Lo scorso dicembre si è svolta a Polverara, un paese vicino al mio, la festa di Natale della squadra in cui gioco in concomitanza con la sagra locale.
Con l'occasione si sarebbe tenuta la presentazione del libro autobiografico di Dino Baggio, dal titolo "Gocce su Dino Baggio". Premetto che già di per se le presentazioni dei libri mi piacciono, se poi si aggiunge che il libro in questione parla di calcio e che l'autore vanta 60 presenze e 7 reti con la nazionale italiana allora ecco dimostrato come non ci sarebbe stato verso che mi perdessi l'evento.
Appena arrivato (in ritardo per la cena, ma in anticipo per la presentazione), ho intravisto Dino, altissimo e molto magro, un pò diverso da come me lo ricordavo quando ero piccolo con la maglia gialloblu del Parma.
Poi la presentazione in cui lui ha raccontato in prima persona le sue esperienze dapprima nelle giovanili del Torino e poi nell'avventura iridata a USA '94, quando, indossando da titolare la maglia numero 13 è arrivato alla finalissima contro il Brasile. Quella fortissima nazionale sarebbe stata battuta soltanto ai rigori dalla formazione verdeoro.
Una volta visto anche i video emozionanti di quel mondiale e altre immagini di goal strepitosi del centrocampista (come quello da fuori area in un Milan-Lazio di inizio anni 2000), c'è stato tempo per qualche autografo e qualche foto ricordo.
La cosa positiva, tra le altre cose, è stata constatare come Dino, nonostante un passato veramente unico da calciatore adesso è una persona veramente semplice.
Tra le numerose esperienze in carriera personalmente mi interessavano i suoi trascorsi all'Inter e al Blackburn Rovers (9 presenze e una rete in Premier League, ecco perchè ho catalogato il suo autografo, in un voucher del burger king, con la memorabilia inglese!).
domenica 30 giugno 2013
sabato 29 giugno 2013
Così puoi dire di aver fatto la storia...
Penso fosse così anche una volta ma ai giorni d'oggi ci sono molti giocatori che giocano per club blasonati e che in quegli stadi stracolmi e pieni di tifosi si comportano come delle statue! Fermi, ad alcuni sembra non interessi giocare se non per accaparrarsi i premi che prevedono i loro contratti milionari.
Ma questo non è un post per criticare il calcio ne i giocatori. Ci sono infatti personaggi che hanno fatto la storia di alcune società, tanto da guadagnarsi un posto d'onore al di fuori degli impianti che li hanno visti protagonisti per anni, che hanno segnato, vinto, fatto parlare di se.
Ad ora che scrivo questo articolo ho visitato qualche stadio per poter dire che molti tra i club più importanti hanno una statua dei loro campioni.
Fuori da Stamford Bridge, il Chelsea ha piazzato sotto la West Stand proprio pochi giorni prima della mia visita nel 2010 una statua molto bella di Peter Osgood, attaccante dei Blues negli anni '60 e '70 e autore di più di 100 reti con i lions.
Craven Cottage, la casa del Fulham Football Club, è stata anche la dimora di un campionissimo tra gli anni '50 e '60, il Maestro Johnny Haynes. Numero 10, personaggio di grande carattere e di forte carisma, ha fatto la storia dei Cottagers, è infatti il più presente white di tutti i tempi con le sue 658 presenze, molte delle quali da capitano, e il migliore marcatore nella storia del Fulham con 158 reti all'attivo. La statua è proprio fuori la Johnny Haynes Stand.
Aveva tre nazionalità Kubala: ungherese, slovacca e spagnola. Era un centrocampista del Barcelona, in cui aveva giocato per ben dieci anni facendo di fatto la differenza: 186 presenze e 131 reti sono stati i suoi numeri durante il periodo blaugrana. Tanto gli è bastato a farlo diventare un vero idolo per il popolo catalano e a fargli dedicare una statua fuori dal Camp Nou che ora è terreno in cui giocano calciatori che presto diventeranno leggende a loro volta.
Infine, l'ultima statua in ordine cronologico che ho visto è quella di Thierry Henry. Il francese ha da poco lasciato l'Arsenal in quanto era finito il suo prestito dai Red Bulls di New York ai londinesi. E' stata una scelta di cuore la sua, risollevare le sorti di un Arsenal in difficoltà nel 2011/'12. Ha segnato 228 goal per i Gunners durante tutta la sua permanenza, li ha portati di prepotenza alla finale di Champions nel 2006 ed è stato per anni l'emblema della squadra di North London.
Ma questo non è un post per criticare il calcio ne i giocatori. Ci sono infatti personaggi che hanno fatto la storia di alcune società, tanto da guadagnarsi un posto d'onore al di fuori degli impianti che li hanno visti protagonisti per anni, che hanno segnato, vinto, fatto parlare di se.
Ad ora che scrivo questo articolo ho visitato qualche stadio per poter dire che molti tra i club più importanti hanno una statua dei loro campioni.
Fuori da Stamford Bridge, il Chelsea ha piazzato sotto la West Stand proprio pochi giorni prima della mia visita nel 2010 una statua molto bella di Peter Osgood, attaccante dei Blues negli anni '60 e '70 e autore di più di 100 reti con i lions.
Craven Cottage, la casa del Fulham Football Club, è stata anche la dimora di un campionissimo tra gli anni '50 e '60, il Maestro Johnny Haynes. Numero 10, personaggio di grande carattere e di forte carisma, ha fatto la storia dei Cottagers, è infatti il più presente white di tutti i tempi con le sue 658 presenze, molte delle quali da capitano, e il migliore marcatore nella storia del Fulham con 158 reti all'attivo. La statua è proprio fuori la Johnny Haynes Stand.
Aveva tre nazionalità Kubala: ungherese, slovacca e spagnola. Era un centrocampista del Barcelona, in cui aveva giocato per ben dieci anni facendo di fatto la differenza: 186 presenze e 131 reti sono stati i suoi numeri durante il periodo blaugrana. Tanto gli è bastato a farlo diventare un vero idolo per il popolo catalano e a fargli dedicare una statua fuori dal Camp Nou che ora è terreno in cui giocano calciatori che presto diventeranno leggende a loro volta.
