Era il
desiderio di tanti amanti del calcio retrò, il calcio dei palloni di cuoio e degli scarpini in pelle dura, che tutti quei
cimeli di Aldo e Dino Ballarin, eroi del Grande Torino di Novo, trovassero una casa, certa, dove tutti i tifosi potessero avere un riferimento per rivivere quella squadra imbattibile: finalmente,
dal 9 ottobre 2021 questo desiderio, per anni un sogno,
è diventato realtà!
Nativi di Chioggia, Aldo e Dino Ballarin continuano ad essere un punto di riferimento per questa città di mare, il nuovo Museo Ballarin infatti è allestito proprio in questa città, temporaneamente in Campo Marconi presso il Museo Civico, quindi, tra qualche tempo, avrà nuova sede presso il Palazzo Ravagnan, location esclusiva e degna di tanta memorabilia che vi è e che vi sarà esposta.
A pensare e ideare questo progetto sono stati ancora una volta Nicoletta Perini e Davide Bovolenta, discendenti della famiglia Ballarin, abili a raccogliere e conservare con estrema cura e competenza tanti oggetti appartenuti ai due campioni granata e a raccontare ai visitatori questa tragica, ma pur sempre gloriosa, storia del Grande Torino e dei suoi protagonisti.
Nella stanza del Museo dedicata alla Mostra Ballarin, si parte con un pannello che narra la carriera calcistica dei due fratelli attraverso numerose foto di famiglia e di campo: ancora una volta è evidente e molto forte il legame con la città di Chioggia.
La parete successiva è invece un altro pannello dove si racconta il Grande Torino, sempre attraverso molte foto dove si possono riconoscere anche il Capitano Valentino Mazzola, Rigamonti, Gabetto, Loik e tutti i protagonisti di quella squadra capace di conquistare ben 5 scudetti consecutivi.
Personalmente ho molto apprezzato una foto di Aldo con Romano Penzo dell'Inter: si tratta di un concittadino, divenuto famoso per aver siglato ben 5 reti in un solo match proprio con la maglia nerazzurra.
Aldo Ballarin è stato anche l'unico chioggiotto a vestire l'azzurro della Nazionale, come viene ben spiegato nel pannello dedicato a questo tema: 9 saranno le presenze totali con la FIGC, prima che questa importante carriera con i colori italiani venisse spezzata proprio dallo schianto di Superga.
Il 3 maggio 1949 è il giorno in cui il Grande Torino gioca la sua ultima partita, a Lisbona contro il Benfica di Francisco Ferreira, in un incontro in onore del capitano portoghese che, molto legato a Mazzola, aveva chiesto al N. 10 granata di portare la propria squadra a giocare quell'amichevole - poi persa per 4-3.
Tutti sappiamo come è andata il giorno seguente, in quella giornata infausta, nei pressi della Basilica di Superga. Alla mostra è possibile anche ammirare un modellino in scala perfettamente riprodotto della Basilica, luogo di culto per moltissimi tifosi granata.
Le figurine Panini, Lavazza e molte altre sono esposte nella teca in buona compagnia dei biglietti più iconici di quel Toro: quello dell'ultima partita in Serie A contro l'FC Internazionale, quello dell'amichevole contro il Benfica e quello di River Plate - Torino Simbolo, incontro organizzato per raccogliere fondi per le famiglie dei ragazzi granata., dove si sono affrontati la compagine di Buenos Aires contro una selezione formata da giocatori di diverse squadre della Serie A di allora.
Di sottofondo si sentono scanditi i nomi dei campioni granata in un notiziario d'epoca a seguito della tragedia aerea, mentre in uno schermo si alternano immagini di Mazzola, Ballarin e compagni intenti a segnare contro le più forti compagini del campionato italiano (immagini in bianco e nero stupende, direttamente dall'archivio Luce!).
Le parole del notiziario sembrano provenire da una radio degli anni '40 ed infatti eccola esposta nella teca più grande della mostra: nella stessa, fanno da sfondo le copertine dei giornali e dei quotidiani del giorno seguente quel 4 maggio 1949, mentre a terra c'è la valigia di Aldo e Dino, ritrovata a Superga e contenente i passaporti dei due calciatori di Chioggia. E poi ancora palloni e scarpini, tante foto, bellissime, che riportano decisamente ad altri tempi e ad un calcio diventato leggenda.
Poi le scarpe Pelnova, marchio promosso da Capitan Valentino, nuove e destinate ai Ballarin, le tute da allenamento dei due campioni, una delle quali azzurra della Nazionale di calcio italiana!
Personalmente mi ha colpito moltissimo una macchina per la compilazione del Totocalcio, un pezzo che mai prima d'ora mi era capitato di vedere e che ben si sposa con il periodo storico di cui fanno parte praticamente tutti gli oggetti esposti: la schedina nasce difatti nel 1946!
L'ultima teca è totalmente dedicata al calcio chioggiotto, ovvero alle origini dell'attuale Union Clodiense, squadra granata nata nel 1971 dalla fusione tra i biancoazzurri del Clodia e tra i neroverdi del Sottomarina.
I gagliardetti delle 3 società coinvolte fanno bella mostra di se, assieme chiaramente alle 3 maglie.
Prima di congedarmi assieme al mio amico e collega Niccolò, abbiamo dato un'ultima letta alla lettera che il Presidente del Torino FC Cairo ha scritto agli ideatori della mostra, segno che la società piemontese ha condiviso appieno lo spirito di questa fantastica iniziativa.
E' stato bellissimo visitare questo Museo e sentirselo raccontare da Davide, uno dei maggiori artefici di questa bellissima mostra.
Per chi fosse interessato, l'appuntamento con la storia del Calcio di Aldo e Dino Ballarin è dal martedì al giovedì dalle 09.00 - 13.00 e dal venerdì alla domenica 09.00 -13.00 / 15.00 - 19.00!!