi di Tommy Hatcher, capo dei Millwall, hanno iniziato a prendermi e a incuriosirmi sempre di più. Non so quante volte l'ho rivisto quel film nei primi mesi, adesso riuscirei a riportare anche le battute.
Avevo finalmente capito il motivo della sciarpa degli Hammers, ma a quel punto dovevo comunque andare a fondo. Io e il mio amico allora siamo tornati in discorso e mi ha spiegato che tante cose le aveva imparate leggendo un libro di uno che dell'Intercity Firm dello United ha fatto parte: Cass Pennant. Essendo a Padova sono corso in libreria e fortunatamente avevano ancora una copia di "Congratulazioni! Hai appena incontrato l'ICF", scritto per l'appunto da Pennant.
Cass, autore di una serie di libri sul tema hooliganismo, è un nero che abitava a Londra e sosteneva i Clarets&Blue. Diventato grande abbastanza da incutere un pò di timore ha iniziato a fare parte del gruppo di Bill Gardner, capo appunto dell'ICF. Nel libro sono riportati scontri (come quello a Brighton vicino alla spiaggia contro i supporters locali), aneddoti (come si costruivano le spille dell'ICF partendo da un tappo di bottiglia), collegamenti con la cultura dell'epoca (il modo di vestirsi e i gruppi punk-rock come i Cockney Rejects) e anche storie di amicizia tra i componenti della Firm.
Tra parentesi, dato che il mio amico andava spesso a trovare sua sorella a Londra, mi ha fatto avere nel giro di un paio di settimane la sciarpa ufficiale della squadra di East London.


Quindi ho guardato il film "Cass" che racconta la storia dell'hooligan dalla sua giovinezza alla maturità delle terraces e qui ho capito cosa doveva essere nella realtà trovarsi in mezzo a tutti quei tafferugli prima, durante e dopo una partita di calcio: il fil è in inglese ma le immagini sono molto esplicite rispetto a "Hooligans".
Non contento di conoscere il fenomeno dal solo punto di vista degli hooligans ho voluto prendere un libro di Bill Burford "Tra i furiosi del calcio", dove il giornalista americano racconta le vicende della firm del Manchester United viste dall'interno non con gli occhi del tifoso ma con quelli del giornalista incuriosito dal fenomeno che negli anni '80 riguardava per lo più la working-class inglese.
Tra le tante cose che ho scoperto investigando sugli hooligans è che a Padova esiste un negozio chiamato non casualmente "Intercity Firm" dove si vende tutto quell'abbigliamento che caratterizzava i tifosi delle terraces. Chiaramente la prima volta che l'ho visitato ho preso una maglia con un treno intercity stampato e con la scritta sotto il logo del West Ham "Congratulations! You've just met the ICF".


Non resta che tornare a Londra e visitare la Green Street...

lunedì 20 maggio 2013

The Old Appiani


Last saturday I went for a walk in Padua city and I parked my car near Appiani Stadium (the previous pitch of Calcio Padova).
Since my girlfriend has never seen it I thought it might be interesting to show her something of what I believe should be considered one of the monuments in Padua city.
Approaching the stadium we heard a referee whistle from the pitch so I deduced that there must be a football match: Padova youth teams use to play there on saturday afternoons.
We walked for a while through the street near the stadium, we crossed the players and officials entrance and then we arrived at the central stand entrentrance where home supporters used to attend Padova's matches.
Being honest I had never been there, I've only played there once but I've never seen a match from the stands at Appiani but I guarantee that you can see all the historicity of a team like Padova from that ground.
Above the entrance of the spectators there is an inscription, now almost illegible, which was the header of the Municipal Silvio Appiani stadium.



Once inside we went up in the stands, although now there is only the middle one open and the others are pretty much damaged!
Also the nice thing to note is that where there is no grandstand around the field there is something like "terraces" that reminiscent British stadiums very much.



For the record, the game was among Padova Calcio U18 and  US ProMogliano Preganziol U18, a team based in Treviso, set up last year by the merger of two football teams.
I do not know how it turned out in fact we were there only a few minutes but I can guarantee that the level of play was very high and I have enjoyed some great skills in that quarter of an hour.

L' Old Appiani

Lo scorso sabato sono andato a fare una passeggiata in centro a Padova, la macchina l'ho parcheggiata vicino all'Appiani.
Dal momento che la mia ragazza non lo aveva mai visto ho pensato bene che potesse essere interessante farle vedere qualcosa di quello che io reputo uno dei monumenti della città.
Avvicinandoci allo stadio abbiamo sentito qualche fischio di arbitro per cui ho dedotto ci dovesse essere qualche partita in corso: solitamente giocano le giovanili del Calcio Padova il sabato.
Abbiamo camminato un pò per la via del campo, passato chiaramente l'ingresso degli atleti dove ero entrato quando ho giocato all'Appiani e siamo arrivati di fronte una vietta stretta dove alla fine si trovava l'ingresso alla tribuna centrale. Non ero mai stato li onestamente ma posso garantire che si può respirare tutta la storicità di una squadra come il Padova. Sopra l'ingresso del pubblico si trova una scritta, adesso praticamente illeggibile, che doveva essere l'intestazione del Comunale Silvio Appiani.