Infine, l'ultima statua in ordine cronologico che ho visto è quella di Thierry Henry. Il francese ha da poco lasciato l'Arsenal in quanto era finito il suo prestito dai Red Bulls di New York ai londinesi. E' stata una scelta di cuore la sua, risollevare le sorti di un Arsenal in difficoltà nel 2011/'12. Ha segnato 228 goal per i Gunners durante tutta la sua permanenza, li ha portati di prepotenza alla finale di Champions nel 2006 ed è stato per anni l'emblema della squadra di North London.
mercoledì 26 giugno 2013
Match prograaaaaam!!!
Vai a vedere una partita: a me piace prendere un bel panino con salsiccia (e, viaggio/stomaco permettendo cipolla), visitare lo store della squadra in questione e andare a prendere il programma della partita, quello che gli inglesi chiamano non a caso match program.
In Italia il concetto di match program è un minimo diverso da quello inglese: il primo è di solito un piccolo opuscoletto in cui vengono presentate a grandi linee le formazioni, fornendo una breve sintesi generale sull'attuale posizione in classifica della squadra, mentre il secondo comprende più o meno tutto lo scibile sulla partita, analizzando a fondo le statistiche della squadra di casa e di quella in trasferta, intervistando i giocatori, allenatori e molto spesso anche i dirigenti.
In Italia solitamente il programma è gratuito, in Inghilterra il libretto distribuito alle partite costa all'incirca £3, ma vale assolutamente la pena acquistarlo, se non altro per provare a farlo autografare dai giocatori che si vedranno in campo.
Nel corso del tempo ho collezionato numerosi programmi anche storici che sono chiaramente andati persi o buttati via durante le mie assenze da casa, tuttavia qualcosa mi è rimasto e desidero presentarlo sulle pagine del blog.
Nel campionato 2005/'06 sono stato invitato dalla Ternana Calcio a vedere una partita delle Fere in un freddissimo pomeriggio di gennaio contro il Bari del centravanti Santoruvo. In prima pagina del programma c'era il mio giocatore preferito Orlando Fanasca, all'interno c'era anche un'ampia intervista al trequartista rossoverde.
Nel 2006 sono andato a vedere la prima squadra della Piovese in Serie D, sono entrato gratuitamente perchè giocavo negli Allievi e sono rimasto sorpreso come avessero creato per la promozione un piccolo match program che descriveva la partita e intervistava a turno un componente dei biancorossi.
L'Inter, la mia squadra del cuore, ha pubblicato il programma delle partite per circa 2 stagioni:2006/'07 e 2007/'08. In questi anni sono andato un paio di volte a S.Siro a vedere la Beneamata e in entrambe le occasioni non mi sono fatto sfuggire il libretto: in confronto agli opuscoletti di altre squadre qui con solo 1 euro si entrava in possesso di un vademecum sulla formazione nerazzurra, al centro del quale c'erano un paio di poster dei campioni interisti. Le partite in questione sono Inter-Palermo e Inter-Genoa.
Arriviamo allora alle partite più recenti, al Tombolato di Cittadella. Premetto che seguo i granata dal 2000, anno della loro prima promozione in Serie B, e che da allora ogni anno almeno 2 partite me le sono viste! Nonostante avessi tenuto tutti i programmi che distribuivano gratuitamente fuori dell'impianto, me ne sono pervenuti soltanto un paio, ovvero quelli della stagione 2008/'09, rispettivamente Cittadella-Piacenza e Cittadella-Pisa, entrambe le partite valide per il campionato cadetto.
Ormai 2 stagioni fa sono stato all'Euganeo a vedere Padova-Sassuolo, portandomi a casa anche in questo caso il programma, a dire il vero sono 8 pagine di cui la maggior parte dello spazio è occupato da sponsor, resta tuttavia un ottimo ricordo della giornata! E' proprio del Padova la prima partita che ho visto in vita mia, contro il Perugia nel 1997/'98. Il mio primo match program in assoluto è sempre del Padova, stagione 1998/'99, Padova-Carpi valevole per il campionato di serie C1 girone A.
E arriviamo quindi al fiore all'occhiello della collezione di programmi, ovvero quelli inglesi del Fulham Football Club. Nell'ottobre 2010, quando quasi per caso mi sono ritrovato al Craven Cottage solo 2 giorni dopo la partita casalinga contro l'Everton di Moyes, ho fatto visita allo shop dello stadio: all'uscita mi è stato regalato il programma di quella partita con Dickson Etuhu in copertina; nonostante non l'avessi vista mi è piaciuto il gesto dei commessi dello store! Quindi in occasione della gara di Barclays Premier League Fulham-Aston Villa dello scorso ottobre, ho preso il match program con Ashkan Dejagah in prima pagina e con immagini veramente belle all'interno anche delle partite giocate in passato con i villans proprio da uno di quei ragazzi che fuori dal Cottage urlano"Maaatch Prograaaaam!!!".
In Italia il concetto di match program è un minimo diverso da quello inglese: il primo è di solito un piccolo opuscoletto in cui vengono presentate a grandi linee le formazioni, fornendo una breve sintesi generale sull'attuale posizione in classifica della squadra, mentre il secondo comprende più o meno tutto lo scibile sulla partita, analizzando a fondo le statistiche della squadra di casa e di quella in trasferta, intervistando i giocatori, allenatori e molto spesso anche i dirigenti.
In Italia solitamente il programma è gratuito, in Inghilterra il libretto distribuito alle partite costa all'incirca £3, ma vale assolutamente la pena acquistarlo, se non altro per provare a farlo autografare dai giocatori che si vedranno in campo.
Nel corso del tempo ho collezionato numerosi programmi anche storici che sono chiaramente andati persi o buttati via durante le mie assenze da casa, tuttavia qualcosa mi è rimasto e desidero presentarlo sulle pagine del blog.
Nel campionato 2005/'06 sono stato invitato dalla Ternana Calcio a vedere una partita delle Fere in un freddissimo pomeriggio di gennaio contro il Bari del centravanti Santoruvo. In prima pagina del programma c'era il mio giocatore preferito Orlando Fanasca, all'interno c'era anche un'ampia intervista al trequartista rossoverde.
Nel 2006 sono andato a vedere la prima squadra della Piovese in Serie D, sono entrato gratuitamente perchè giocavo negli Allievi e sono rimasto sorpreso come avessero creato per la promozione un piccolo match program che descriveva la partita e intervistava a turno un componente dei biancorossi.
L'Inter, la mia squadra del cuore, ha pubblicato il programma delle partite per circa 2 stagioni:2006/'07 e 2007/'08. In questi anni sono andato un paio di volte a S.Siro a vedere la Beneamata e in entrambe le occasioni non mi sono fatto sfuggire il libretto: in confronto agli opuscoletti di altre squadre qui con solo 1 euro si entrava in possesso di un vademecum sulla formazione nerazzurra, al centro del quale c'erano un paio di poster dei campioni interisti. Le partite in questione sono Inter-Palermo e Inter-Genoa.
Arriviamo allora alle partite più recenti, al Tombolato di Cittadella. Premetto che seguo i granata dal 2000, anno della loro prima promozione in Serie B, e che da allora ogni anno almeno 2 partite me le sono viste! Nonostante avessi tenuto tutti i programmi che distribuivano gratuitamente fuori dell'impianto, me ne sono pervenuti soltanto un paio, ovvero quelli della stagione 2008/'09, rispettivamente Cittadella-Piacenza e Cittadella-Pisa, entrambe le partite valide per il campionato cadetto.
Ormai 2 stagioni fa sono stato all'Euganeo a vedere Padova-Sassuolo, portandomi a casa anche in questo caso il programma, a dire il vero sono 8 pagine di cui la maggior parte dello spazio è occupato da sponsor, resta tuttavia un ottimo ricordo della giornata! E' proprio del Padova la prima partita che ho visto in vita mia, contro il Perugia nel 1997/'98. Il mio primo match program in assoluto è sempre del Padova, stagione 1998/'99, Padova-Carpi valevole per il campionato di serie C1 girone A.
E arriviamo quindi al fiore all'occhiello della collezione di programmi, ovvero quelli inglesi del Fulham Football Club. Nell'ottobre 2010, quando quasi per caso mi sono ritrovato al Craven Cottage solo 2 giorni dopo la partita casalinga contro l'Everton di Moyes, ho fatto visita allo shop dello stadio: all'uscita mi è stato regalato il programma di quella partita con Dickson Etuhu in copertina; nonostante non l'avessi vista mi è piaciuto il gesto dei commessi dello store! Quindi in occasione della gara di Barclays Premier League Fulham-Aston Villa dello scorso ottobre, ho preso il match program con Ashkan Dejagah in prima pagina e con immagini veramente belle all'interno anche delle partite giocate in passato con i villans proprio da uno di quei ragazzi che fuori dal Cottage urlano"Maaatch Prograaaaam!!!".
martedì 25 giugno 2013
Piquè da masticare!
Ciò che veramente mi piace fare quando giro per il "mondo" è cercare il calcio più o meno in ogni angolo della città in cui mi trovo.
A Barcelona nell'ottobre 2011 c'era grande entusiasmo perchè la squadra aveva appena conquistato la Champions League e il blaugrana era presente più o meno ovunque.
Prima tappa appena smontati dal treno che dall'aeroporto portava al centro della città, quindi all'albergo, è stata andare in cerca di un supermercato dove fare i primi acquisti dato che fame e sete si facevano sentire!
Una volta finita la spesa e arrivato il momento di pagare alla cassa ho notato in una scatoletta una miriade di scatolette di chewin-gum con le foto ognuna di un giocatore dell'FC Barcelona! Tutti vestivano la divisa della stagione appena conclusasi, da David Villa a Messi, da Carles Puyol a Gerard Piquè.
Data la mia nota passione per il n. 3 catalano sono andato in cerca della sua scatoletta e una volta trovata l'ho presa!
Avrei voluto trovare altre cose del Barcelona tra i prodotti del supermercato ma data la veramente ridotta dimensione di quel posto non sono riuscito a prendere altro. Nel resto della città della Catalogna invece viene venduto di tutto della squadra locale! I numeri parlano chiaro: all'epoca erano 6 gli store ufficiali sparsi per le vie a scacchiera di Barcelona, senza contare le miriadi di bancarelle che vendono ogni cosa del merchandising blaugrana.
Qualche giorno dopo passeggiando nei pressi della Diagonal, ho chiesto a un edicolante delle cards della Liga BBVA che avevo visto esposte. Sorprendentemente costavano solamente 50 cent, non ho potuto fare a meno di acquistare pure quelle!!
A Barcelona nell'ottobre 2011 c'era grande entusiasmo perchè la squadra aveva appena conquistato la Champions League e il blaugrana era presente più o meno ovunque.
Prima tappa appena smontati dal treno che dall'aeroporto portava al centro della città, quindi all'albergo, è stata andare in cerca di un supermercato dove fare i primi acquisti dato che fame e sete si facevano sentire!
Una volta finita la spesa e arrivato il momento di pagare alla cassa ho notato in una scatoletta una miriade di scatolette di chewin-gum con le foto ognuna di un giocatore dell'FC Barcelona! Tutti vestivano la divisa della stagione appena conclusasi, da David Villa a Messi, da Carles Puyol a Gerard Piquè.
Data la mia nota passione per il n. 3 catalano sono andato in cerca della sua scatoletta e una volta trovata l'ho presa!
Avrei voluto trovare altre cose del Barcelona tra i prodotti del supermercato ma data la veramente ridotta dimensione di quel posto non sono riuscito a prendere altro. Nel resto della città della Catalogna invece viene venduto di tutto della squadra locale! I numeri parlano chiaro: all'epoca erano 6 gli store ufficiali sparsi per le vie a scacchiera di Barcelona, senza contare le miriadi di bancarelle che vendono ogni cosa del merchandising blaugrana.
Qualche giorno dopo passeggiando nei pressi della Diagonal, ho chiesto a un edicolante delle cards della Liga BBVA che avevo visto esposte. Sorprendentemente costavano solamente 50 cent, non ho potuto fare a meno di acquistare pure quelle!!
venerdì 21 giugno 2013
Dei calciatori alla mano!
Avevo già parlato in alcuni post precedenti di un materiale, la pasta polimerica, che permette di modellare delle figure che alla fine hanno una consistenza plastica. Ma col calcio cosa c'entra tutto questo?
C'entra se, come me, avete una fidanzata che vi realizza qualsiasi tipo di cosa inerente al calcio e al vostro campione preferito con questo genere di materiale.
In ordine cronologico è stato realizzato lo scudetto del Paris St. Germain, si poteva considerare un primo esperimento con questa pasta!
Quindi Stephane Sessegnon, all'epoca esterno della squadra parigina, nonchè mio giocatore preferito assieme alla punta Hoarau nella stagione 2008/'09.