Una volta entrati siamo saliti sulle tribune, sebbene adesso ci sia solo quella centrale aperta e le altre siano praticamente lasciate andare! Inoltre la cosa bella da notare è che dove non c'è tribuna attorno al campo sono presenti delle "terraces" che ricordano moltissimo gli stadi britannici.
Per la cronaca la partita era tra gli allievi nazionali '96 del Calcio Padova e i pari età del ProMogliano Preganziol, formazione trevigiana nata lo scorso anno dalla fusione di due società.
Non so come sia andata a finire infatti siamo stati li solo pochi minuti ma posso garantire che il livello del gioco era molto alto e ho apprezzato qualche bella giocata in quel quarto d'ora.
Un aspetto che non mi è piaciuto è come il manto erboso sia stato lasciato andare da novembre quando, posso garantire, era un tappeto.




giovedì 16 maggio 2013

UN MAGAZZINIERE PER "AMICO"...

Correva l'estate 2003 e, come ogni precampionato, facevo l'impossibile per convincere mio papà a portarmi a vedere delle amichevoli alla sera, la maggior parte delle volte non si pagava e si poteva sempre incontrare qualche giocatore finita la partita.
Mi ricordo che quella sera allo stadio Tombolato andava in scena Cittadella-Palermo: i padroni di casa puntavano ad un tranquillo campionato in serie C1 mentre i rosanero erano pronti per il salto verso la massima categoria.
Prima della partita al bar dello stadio ho incontrato dei giocatori palermitani che però non conoscevo: ma mi ero portato via dei foglietti e una penna per cui ho pensato valesse la pena comunque avere loro autografi. 
La partita onestamente non era stata un granchè a parte il gran goal di Vasari da fuori area che ha di fatto deciso l'incontro in favore della formazione ospite.
A fine partita ho insistito affinchè mio papà mi portasse 10 minuti vicino agli spogliatoi ad aspettare i giocatori per qualche autografo. Dopo qualche minuto li ad aspettare mi si avvicina il magazziniere del Citta e mi chiede se non preferissi entrare direttamente negli spogliatoi invece che stare li fuori. Chiaramente non credevo alle mie orecchie (ok avevo 13 anni, adesso nessuno mi offrirebbe tanto!) e senza pensarci un istante sono entrato. Appena dentro ho trovato un giocatore del Palermo che stava riflettendo credo sulla sua prestazione. Aveva ancora addosso la maglia. Memore della trasmissione "Quelli che il calcio" dove Tonino Carino andava negli spogliatoi a reperire la maglia di uno dei protagonisti mi è venuto spontaneo chiedergliela, ma gli effetti purtroppo non sono stati quelli sperati: mi ha guardato malissimo e ha scosso la testa in tono di dissenso. Pazienza, non avevo mai ricevuto una maglia da un giocatore per cui...
All'uscita tutti i giocatori granata si sono fermati a salutarmi e io sono uscito un minimo sconsolato perchè avevo ancora in testa la maglia! Così mentre mi stavo avviando verso casa ho visto il magazziniere portare fuori l'ammasso di maglie della partita e mi è venuta l'illuminazione. Sono corso da lui a chiedergli se avesse per caso una maglia anche vecchia da darmi perchè ci tenevo veramente molto.
Doveva proprio avermi preso in simpatia perchè non avevo fatto ora a finire la frase che era entrato nel magazzino proprio sotto la tribuna centrale del Tombolato. Deve aver cercato un bel pò ma alla fine se ne è uscito con una maglia gigantesca! Era bellissima, bianca con inserti granata e alle spalle il numero 8, quello del capitano del Citta, Achille Mazzoleni; era della stagione precedente 2002/03. Ricordo di aver dormito con la maglia sotto il cuscino per qualche mese, senza contare che per tutto quel mese di agosto ce l'ho avuta addosso nonostante fosse invernale con le maniche lunghe.



In seguito quella stagione sono andato a vedere altre partite del Cittadella ma non ricordo quali di preciso. In un'occasione sono tornato dal mio "amico" magazziniere a cui ho chiesto anche un paio di pantaloncini. Con la stessa disponibilità dimostrata in precedenza ha tirato fuori dal magazzino anche un paio di calzoncini granata.


martedì 14 maggio 2013

SUBBUTEO, SUBBUTEOPIA AND...KNITTED GUYS



Last January I was reading some topics in the OldSubbuteo forum when I entered in the section dedicated to Subbuteopia.
Since I’m a Subbuteo lover I must inform about this film-documentary which was based on the different aspects that characterize the game, and the forum absolutely was the best place to deepen the knowledge. I continued reading a lot of pages about this topic and at a certain point I saw a picture full of all good things for every Subbuteo fan. Among the various things two huge Subbuteo man caught my attention: they seemed to be made of cloth.
I must admit that I was very curious about them and then I started looking for some information about those guys in internet. But sadly I didn’t find anything.
The only thing I could do was to contact the forum moderators of that discussion and ask them where I could find the Subbuteo players I wanted. Finally, after a few days, a user gave me a piece of information that might have helped me to know something more about those great small masterpieces.
It is in this way that I knew Dee Westwood by email.
As soon as I wrote her an email I asked Dee where to find them and she, maybe a little surprised by my question, answered me that she was the authoress of the players. They were knitted guys!
I must swear, I didn’t image till that moment that they could be handmade , they were too good to be true. In attached she sent a couple of other knitted guys pictures, for example a perfect copy of Ruud Gullit, the great AC Milan footballer with dreadlocks and moustache.
I’d love to have one of them so much but honestly I didn’t know how to ask a player to her: fortunately Dee proved to be very helpful through her emails then I asked her if she could manufacture one for me. I didn’t mind of what team.
Later I made a precise request, my favourite Fulham FC player, Hugo Rodallega with his dreadlocks!
Dee was really quick to knit him, she made him up and gave him life. Eventually one day she sent the first pictures of Hugo: well he was definitely a masterpiece as I imagined.
So after crossing the English Channel Hugo arrived in Italy.