Passando invece alle creazioni più recenti, dopo Inter-Olympique Marseille di Champions un anno fa è arrivato il centrocampista dell'Inter Joel Obi con le sue super caratteristiche treccine.
Parlando ancora di Inter, ecco la mascotte nerazzurra, in molte delle maglie da tempo libero della formazione di Milano nella stagione 2010/'11...
La scorsa estate invece è stata la volta del difensore catalano Gerard Piquè del Barcelona, ciuffo caratteristico (anche se recentemente si è rasato).
Dopo il mio week end tra Stoccarda e Monaco di Baviera è stata creata una piccola Allianz Arena, casa del Bayern Munchen e colorata di rosso, proprio come appare durante le gare casalinghe della squadra Campione d'Europa che nella prossima stagione verrà allenata da Pep Guardiola.
Dopo il soggiorno a Londra a vedere Fulham - Aston Villa invece mi ha confezionato uno Steve Sidwell nella mia divisa del Fulham preferita, la terza della stagione appena conclusa, completamente nera e con bande oblique bianco-dorate. Da notare le patches sulle maniche della miniatura di Ginger Iniesta!
Ultimo ma non meno importante, per il mio compleanno più recente mi è stato regalato un Juan Jesus nella divisa rossa da trasferta dell'Inter...inutile dire che questo mi è piaciuto veramente molto..ma la cosa sorprendente credo sia stato il fatto che Juan Jesus in persona ha espresso la sua approvazione per questo piccolo capolavoro!!
Ovviamente non ho messo tutte le mie creazioni di fimo a tema calcistico, senz'altro in futuro ci saranno delle new entry! Ma intanto sorge un dubbio? Quale il più bello??
C'entra se, come me, avete una fidanzata che vi realizza qualsiasi tipo di cosa inerente al calcio e al vostro campione preferito con questo genere di materiale.
In ordine cronologico è stato realizzato lo scudetto del Paris St. Germain, si poteva considerare un primo esperimento con questa pasta!
Quindi Stephane Sessegnon, all'epoca esterno della squadra parigina, nonchè mio giocatore preferito assieme alla punta Hoarau nella stagione 2008/'09.
Passando invece alle creazioni più recenti, dopo Inter-Olympique Marseille di Champions un anno fa è arrivato il centrocampista dell'Inter Joel Obi con le sue super caratteristiche treccine.
Parlando ancora di Inter, ecco la mascotte nerazzurra, in molte delle maglie da tempo libero della formazione di Milano nella stagione 2010/'11...
La scorsa estate invece è stata la volta del difensore catalano Gerard Piquè del Barcelona, ciuffo caratteristico (anche se recentemente si è rasato).
Dopo il mio week end tra Stoccarda e Monaco di Baviera è stata creata una piccola Allianz Arena, casa del Bayern Munchen e colorata di rosso, proprio come appare durante le gare casalinghe della squadra Campione d'Europa che nella prossima stagione verrà allenata da Pep Guardiola.
Dopo il soggiorno a Londra a vedere Fulham - Aston Villa invece mi ha confezionato uno Steve Sidwell nella mia divisa del Fulham preferita, la terza della stagione appena conclusa, completamente nera e con bande oblique bianco-dorate. Da notare le patches sulle maniche della miniatura di Ginger Iniesta!
Ultimo ma non meno importante, per il mio compleanno più recente mi è stato regalato un Juan Jesus nella divisa rossa da trasferta dell'Inter...inutile dire che questo mi è piaciuto veramente molto..ma la cosa sorprendente credo sia stato il fatto che Juan Jesus in persona ha espresso la sua approvazione per questo piccolo capolavoro!!
Ovviamente non ho messo tutte le mie creazioni di fimo a tema calcistico, senz'altro in futuro ci saranno delle new entry! Ma intanto sorge un dubbio? Quale il più bello??
domenica 16 giugno 2013
Ho una Confederations in casa
Prima giornata di Confederations Cup, Italia contro Messico, i finalisti degli Europei contro una delle selezioni più titolate del centro America. Chicharito contro Balotelli.
Ho aspettato questa occasione per presentare una maglia che è stata aggiunta alla mia collezione soltanto di recente e che di per se la ritengo un elemento abbastanza particolare.
A febbraio mio papà è stato in viaggio in Messico un paio di settimane e, come avrete capito leggendo le pagine del mio blog, ogni volta che qualcuno va da qualche parte finisce col portarmi a casa (fortunatamente) qualcosa del calcio, o in questo caso futbol, locale. Devo confessare che l'input era venuto dal sottoscritto, gli avevo espressamente chiesto di cercare la maglia di "El tricolor", il Messico.
Al ritorno quindi mi son ritrovato non solo con la divisa verde marchiata adidas della selezione centroamericana ma anche i calzoncini bianchi che completano il kit della nazionale dei cosiddetti "guerreros".
Proprio dietro il colletto infatti, viene riportata la scritta "somos guerreros", particolare che arricchisce la maglia come del resto il bellissimo logo della federazione calcistica messicana.
Ma è giusto parlare anche della nostra Italia: dopo aver presentato la maglia degli azzurri del '97 in uno dei miei primi post, questa volta vorrei mostrare la famosissima kappa kombat del 2002, indossata dai vari Vieri, Totti e Cannavaro tra gli altri, resa famosa purtroppo dalla tristissima esperienza ai mondiali di Corea e Giappone, rovinata dalla scandalosa prestazione del settore arbitrale internazionale.
Per quanto riguarda invece solo la maglia credo che questa sia una delle più belle divise mai indossate dalla nostra FIGC, il tessuto è elasticizzatissimo e la vestibilità è slim-fit.
Lo scudetto è molto semplice, riposta fondamentalmente il tricolore, mentre sulla manica sono presenti le 3 stelle raffiguranti gli altrettanti mondiali vinti dall'Italia fino ad allora.
E per finire, dato che siamo a poche ore dal debutto in questa competizione internazionale, rispolvererò un portafortuna che mi ha regalato mia mamma alla vigilia del mondiale di Germania 2006: non ha un nome, ma l'ho sempre tenuto con me in tutto il periodo dei mondiali e dato che quella volta ci ha portato più che fortuna, per ogni competizione iridata lo tiro fuori e me lo tengo accanto!
Ho aspettato questa occasione per presentare una maglia che è stata aggiunta alla mia collezione soltanto di recente e che di per se la ritengo un elemento abbastanza particolare.
A febbraio mio papà è stato in viaggio in Messico un paio di settimane e, come avrete capito leggendo le pagine del mio blog, ogni volta che qualcuno va da qualche parte finisce col portarmi a casa (fortunatamente) qualcosa del calcio, o in questo caso futbol, locale. Devo confessare che l'input era venuto dal sottoscritto, gli avevo espressamente chiesto di cercare la maglia di "El tricolor", il Messico.
Al ritorno quindi mi son ritrovato non solo con la divisa verde marchiata adidas della selezione centroamericana ma anche i calzoncini bianchi che completano il kit della nazionale dei cosiddetti "guerreros".
Proprio dietro il colletto infatti, viene riportata la scritta "somos guerreros", particolare che arricchisce la maglia come del resto il bellissimo logo della federazione calcistica messicana.
Ma è giusto parlare anche della nostra Italia: dopo aver presentato la maglia degli azzurri del '97 in uno dei miei primi post, questa volta vorrei mostrare la famosissima kappa kombat del 2002, indossata dai vari Vieri, Totti e Cannavaro tra gli altri, resa famosa purtroppo dalla tristissima esperienza ai mondiali di Corea e Giappone, rovinata dalla scandalosa prestazione del settore arbitrale internazionale.
Per quanto riguarda invece solo la maglia credo che questa sia una delle più belle divise mai indossate dalla nostra FIGC, il tessuto è elasticizzatissimo e la vestibilità è slim-fit.
Lo scudetto è molto semplice, riposta fondamentalmente il tricolore, mentre sulla manica sono presenti le 3 stelle raffiguranti gli altrettanti mondiali vinti dall'Italia fino ad allora.
E per finire, dato che siamo a poche ore dal debutto in questa competizione internazionale, rispolvererò un portafortuna che mi ha regalato mia mamma alla vigilia del mondiale di Germania 2006: non ha un nome, ma l'ho sempre tenuto con me in tutto il periodo dei mondiali e dato che quella volta ci ha portato più che fortuna, per ogni competizione iridata lo tiro fuori e me lo tengo accanto!
mercoledì 12 giugno 2013
United campione e Liverpool in Europa League..
Il calcio è uno sport molto semplice: segni tanto e vinci, allora sei un campione, raggiungi obbiettivi e porti a casa coppe. Subisci i goal, allora perdi, vai giù in classifica e si materializza lo spettro della retrocessione e dell'ultimo posto.
Dicevo che il calcio è uno sport semplice, per cui i concetti che ci stanno dietro non possono che esserlo altrettanto.
Allora, se data una squadra io vedo quanti goal ha segnato in una stagione e li confronto con quelli che ha subito posso avere un quadro di che tipo di squadra stiamo parlando e in che posizione si trova, all'incirca.
Ho analizzato la recente classifica finale della Barclays Premier League 2012/'13 per vedere attraverso i numeri se è possibile prevedere, secondo i dati a disposizione, la posizione finale di una squadra data la sua differenza reti. Chiaramente l'ipotesi da cui sono partito è più che sostenibile, è ovvio che per essere campione d'Inghilterra è molto meglio aver segnato più goal di quelli che si hanno subito. Ma la statistica, in ogni caso, tende a supportare con i suoi numeri questa teoria? E se si, una volta trovato un modello di previsione dei punti che conquisterò avendo una data differenza reti, ci sono delle anomalie rispetto alla nostra classifica reale?
Queste sono le domande che mi sono posto prima di iniziare una semplice analisi.
Sono partito quindi dalla classifica di quest'anno: Manchester United campione, seguito in Champions League dal Manchester City, Chelsea e Arsenal. Europa League solo per gli spurs che sono arrivati quinti (gli altri due posti a Swansea e Wigan, detentori delle coppe nazionali). Retrocessione diretta per il Wigan appunto, quindi i royals del Reading e Queen's Park Rangers.
Nella prima colonna a partire da sinistra troviamo la posizione, quindi la squadra, GF denota il numero di goal segnati, GS il numero di goal subiti, GD la differenza tra goal fatti e goal subiti e infine i punti totalizzati da ogni squadra.
La mia idea a questo punto era prevedere un modello che avendo come input la quantità di goal segnati e la quantità di reti subite (per semplicità ho calcolato la differenza delle reti), mi restituisse come output i punti guadagnati nell'arco della stagione:
Points = a + b*GD + e dove e può rappresentare un qualsivoglia errore.
Perchè io possa anche solo ipotizzare una relazione lineare devo prima visualizzare un diagramma di dispersione, in cui nelle ascisse ci sia la GD, ovvero la differenza reti e nelle ordinate i punti della squadra. Ad esempio il Manchester United avrà le coordinate (43 , 89).
Dicevo che il calcio è uno sport semplice, per cui i concetti che ci stanno dietro non possono che esserlo altrettanto.
Allora, se data una squadra io vedo quanti goal ha segnato in una stagione e li confronto con quelli che ha subito posso avere un quadro di che tipo di squadra stiamo parlando e in che posizione si trova, all'incirca.
Ho analizzato la recente classifica finale della Barclays Premier League 2012/'13 per vedere attraverso i numeri se è possibile prevedere, secondo i dati a disposizione, la posizione finale di una squadra data la sua differenza reti. Chiaramente l'ipotesi da cui sono partito è più che sostenibile, è ovvio che per essere campione d'Inghilterra è molto meglio aver segnato più goal di quelli che si hanno subito. Ma la statistica, in ogni caso, tende a supportare con i suoi numeri questa teoria? E se si, una volta trovato un modello di previsione dei punti che conquisterò avendo una data differenza reti, ci sono delle anomalie rispetto alla nostra classifica reale?
Queste sono le domande che mi sono posto prima di iniziare una semplice analisi.
Sono partito quindi dalla classifica di quest'anno: Manchester United campione, seguito in Champions League dal Manchester City, Chelsea e Arsenal. Europa League solo per gli spurs che sono arrivati quinti (gli altri due posti a Swansea e Wigan, detentori delle coppe nazionali). Retrocessione diretta per il Wigan appunto, quindi i royals del Reading e Queen's Park Rangers.
La mia idea a questo punto era prevedere un modello che avendo come input la quantità di goal segnati e la quantità di reti subite (per semplicità ho calcolato la differenza delle reti), mi restituisse come output i punti guadagnati nell'arco della stagione:
Points = a + b*GD + e dove e può rappresentare un qualsivoglia errore.