Since I think it might be interesting to talk about these knitted guys and the film Subbuteopia with the person who has been involved in first person with these topics I decided to interview her to share these materials with all my blog readers.


1) How did you come up with the idea of the Subbuteo knitted guys?

I remarried my first husband after 13 years apart…. he moved into my house with ALL his Subbuteo and football memorabilia it was at about the same time that we also became grandparents because our elder son Ewan became a Dad. I decided that even though I was just 39, a Grandma should knit!!! And so I took up knitting which I had not tried since I was a child and learned from my own grandmother… anyway I had an idea to knit a Subbuteo player for Calum for Christmas. There was no pattern, I had no idea how to start, to I just cast on and went for it. Every time he came home I hid it and knitted something else so that he didn’t know. And so the first man was eventually made. You have no idea of the trouble I had with him. He is much bigger than the ones I now make having changed and improved the pattern over time. Each one I knit changed slightly until I got to “the perfect pattern”! Here is the first! Link
You can see a most of them here by the way. ALL of them have been made for specific people in our lives. One or two are sadly missing as photos were on a phone that I cannot get the photos again...Link

2) What is the knitted man you're most proud of?

Ah, Andrea, I'm proud of them all. How can I choose just one???
 I think I am most proud of the first one, but also of the one I made for my husband (this one simply can’t hold his head up!) and the 2 for the documentary “Subbuteopia” I'm very flattered to have been asked by you to make one and to be featured in your blog ;-)

3) What was your family's reaction seeing the first guy?

On Christmas morning, Calum was presented with a huge box Id made and wrapped. Only Jim (my husband) had seen him until then. Calum’s face was a picture as he opened it. He still makes us laugh!   This particular Subbuteo knit has also featured in forum posts a few times and created quite  a stir…. Mainly due to his size and appearance I think…. No one had seen one before of course. It was suggested I get a broom stock and make him into a goalie figure!

4) Let’s speak about the film/documentary Subbuteopia…

Being asked to take part in the film Subbuteopia was a brilliant experience and affected our whole family.
Our son Calum, who hand paints Subbuteo to magnificent standard. O.K I’m his Mum and would say that, but I don’t think anyone anywhere can paint like he does. He was asked to paint onto the Santiago teams and balls the Subbuteo hawk when whilst at my home filming. The film crew were so impressed he was “hired” there and then! (Westwood Table Soccer)
These became teams, individually numbered, never to be repeated and were given to people who had donated to a certain amount via Crowdfunding to help fund the film. Calum wasn’t in the film itself (except in the credits) because our friend Mark & Mary Parker had been featured as Subbuteo painters and have a business doing this. Mark owns the rights to Santiago, a very close replica to original HW Subbuteo figures.
My husband (now almost 53) has played Subbuteo all his life and he was also featured in the film…. He has a room dedicated to Subbuteo where his stadium set up and he plays in there every week. He has “solo leagues” where he plays as both teams and keeps logs of who scored. There is a library going back to when he was age 11.
Subbuteo -  my home is full of it. One room cannot house it all. It can be found stored in the loft and garage too!
The internet has brought those who love Subbuteo together and made us one big family. I love that we are a part of that and through the film a permanent part of its history. Each year we meet new friends from your beautiful country who come to England to play in “Old” Subbuteo Tournaments. A lot of people from England also travel to Italy to play too…. Sadly we never have the money to do this. I love to travel so I’d love it!
We were in Genova for the Premiere of Subbuteopia last May and as I understand it most towns in Italy have thriving Subbuteo clubs who meet often (weekly?) whereas in the UK this is not the case. We have to travel a long way to attend Subbuteo meetings.


In addition to being very happy for Rodallega and having therefore a unique piece, I am very happy to have known Dee, a very generous and helpful person who told me loads of things about Subbuteo in England.

SUBBUTEO, SUBBUTEOPIA E...OMINI DI MAGLIA


A gennaio stavo guardando qualche discussione nel sito di OldSubbuteo quando sono entrato nella sezione dedicata a Subbuteopia.
Data la mia passione per il subbuteo dovevo assolutamente informarmi su questo film-documentario basato in sostanza sui molteplici aspetti che riguardano il gioco, e il forum era senz’altro il posto migliore per approfondirne la conoscenza. Continuavo a passare in rassegna le varie pagine di discussioni e ad un certo punto ho visto una foto piena di ogni ben di Dio per un appassionato di Subbuteo. Tra le varie cose hanno catturato la mia attenzione due “miniature” di giocatori, per la verità poco miniature date le dimensioni, che a prima vista sembravano di stoffa.
La cosa, devo ammettere, mi aveva incuriosito non poco e sono subito andato in cerca di avere qualche informazione a riguardo in internet. Ma non si trovava assolutamente niente.
L’unica cosa da fare era contattare gli autori della discussione con un post e chiedere dove potessi cercare qualcosa di simile a quei pupazzi-giocatori. Finalmente dopo pochissimi giorni un utente mi ha dato le informazioni necessarie per riuscire ad avvicinarmi a quelli che già consideravo dei piccoli grandi capolavori.
È in questo modo che ho conosciuto, per mail si intende, Dee Westwood.
Le ho subito chiesto dove si potessero trovare e forse un po’ stupita per la mia domanda mi ha risposto che era lei a confezionarli. A maglia!
Giuro fino a quel momento non avrei mai detto che quelli che Dee chiama Knitted guys fossero fatti a mano, troppo belli per essere veri. In allegato mi ha anche inviato delle foto di altri suoi giocatori come ad esempio una copia perfetta del campione del Milano Ruud Gullit.
Desideravo tanto averne uno ma onestamente non sapevo come chiederglielo: fortunatamente il fatto che Dee si dimostrasse sempre molto disponibile nelle mail ha fatto si che un giorno le chiedessi di confezionarmene uno. Non importava quale.
In realtà in seguito ho formulato una richiesta precisa, il mio giocatore del Fulham preferito, Hugo Rodallega con tanto di treccine!
In una velocità disarmante Dee l’ha costruito e gli dato vita e un giorno ha postato le prime foto di Hugo: be decisamente un capolavoro come avevo immaginato.
Quindi dopo aver attraversato la Manica è arrivato in Italia.