Perchè io possa anche solo ipotizzare una relazione lineare devo prima visualizzare un diagramma di dispersione, in cui nelle ascisse ci sia la GD, ovvero la differenza reti e nelle ordinate i punti della squadra. Ad esempio il Manchester United avrà le coordinate (43 , 89).
Effettivamente noto come tutte le squadre abbiano una combinazione di reti fatte e reti subite e punti totalizzati che si dispone su una retta con anche una certa precisione.
Arrivo a questo punto a stimare il modello di cui ho parlato in precedenza. Ma prima osservo che esiste tra le squadre un dislivello notevole, nessuna compagine ha infatti una differenza reti compresa tra -4 e 15: c'è chi merita quindi nettamente di stare nella parte alta della classifica e chi invece è nettamente da parte bassa del torneo della Premier League.
La statistica R squared ci dice che il nostro modello spiega all'incirca il 94% della realtà, possiamo ritenerci molto soddisfatti, in quanto riesce a catturare alla grande i meccanismi che regolano questo tipo di previsione.
Quindi il modello sarà: Points = 51,6 + 0,71*GD
Ciò significa che se la mia squadra, il Fulham, ha una differenza reti di -10, mi aspetto che nella stagione abbia totalizzato almeno 45 punti.
Ho applicato a tutte le squadre questo modello e ovviamente la cosa interessante è vedere come cambia la classifica se il calcio fosse dettato da regole matematiche piuttosto che giocato da persone umane, che possono magari vincere una partita 5 a 0 contro la prima per poi prenderne quattro dall'ultima in classifica la partita seguente.
Ecco dunque la classifica che ne risulterebbe:
Le colonne, partendo da sinistra delineano: la posizione predetta dal modello, il nome della squadra, i punti predetti dal modello, la differenza di punti rispetto alla realtà (in verde se rispetto alla realtà si sono guadagnati punti e in rosso se si sono persi punti, sempre passando dalla previsione del modello alla realtà) e quante posizioni sono state guadagnate (in verde) e quante invece sono state perse (in rosso) rispetto alla realtà.
In sostanza lo United rimane campione di Inghilterra ma con ben 7 punti in meno (la squadra reale ha fatto meglio di quello che ha predetto il modello, il Manchester ha in questo modo ottimizzato le reti segnate, ciò significa che, a discapito di una differenza reti del genere, ha portato a casa più punti possibili, magari grazie a vittorie risicate).
Il contrario si può dire invece per le squadre con segno verde come Chelsea e Arsenal: hanno totalizzato meno punti del previsto data la loro differenza reti proprio perchè non sono state altrettanto brave ad ottimizzare le reti segnate. Magari uscendo da una partita sconfitti di misura o vincendo partite con molti goal di scarto.
L'unico caso in cui il modello ha previsto senza errori è stato il decimo posto del West Ham United a 46 punti, proprio quelli che hanno totalizzato nella stagione i clarets and blue.
Sorpresona della stagione rimane il quinto posto teorico del Liverpool con ben 10 punti in più di quelli portati a casa quest'anno: i due 5-0 contro Swansea e Norwich e il 4-0 inflitto al Fulham hanno fatto si che la loro differenza reti fosse di gran lunga migliore del previsto: vincere una partita 1a0 o 5a0 infatti porta agli stessi punti!
Infine retrocedono anche in questo caso Wigan, Reading e QPR.
Tutto questo lavoro perchè mi sono ispirato vedendo la presentazione del libro "The Number Games" del Prof. Chris Anderson in programma a Waterstones il prossimo 17 giugno, in cui l'autore analizza il calcio attarverso le sue lenti statistiche.
lunedì 10 giugno 2013
Il Grenal di Porto Alegre
Quando si dice seguire il calcio a 360 gradi! Non ho mai snobbato un singolo campionato in questo mondo, adoro informarmi di qualsiasi partita di ogni categoria e di qualsivoglia nazione.
Questa volta, dato che delle persone a me vicine hanno avuto da fare in Brasile, volevo scrivere qualcosa riguardo le squadre principali di Porto Alegre, città di per se molto grande e importante a sud del paese carioca.
A Porto Alegre ci sono due "times" principali, il Gremio (detto anche tricolor) e l'Internacional (chiamato Inter dalla torcida). Queste danno vita al famosissimo derby del Grenal (GREmio InternacioNAL), molto sentito dalle parti del Rio Grande do Sul.
Gremio e Internacional, come la maggior parte delle formazioni brasiliane, sono state fucine di campioni come, rispettivamente, Ronaldinho e Pato solo per citare i più recenti.
Ma tornando al racconto, dato che sapevo di queste gite in quel del Sud America, ho chiesto di portarmi a casa più cose possibili dagli store ufficiali delle squadre.
Personalmente le mie simpatie in un primo momento propendevano verso i biancorossi dell'Inter, forse perchè ultimamente sono stati nominati parecchio dopo le conquiste delle Libertadores, in seguito ho invece iniziato ad ammirare sempre più il tricolor (bianco, nero ed azzurro) del Gremio.
In ogni caso dai molteplici viaggi in Brasile ho ricevuto in un primo momento la maglia del Gremio. In tipico stile carioca la maglia ha sponsor ovunque (Banrisul, Puma e Tramontina), sopra e sotto la numerazione e sulle maniche. Nel retro è presente solo il numero (font dell'Italia campione del mondo) e non il nome del giocatore.
Quindi da un altro viaggio mi sono stati regalati i pantaloncini sempre del tricolor, bianchi e molto semplici, con bande azzurre e soltanto lo scudetto ricamato.
Infine, ultimo oggetto del Gremio che mi è stato portato a casa è stato un portachiavi a forma di guantone di portiere.
Dulcis in fundo mi è stato regalato un pupazzetto dell'Internacional di Porto Alegre, un ragazzino che veste i colori della formazione biancorossa.
Questa volta, dato che delle persone a me vicine hanno avuto da fare in Brasile, volevo scrivere qualcosa riguardo le squadre principali di Porto Alegre, città di per se molto grande e importante a sud del paese carioca.
A Porto Alegre ci sono due "times" principali, il Gremio (detto anche tricolor) e l'Internacional (chiamato Inter dalla torcida). Queste danno vita al famosissimo derby del Grenal (GREmio InternacioNAL), molto sentito dalle parti del Rio Grande do Sul.
Gremio e Internacional, come la maggior parte delle formazioni brasiliane, sono state fucine di campioni come, rispettivamente, Ronaldinho e Pato solo per citare i più recenti.
Ma tornando al racconto, dato che sapevo di queste gite in quel del Sud America, ho chiesto di portarmi a casa più cose possibili dagli store ufficiali delle squadre.
Personalmente le mie simpatie in un primo momento propendevano verso i biancorossi dell'Inter, forse perchè ultimamente sono stati nominati parecchio dopo le conquiste delle Libertadores, in seguito ho invece iniziato ad ammirare sempre più il tricolor (bianco, nero ed azzurro) del Gremio.
In ogni caso dai molteplici viaggi in Brasile ho ricevuto in un primo momento la maglia del Gremio. In tipico stile carioca la maglia ha sponsor ovunque (Banrisul, Puma e Tramontina), sopra e sotto la numerazione e sulle maniche. Nel retro è presente solo il numero (font dell'Italia campione del mondo) e non il nome del giocatore.
Infine, ultimo oggetto del Gremio che mi è stato portato a casa è stato un portachiavi a forma di guantone di portiere.
Dulcis in fundo mi è stato regalato un pupazzetto dell'Internacional di Porto Alegre, un ragazzino che veste i colori della formazione biancorossa.
venerdì 7 giugno 2013
I ritiri estivi
All'epoca di Mancini allenatore dell'Inter sono praticamente andato ogni anno a seguire la squadra in ritiro a Riscone, un paese di montagna vicino a Brunico.
Ogni anno era l'occasione per vedere da vicino i miei idoli, stringergli la mano, avere degli autografi e magari acquistare qualcosa del merchandising nerazzurro.
Nel luglio 2005 ero con un mio amico e le nostre rispettive sorelle a vedere gli allenamenti della prima squadra. Ad un certo punto io e Francesco siamo rimasti da soli perchè le nostre sorelle erano andate a vedere l'allenamento della squadra Primavera nel campo dietro il nostro. Ignari di quello che stava succedendo nel campo retrostante noi stavamo incitando i vari Adriano (all'epoca l'Imperatore di Milano) e Zanetti e una volta finito l'allenamento siamo tornati ognuno nella propria camera d'albergo.
Tuttavia mia sorella si era lasciata sfuggire qualcosa riguardo dove quella sera sarebbero andati a mangiare i nerazzurri...come faceva a saperlo? Facendole il terzo grado sono venuto a scoprire che avevano conosciuto un paio di ragazzi della squadra giovanile e che quella sera si sarebbero trovate con loro. Inutile dire che io e il mio amico le siamo stati appiccicati tutta la sera. Non ho mai fatto tanti autografi nell'arco di una sola serata! Inoltre prima di tornare in albergo per prepararci alla giornata successiva ci siamo fermati a parlare con Diarra e Belaid, entrambi all'epoca nel giro della Prima Squadra del Mancio. Tra i vari discorsi è venuto fuori che il giocatore ivoriano era in camera con nientepopodimenoche Adriano!!
Gli ho chiesto se potesse procurarci l'autografo dell'allora fortissimo attaccante brasiliano e..la mattina dopo finito allenamento ha portato ben 4 firme di Adri.
Lo stesso anno ricordo che i tifosi erano tutti per il brasiliano, Materazzi, Zanetti ecc.. e nessuno calcolava Wome, terzino sinistro proveniente dal Brescia che in quella stagione nerazzurra ha azzeccato si e no solo un paio di partite! Ricordo che all'inizio di un allenamento sono salito in piedi su una panchina e ho iniziato a salutarlo richiamando la sua attenzione: appena mi ha visto ha iniziato a sbracciarsi per salutarmi! Nonostante non fosse un campione lo ricordo con tanto affetto, mi era diventato simpatico!
Probabilmente era il 2007 quando mi ero staccato dal campo dove si allenava la prima squadra e mi ero avvicinato a dove i portieri Toldo, Julio Cesar e Orlandoni si stavano lavorando col preparatore. Finita la sessione ho fermato Orlandoni per avere il suo autografo. Vedendo che si stava togliendo i guantoni l'ho subito guardato con aria dispiaciuta e mi ha chiesto il motivo. Gli ho risposto che avrei voluto che mi firmasse il cartoncino coi guantoni: al che il portierone se li è rimessi! A quel punto gli ho detto che era solo uno scherzo e si è messo a ridere :) Che forte Orla!
L'ultimo anno che sono stato a Riscone è stato il 2008, cambio della guardia per quanto riguarda il mister in casa interista: fuori Mancini e dentro Josè Mourinho, accolto come vero e proprio salvatore della patria. Il suo autografo era ricercatissimo e il suo ingaggio ha fatto si che quell'anno ci fossero circa il triplo delle persone normalmente presenti al ritiro. Ma era una missione a cui non potevo rinunciare.
Appena l'ho visto avvicinarsi alla transenna dove c'erano i tifosi ad aspettarlo sono letteralmente volato in mezzo alla calca di gente e, con i piedi che non toccavano terra, sono riuscito a farmi firmare il mio cartoncino allungando il mio braccio all'inverosimile. Devo ammettere, una soddisfazione indescrivibile!
Un ultimo aneddoto per il momento riguardo i ritiri dell'Inter è il post Inter-SudTirol, amichevole terminata 3a0 per i milanesi: aveva giocato il secondo tempo della partita Cordaz in porta e al triplice fischio vedo che si avvicina a dove stavo seguendo il match. Si slaccia i guantoni e li lancia in aria..li ho toccati, sfiorati, per un istante erano i miei! Peccato che io sia un difensore e non un portiere e che quella presa poco solida abbia fatto si che quei guantoni finissero per terra, preda dei bambini molto più veloci di me!!
Tra le miriadi di cose che ho acquistato a Riscone volevo mostrare la spilla "Io sono interista", dall'anno di calciopoli, in quanto ritengo sarà un oggetto che passerà alla storia per la società di via Durini.
giovedì 6 giugno 2013
Collezionare maglie da calcio
Chi non ha mai sognato fin da bambino di possedere qualcosa appartenuto al proprio campione? Per un tifoso è così, si idealizzano i propri eroi e sembra impossibile che anche loro possano essere umani.
Anche io fin da bambino quando finivano le partite in tv sognavo che almeno una di quelle maglie scambiate dai giocatori potesse appartenermi. Con molta fatica sono riuscito a procurarmi del materiale usato ma la passione è rimasta come del resto la perenne ricerca di materiale appartenuto ai miei idoli.