Ma dato che credo possa essere interessante parlare di questi personaggi di maglia e del film Subbuteopia con colei che è stata in prima persona coinvolta con questi argomenti ho deciso di farle una sorta di intervista per condividere queste due materie con i lettori.

1) Come ti è venuta l’idea di confezionare delle miniature di Subbuteo di maglia?

Ho risposato mio marito dopo 13 anni…è venuto a casa mia con TUTTI I suoi accessori di Subbuteo e cimeli calcistici, era circa lo stesso periodo in cui siamo diventati nonni dopo che il nostro figlio maggiore Ewan è diventato papà. Ho pensato che anche se avevo solo 39 anni, una nonna dovesse lavorare a maglia!!! E così ho iniziato a sferruzzare, cosa che non facevo da quando era una bambina e mia nonna me l’aveva insegnato…comunque ho avuto l’idea di confezionare un giocatore di Subbuteo per Calum (figlio minore) per Natale. Non c’era un modello, non avevo idea come cominciare, ci ho provato ed ho continuato. Ogni volta che (Calum) tornava a casa lo nascondevo e lavoravo a qualcos’altro in modo che non ne sapesse niente. E così alla fine avevo fatto il primo ometto. Non avete idea delle difficoltà che ho avuto con lui. È più grande di quelli che faccio adesso avendo cambiato e perfezionato il modello nel corso del tempo. Ognuno che creavo veniva modificato di tanto in tanto finchè non ho raggiunto il modello perfetto!! Questo è il primo!! Link
Potete vedere qui altri esempi. TUTTI loro sono stati fatti per specifiche persone. Purtroppo un paio mancano in quanto le foto erano in un cellulare e non le riesco a recuperare. Link 

2) Di quale omino di maglia sei più fiera?

Ah, Andrea, sono orgogliosa di tutti loro. Come potrei sceglierne solo uno???
Penso di essere stata molto fiera del primo ma anche di quello che ho fatto per mio marito (quest’ultimo non riesce a tenere la testa su!) e dei 2 per il documentario “Subbuteopia”. Sono inoltre molto lusingata tu mi abbia chiesto di farne uno e di essere presente nel tuo blog ;-)

3) Qual è stata la reazione della tua famiglia vedendo il primo giocatore di maglia?

Alla mattina di Natale, ho presentato a Calum una scatola enorme che avevo fatto e incartato. Solo Jim (mio marito) lo aveva visto prima di allora. La faccia di Calum era un ritratto quando la ha aperta. Ci fa ancora ridere!
Questo particolare lavoro a maglia è stato presentato in alcuni post del forum (OldSubbuteo) e ha creato parecchio scalpore…Penso principalmente per la sua dimensione…Nessuno l’aveva visto prima chiaramente. Mi è stato anche suggerito di aggiungerci una scopa dietro per trasformarlo in un portiere!

4) Ed ora passiamo a parlare del film Subbuteopia e del Subbuteo in generale…

Fare parte nel film Subbuteopia è stata un’esperienza fantastica e ha coinvolto tutta la nostra famiglia.
A nostro figlio Calum, che dipinge a mano magnifiche miniature di Subbuteo (OK sono sua mamma e può essere normale che lo dica ma non credo che tutti sappiano dipingere come sa fare lui) è stato chiesto di dipingere nelle squadre e palloni Santiago il falco Subbuteo mentre stavano girando a casa nostra. La troup del film è stata così impressionata che è stato assunto li per li! (Westwood Table Soccer)
Queste miniature sono divenute squadre, numerate, che non saranno mai ripetute e sono state date a persone che hanno fatto offerte attraverso Crowdfunding per aiutare il finanziamento del film.
Mio marito (che ha quasi 53 anni) ha giocato Subbuteo tutta la sua vita ed è presente anche lui nel film…ha una stanza dedicata al Subbuteo dove c’è il suo stadio e ci gioca ogni settimana. Gioca campionati da solo in cui gioca lui con entrambe le squadre e tiene conto di chi segna. Ha una biblioteca che risale a quando aveva 11 anni.
Subbuteo – la mia casa ne è piena. Una stanza non può ospitare tutto. Si può trovare qualcosa anche in soffitta e in garage.
Internet ha unito le persone appassionate di Subbuteo e ha creato una grande famiglia. Mi piace pensare di farne parte e attraverso il film essere parte permanente della sua storia. Ogni anno incontriamo nuovi amici dal vostro bellissimo paese (l’Italia) che vengono in Inghilterra per giocare i tornei di Old Subbuteo. Un sacco di persone inglesi vanno a giocare in Italia…purtroppo non possiamo quasi mai permettercelo. A me piace viaggiare per cui mi piacerebbe molto.
Siamo stati a Genova per la Premiere di Subbuteopia lo scorso maggio e da quanto ho capito molte città in Italia hanno dei fiorenti club di Subbuteo dove ci si incontra spesso (settimanalmente?) mentre nel Regno Unito non succede. Dobbiamo fare lunghi tragitti per partecipare a incontri sul Subbuteo.