Girovagando per twitter ho scoperto che c'erano altre persone come me appassionate di collezionismo di maglie, scarpe, pantaloncini ecc.., molti raccolgono le maglie dei campioni per venderle, mentre per molte altre tutto l'oro del mondo non basterebbe per privarsi di una maglia usata da un ragazzino delle riserve.
Mi piace decisamente curiosare tra le foto di questi collezionisti e vedere i cimeli che possiedono. Tra i tanti sono rimasto colpito dalla collezione di un tifoso del Fulham. Essendo certo che a tutti quelli che leggono il blog potesse interessare gli ho chiesto se fosse interessato a fare un'intervista per il mio blog.
Lee Adams è un Cottager da quando era bambino, segue regolarmente le sorti della squadra e ha volato a suo seguito nella prestigiosa stagione 2009/'10 quando i londinesi hanno sconfitto tra le altre la Juventus, l'Amburgo prima di essere fermati soltanto in finale dall'Atletico Madrid.
Recentemente sta aprendo un sito web in cui esibirà tutte le sue maglie. Il sito sarà www.fulhamfcmatchwornshirts.co.uk
1) Quando e come hai iniziato a collezionare maglie da calcio?
Be, avevo 9 anni e sono andato ad una partita del Chelsea (mio papà è un tifoso del Chelsea). Stavamo guardando la partita (dietro le recinzioni, haha). Dopo la partita mio papà mi ha dato una delle maglie usate per quella partita. Ero meravigliato, ho pensato che in migliaia avevano visto quella maglia e io ce l'avevo.
Avendo 9 anni non mi potevo permettere di pagare per avere le maglie così le chiedevo a mia mamma e mio papà ma non me ne hanno più regalate.
Ho avuto la prima maglia autografata del Fulham nel 1998 quando ho incontrato la squadra. Quindi nel 2002 ho avuto 2 bambini e ho smesso di collezionarle. Ne ho comunque prese alcune. Ma adesso sono pronto a collezionarle nuovamente per loro e per il loro futuro.
2) Hai qualche aneddoto che riguarda una maglia?
Si ce l'avrei ma non lo posso dire assolutamente... mi dispiace! Sico solo che riguarda la maglia di Kelly.
3) C'è una maglia in particolare che vorresti avere a tutti i costi?
Ah si senza dubbio quella di Simon Vavies nella finale di Europa League (Atletico Madrid 2-1 Fulham con goal di Davies per gli inglesi ndr). Io ero li alla finare (andavo sempre in trasferta).
4) Come ti è venuta l'idea di creare un sito web della tua collezione? Mi puoi dire qualcosa a riguardo?
Ci sono parecchi collezionisti in twitter. Molti di loro hanno un sito web.
Ho pensato semplicemente che avendo tutte le maglie mi sarebbe piaciuto che le persone potessero vedere e ammirare la mia collezione.
Diffondi la parola!!!
Di seguito alcune delle maglie di Lee,, tra cui quella della partita contro la Juventus di Dickson Etuhu, rossa da trasferta.
Anche io fin da bambino quando finivano le partite in tv sognavo che almeno una di quelle maglie scambiate dai giocatori potesse appartenermi. Con molta fatica sono riuscito a procurarmi del materiale usato ma la passione è rimasta come del resto la perenne ricerca di materiale appartenuto ai miei idoli.
Girovagando per twitter ho scoperto che c'erano altre persone come me appassionate di collezionismo di maglie, scarpe, pantaloncini ecc.., molti raccolgono le maglie dei campioni per venderle, mentre per molte altre tutto l'oro del mondo non basterebbe per privarsi di una maglia usata da un ragazzino delle riserve.
Mi piace decisamente curiosare tra le foto di questi collezionisti e vedere i cimeli che possiedono. Tra i tanti sono rimasto colpito dalla collezione di un tifoso del Fulham. Essendo certo che a tutti quelli che leggono il blog potesse interessare gli ho chiesto se fosse interessato a fare un'intervista per il mio blog.
Lee Adams è un Cottager da quando era bambino, segue regolarmente le sorti della squadra e ha volato a suo seguito nella prestigiosa stagione 2009/'10 quando i londinesi hanno sconfitto tra le altre la Juventus, l'Amburgo prima di essere fermati soltanto in finale dall'Atletico Madrid.
Recentemente sta aprendo un sito web in cui esibirà tutte le sue maglie. Il sito sarà www.fulhamfcmatchwornshirts.co.uk
1) Quando e come hai iniziato a collezionare maglie da calcio?
Be, avevo 9 anni e sono andato ad una partita del Chelsea (mio papà è un tifoso del Chelsea). Stavamo guardando la partita (dietro le recinzioni, haha). Dopo la partita mio papà mi ha dato una delle maglie usate per quella partita. Ero meravigliato, ho pensato che in migliaia avevano visto quella maglia e io ce l'avevo.
Avendo 9 anni non mi potevo permettere di pagare per avere le maglie così le chiedevo a mia mamma e mio papà ma non me ne hanno più regalate.
Ho avuto la prima maglia autografata del Fulham nel 1998 quando ho incontrato la squadra. Quindi nel 2002 ho avuto 2 bambini e ho smesso di collezionarle. Ne ho comunque prese alcune. Ma adesso sono pronto a collezionarle nuovamente per loro e per il loro futuro.
2) Hai qualche aneddoto che riguarda una maglia?
Si ce l'avrei ma non lo posso dire assolutamente... mi dispiace! Sico solo che riguarda la maglia di Kelly.
3) C'è una maglia in particolare che vorresti avere a tutti i costi?
Ah si senza dubbio quella di Simon Vavies nella finale di Europa League (Atletico Madrid 2-1 Fulham con goal di Davies per gli inglesi ndr). Io ero li alla finare (andavo sempre in trasferta).
4) Come ti è venuta l'idea di creare un sito web della tua collezione? Mi puoi dire qualcosa a riguardo?
Ci sono parecchi collezionisti in twitter. Molti di loro hanno un sito web.
Ho pensato semplicemente che avendo tutte le maglie mi sarebbe piaciuto che le persone potessero vedere e ammirare la mia collezione.
Diffondi la parola!!!
Di seguito alcune delle maglie di Lee,, tra cui quella della partita contro la Juventus di Dickson Etuhu, rossa da trasferta.
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