Oltre ad essere molto felice quindi per Rodallega e per avere quindi un pezzo unico, sono stato molto felice per avere conosciuto Dee, una persona davvero generosa e disponibile, e di aver appreso qualcosa in più riguardo il Subbuteo in Inghilterra.

lunedì 13 maggio 2013

Ritorno al futuro

A me sinceramente piace anche quel calcio un pò retrò, dei pantaloncini cortissimi, delle maglie di lana, delle scarpe di cuoio. Non ho periodi preferiti, mi piace tutto.
Informandomi sulla storia del Subbuteo, questo gioco che prende spunto dal calcio degli anni '50, ho imparato a distinguere le miniature e a percepirne l'evoluzione nel tempo.
All'inizio erano sostanzialmente delle figure in cartoncino di calciatori disegnati, per cui con le fattezze che potevano richiamare in qualche modo i cartoni animati. Le basi erano di plastica e il concetto del gioco è rimasto in sostanza immutato da allora.
Quello che io e la mia ragazza abbiamo tentato di fare è stato ricostruire una miniatura con le sembianze di quei primi prototipi di giocatori ma con materiale diverso e del tutto moderno: la pasta polimerica.
Una volta disegnato su un pezzo di carta il fronte e il retro del giocatore (dei Rangers Glasgow nella circostanza) è stata creata la base sullo stampo delle vere basi da Subbuteo e la figura è stata modellata più verosimilmente possibile alle originali.
Una volta che la pasta è stata cotta e si è solidificata sono state fissate le parti di carta. Il giocatore risulta dunque piatto come le prime miniature.
Questo il risultato..


Qui il link nel forum di OldSubbuteo di Donny, la miniatura del Rangers :)

Un pò di calcio anche in centro

Ok non ho la fortuna (da appassionato di calcio) di abitare in una città come Milano o Londra dove in ogni lato in cui ci si volta si vede un negozio del mio sport preferito ma anche a Padova qualcosa si può trovare.
Devo premettere innanzitutto che fino ad un anno fa non esisteva in centro neanche l'ombra di uno store calcistico, nonostante la squadra della città avesse iniziato a macinare buoni risultati culminati con il ritorno da molti insperato in serie Bwin.
All'incirca un anno fa, se non sbaglio, proprio in questo periodo dell'anno è nato lo store del Calcio Padova; in un primo momento è stato pubblicizzato nel sito come un vera e propria istituzione per ogni tifoso biancoscudato, la società ha chiesto addirittura ai tifosi una mano per allestire questo negozio all'interno del FlashStore offerto dalla Cassa di Risparmio del Veneto, davanti al Caffè Pedrocchi.
Non potevo ovviamente mancare, dovevo assolutamente visitare il Padova Store: sono andato con la mia ragazza un pomeriggio dopo lezione all'università e ci siamo trovati di fronte in pratica un angoletto con le maglie della squadra e qualche gadget. Per carità l'angolo in se era pieno e i prezzi del merchandising bassi ma non si trattava di uno store che rappresentasse il tifoso padovano. 
Quel pomeriggio in ogni caso Chiara mi ha regalato una tazza del Calcio Padova e ci sono stati regalati l'adesivo con lo scudo e una foto della squadra della scorsa stagione. 



Appena usciti abbiamo anche incrociato Michele Franco, terzino biancoscudato in centro e ancora con la tuta del Padova. 
C'è da dire che comunque si è cercato di creare un rapporto coi tifosi, per quanto il luogo sia a distanza di un anno ancora abbastanza piccolo e anonimo, almeno è presente; la società ha inviato qualche giocatore a firmare autografi la scorsa stagione come ad esempio Succi che era il più rappresentativo prima che venisse ceduto.
In via Roma quindi, in concomitanza con lo store patavino, è stato aperto un negozio della Joma, sponsor tecnico spagnolo del Calcio Padova. Si possono trovare tutti gli articoli dell'abbigliamento tecnico e da rappresentanza della squadra oltre alle maglie da gioco di tutte le formazioni targate Joma. Anche qui lo spazio è molto ristretto e siamo distanti dai conceptual stores sul calcio che ho visitato ad esempio a Barcelona. 
Tutto questo può essere considerato un buon inizio, chiaro che se si vuole creare qualcosa di sconvolgente e di coinvolgente per i tifosi della mia città c'è ancora molto da concepire e costruire.
Probabilmente la via migliore sarebbe viaggiare e capire come una qualsiasi squadra di Second Division della Football League abbia sempre lo store affollato di gente che compra di tutto perchè lo spazio espositivo, i poster dei giocatori alle pareti e personale alla mano attirano i clienti.

Una maglia per la statistica

Da quando mi sono laureato in statistica a ottobre ho sempre sentito che ragazzi di altre facoltà avevano bisogno di lezioni private perchè trovavano questo esame particolarmente ostico.
Una ragazza un giorno mi ha chiesto di preparare statistica e senza pensarci ho accettato. Sarebbe stato un buon ripasso anche per me.
Uno dei primi giorni che è venuta a casa mia ha visto la tribuna da Subbuteo che stavo costruendo e mi ha chiesto se anche io fossi uno dei tanti fanatici di calcio. Beh a mio si lo sono anche io...forse anche più fanatico degli altri.
Addentrandoci nel discorso mi ha confidato che anche lei era una tifosa prima di Calciopoli, del Milan per la precisione. Mi ha raccontato che a casa aveva un sacco di materiale anche storico dei rossoneri e che in una delle sue tante gite a S.Siro aveva conosciuto Pippo Inzaghi. Ma dato che l'esame incombeva e non c'era tempo da perdere il discorso era rimasto in sospeso.
La lezione dopo invece mi ha portato a far vedere qualcosa come 5 maglie ufficiali match worn di giocatori del Milan. Ricordo quella di Ambrosini dorata, quella rossonera di Kakà, quella grigia di Gattuso e una nera di Abbiati. Subito le ho chiesto come facesse ad averle e mi ha raccontato come un amico di suo papà lavorasse nella società di via Turati e riuscisse ogni tanto a portare a casa qualche cimelio.
Mi ha anche offerto di tenerle per qualche giorno ma ho preferito rifiutare, onde evitare facessero troppa voglia!
Quindi la lezione seguente ha portato un pallone della Champions League interamente firmato dalla rosa rossonera. Questa volta però ho fatto una foto!


 A quel punto mi è venuto spontaneo chiederle se ci fosse la possibilità di avere qualcosa: il Milan non è la mia squadra ma a me piace un pò tutto quello che riguarda il calcio!! Mi ha risposto che avrebbe provato a fare il possibile provando a chiamare questa persona che nonostante tutto era da un pò che non sentiva.
L'esame era arrivato e per la cronaca è riuscita a superarlo bene...qualche giorno dopo mi ha telefonato dicendomi che c'erano novità riguardo il discorso del Milan e che sarebbe arrivato probabilmente qualcosa.
Inutile dire che ero felicissimo per la notizia. Sono diventato ancora più impaziente quando mi ha detto che per una patch particolare la maglia era da considerarsi particolarmente importante.
Un giorno è venuta a casa mia con un pacco: appena l'ho aperto ho trovato la maglia di Kalac, secondo portiere del Milan qualche stagione fa. La maglia è della prima parte della stagione 2008/09, e la patch è quella del mondiale per club conquistato dai rossoneri nel dicembre 2007.


La maglia è stata preparata per una partita di serie A ma non è stata utilizzata dato che il portiere australiano è sceso in campo in solo un'occasione quell'anno. Inoltre ha la toppa che ricorda le 7 Champions vinte dal Milan fino ad allora.


Altri particolari sono la scritta "rossoneri" nel colletto e lo scudetto del Milan nel font della numerazione.


Credo di averla ringraziata un miliardo di volte, dopotutto anche se del Milan è un pezzo della mia collezione molto importante.

mercoledì 8 maggio 2013

Mi sembrava scontato solo un giornale..

Se c'è una cosa che mi è sempre piaciuto fare da quando ero piccolo è entrare nelle edicole e vedere se c'è qualcosa di originale di calcio.
Molto spesso qui in Italia al di la delle figurine dei calciatori Panini e di qualche card non si trova molto altro. Ricordo soltanto i Microstars, quelli effettivamente meritavano, caricature tridimensionali dei più grandi campioni della serie A.
In Inghilterra chiaramente, in ogni edicola in cui sono entrato (consiglio WHSmith), ho curiosato in ogni angolo alla ricerca di novità.
Innanzi tutto appena arrivato a Liverpool Street con lo Stansted Express ho voluto andare a prendere un giornaletto di una squadra. Nel 2010 la scelta era ricaduta sull'Arsenal, nel 2012 sui rivali del Tottenham Hotspurs. Questi giornali, che chiaramente trattano le diverse dimensioni all'interno del club in questione, mi ricordano tanto il giornale dell'Inter a cui ero abbonato e che adesso temo non venga più prodotto. Rispetto al nostro paese in Inghilterra è possibile trovare magazine anche delle squadrette più piccole, senza considerare ovviamente i match programme.


Quindi, in entrambe le occasioni ho anche preso le famosissime card Match Attax. Addirittura si organizzano veri e propri tornei dove partecipano anche giocatori. E' facile ad esempio ritrovarsi in un centro commerciale a Middlesbrough e incontrare l'ala destra del Boro che regala card ai bambini più o meno grandi con la sua foto chiaramente autografata.


Nel 2010 poi in occasione dei mondiali sudafricani, la FA ha acconsentito di creare i Gogo's dei giocatori della nazionale impegnati nella rassegna iridata. Erano venduti in bustine contenenti due calciatori. Chiara, la mia ragazza, mi ha regalato una bustina dove ho trovato il portiere Robert Green all'epoca estremo difensore del West Ham United e l'esterno del Tottenham Aaron Lennon.

Infine nel mio viaggio più recente, così per caso ho trovato da Harrod's, in occasione questa volta degli europei, i giocatori inglesi di character building, una sorta di ometti di lego ma con le caratteristiche dei giocatori che rappresentavano. Nella bustina, regalatami sempre da Chiara, questa volta ho trovato il terzino sinistro del Chelsea Ashley Cole con la divisa away dell'Inghilterra.


Oh, si gioca all'Appiani!

Stavo svolgendo la preparazione in vista dell'inizio del campionato di terza categoria con la mia squadra, il S.Fidenzio Polverara, quando una sera si presenta al campo un nostro dirigente:"Siete fortunati ragazzi, quest'anno si gioca anche all'Appiani".
La partita in questione era la trasferta a Padova contro il S.Precario che utilizzava il campo dell'Appiani per le partite casalinghe.
Ero decisamente esaltato all'idea di poter calcare quel terreno su cui ci avevano giocato Scagnellato, Blason, Pin, Rosa...ma anche interisti come Mazzola, Corso e Suarez. Uno stadio che ha fatto la storia del Calcio Padova, famoso per essere "La Fossa dei Leoni".
La domenica precedente non avevo dato tutto quello che potevo in partita, non perchè non fossi in giornata ma toglievo la gamba: non volevo essere squalificato ne tanto meno volevo perdermi l'avvenimento per infortunio.
Il 18 novembre poi è arrivato, ricordo che ero decisamente agitato. Non sapevo che aspettarmi dopo tutti i libri letti sull'impianto e dopo tutte le aspettative che mi ero creato.
Ho ripensato anche a Lello e a quello che mi aveva raccontato.
Sono entrato nello spogliatoio e credevo di trovare chissà che cosa: si vedeva che erano anni che nessuno lo toccava se non per sporadiche partite delle giovanili del Padova. Penso che per la serie A di oggi dove invece che di spogliatoi sarebbe più giusto parlare di spa, un ambiente così sarebbe impresentabile. Purtroppo. Si, perchè nonostante tutto li si respirava anche aria di storia, di un calcio che adesso non c'è più.
Sono andato a perlustrare il terreno di gioco coi miei amici, in realtà era solo una scusa per scattare qualche foto da dentro il campo.



Prima di entrare eravamo nel tunnel e credo che un pò a tutti sembrasse di essere dei calciatori veri, uno stadio con tribune a 360 gradi.
Una volta iniziata la partita tutto è cambiato, l'emozione è sparita e giocare su un campo così bello ha aiutato a fare anche qualche giocata in più; e stavolta mi son guardato bene dal trattenermi.

E poco importa se c'erano solo degli ultras del Sampre (come viene chiamata la squadra locale) e una decina di nostri tifosi/genitori in tribuna e il resto fosse tutto vuoto. Posso dire di avere giocato all'Appiani.
Per la cronaca la partita è finita 1 a 1.

giovedì 2 maggio 2013

La passione per il Subbuteo

Circa tre anni fa la mia ragazza mi ha regalato un libro scritto da Gabriella Greison, nota firma de La Gazzetta dello Sport, "Prossima fermata Highbury", che era una serie di racconti riguardanti il calcio londinese.
Tra i tanti racconti quello che mi ha colpito maggiormente è stato quello in cui si parlava del Charlton Athletic: il protagonista aveva per le mani una squadra di Subbuteo, il Charlton per l'appunto, per la precisione quello del '47 finalista di FA Cup, che con i suoi omini di plastica riviveva le grandi imprese passate della società a sud di Londra sconfiggendo suoi coetanei a partite di Subbuteo.
Prima di allora il Subbuteo l'avevo soltanto sentito nominare e, dato che pochissimi negozi vendevano questo materiale, non  c'avevo dato molto peso. Ma quel libro mi ha alimentato una grandissima passione per il gioco e ho iniziato a desiderare di avere una squadra. Vista la scarsa disponibilità economica in un primo momento ho acquistato solo uno spare del Manchester United su eBay portafortuna giusto per placare la voglia di avere un'intera squadra.
Ho iniziato da allora ad informarmi bene su come si giocasse frequentando il forum di OldSubbuteo dove ci sono giocatori prevalentemente italiani ma anche di altre nazionalità che raccontano delle proprie esperienze di gioco. Mi si è allora aperto un mondo: il Subbuteo non è soltanto un campetto di stoffa con degli ometti, è il gioco del calcio vero e proprio trasferito sulla tavola di casa!
Nel forum la cosa che mi ha incuriosito maggiormente è stata la sezione stadi: si va dal campetto di periferia a veri e propri stadi con telecamere annesse. C'è chi è andato oltre, costruendo anche i quartieri adiacenti agli impianti, costruendo botteghini, pub e talvolta gli store della squadra di casa. Un vero e proprio paradiso per gli appassionati di calcio, soprattutto di quello inglese dal momento che la maggior parte degli stadi riprendono modelli anglosassoni.
A questo punto si avvicinava Natale e sotto l'albero mia mamma mi ha fatto trovare la formazione nerazzurra dell'Inter di Subbuteo e il libro di Daniel Tatarsky "Subbuteo: storia illustrata della nostalgia". Evidentemente avevo sfinito chiunque con questa storia del calcio da tavolo. 
Ben presto mi sono accorto che giocare con una sola squadra era noiosetto ma soprattutto giocare senza porte e senza un vero e proprio campo era alquanto difficile. All'epifania ho preso sia i palloni che il campo da Subbuteo su Amazon a soli 6 euro.


Dopo un paio di giorni avevo il mio campo e avevo ordinato dalla Germania un lotto di 50 spettatori per la tribuna, o le tribune, a cui stavo lavorando (e che posterò a breve).
Avevo praticamente tutto se non che la mia Inter non aveva ancora un avversario. A Pasqua fortunatamente è arrivato l'Arsenal, marca Zeugo per cui con le basi diverse rispetto all'Inter. Ma tant'è, l'importante era iniziare a giocare per imparare bene questo gioco e iniziare a divertirsi.
Il solo telo del campo steso per terra però non faceva scivolare bene le miniature, che molto spesso si ritrovavano a cadere e a non beccare neanche lontanamente il pallone. Si rendeva necessario un ultimo fondamentale acquisto: una tavola di compensato dove attaccare il panno di gioco.
Da li con la mia ragazza sono iniziate le visite a diversi negozi di bricolage per cercare qualcosa che corrispondesse alle esigenze che avevo col mio campo. Una volta trovato il legno ho attaccato con le puntine il panno e da li è iniziato veramente il vero gioco del Subbuteo.
Dimenticavo le porte! Per quelle ho coinvolto mio nonno che ha fatto un vero e proprio capolavoro ricreandole praticamente identiche alle originali con materiale di recupero.


Era tutto pronto ma dopo qualche partita da solo era necessario trovare un avversario: in questo devo ringraziare enormemente la mia ragazza che, dopo aver saputo del rifiuto a giocare dei miei amici, si è prestata a giocare più di qualche partita nei pomeriggi a casa mia. Dandomi anche qualche sonora batosta.
La partita è sempre Arsenal-Inter ma conto di riuscire a prendere qualche altra squadra il prima possibile anche perchè più si impara a giocare e più diventa divertente il gioco.
Fortunatamente nell'ultimo periodo il Subbuteo sembra aver ripreso piede. In ogni caso restano sempre le persone di OldSubbuteo che tengono enormemente agli omini di plastica!

Passeggiando per Chioggia

Ieri ho fatto una passeggiata attorno alla laguna di Chioggia, il tempo non era dei migliori ma il paesaggio è sempre molto bello.
Proprio da queste parti si affaccia lo stadio Aldo e Dino Ballarin, dove gioca la formazione locale della Clodiense nel campionato di serie D.
Un tempo era chiamata Union ClodiaSottomarina, in seguito poi a problemi societari negli ultimi anni c'è stata una rifondazione che ha portato nuovo nome, nuovo logo ma ha mantenuto la storia di una società che ha fatto maturare tanti giovani campioni.


Il campo è molto bello, mi ricorda moltissimo il Craven Cottage essendo situato proprio ai margini di un corso d'acqua, non il Tamigi ma la laguna del Lusenzo. Come lo stadio inglese poi è inserito in un contesto urbano, circondato per lo più da case ed è raggiungibile convenientemente a piedi.
Da fuori l'entrata presenta i busti dei due ex granata a cui l'impianto è dedicato, separati ovviamente dall'intestazione dello stadio.



I cancelli che separano l'entrata dalla tribuna centrale sono del color granata tipico della squadra locale. Lo stadio è interamente circondato da gradinate e può arrivare ad ospitare circa 3600 spettatori.
Recentemente è stato anche il campo della rappresentativa under 17 della nazionale italiana che ha ospitato i pari età della Svizzera.
Purtroppo ieri era tutto chiuso perchè la Clodiense stava preparando la partita ultima di campionato determinante per la permanenza nella zona Play-Off e non mi è stato possibile fare foto al campo.


Senz'altro l'anno prossimo andrò a vedere una partita di questa squadra che può senz'altro essere considerata storica.

I colori del BvB

Dopo la grandissima prestazione nella doppia sfida di Champions in semifinale contro il Real Madrid, ho deciso di dedicare finalmente un post al Borussia Dortmund.
Avrò avuto 6 o 7 anni la prima volta che mi sono imbattuto nella promo di una partita di coppa del Borussia Dortmund, e quella maglia dai colori sgargianti, sebbene non sapessi a che squadra effettivamente appartenesse, mi è da sempre rimasta impressa nella mente.
Col tempo ho iniziato anche a interessarmi alla Bundesliga e il BvB, come è chiamato il Borussia in Germania, sebbene non sia la mia squadra preferita nel campionato tedesco, senza dubbio mi ha sempre affascinato per i suoi colori.
Nei miei più recenti soggiorni a Stoccarda ho anche iniziato una piccola collezione di materiale della squadra di Dortmund. Non sono facilissimi da reperire ma nei negozi di sport alcuni articolo di altre squadre che non siano il VfB Stuttgart è anche possibile trovarli.
Nel 2009 ho acquistato la fascia da capitano, ovviamente marchiata Kappa, quello che era lo sponsor tecnico della stagione. Essendo in prevalenza gialla, veniva usata nelle partite in trasferta quando la maglia era nera ed era meglio visibile la fascia.

Quindi nel 2011, giusto un paio di mesi dopo la conquista del Meisterschale, ho trovato casualmente la maglia celebrativa della conquista del trofeo. Davanti, assieme al logo del BvB, appare una scritta in tedesco "Wir Lieben Fussball" (Noi amiamo il calcio), mentre dietro, sopra lo sfondo che rappresenta il Meisterschale è presentata tutta la rosa che ha portato alla vittoria del campionato compreso lo staff tecnico. Il tutto ovviamente stampato in nero sulla maglia rigorosamente gialla del BvB.


La collezione sono certo che non terminerà qui, dal momento che ogni anno vado in Germania troverò senz'altro altri prodotti interessanti di questa squadra fatta di giovani che ha appena raggiunto un traguardo importantissimo come la finale di Champions League.