Io, da quando seguivo il futbol sudamericano e soprattutto argentino da Sportitalia, ho sempre desiderato vedere dal vivo La Bombonera, la "scatola di cioccolatini" come viene chiamato da queste parti lo stadio del Club Atletico Boca Juniors.
Palermo, Riquelme, Maradona, Palacio, sono solo alcuni dei grandissimi campioni che hanno calcato il manto dell'Estadio Alberto José Armando, nome ufficiale di questo incredibile impianto che ospita ben 49.000 spettatori in ogni partita in cui i gialloblu scendono in campo.
Per raggiungere il quartiere de La Boca, dove è situata dal 1940 La Bombonera, con Chiara abbiamo preso un taxi dall'obelisco di Buenos Aires e, dopo un tragitto di una decina di minuti, ci si è manifestato questo enorme stadio blu e giallo alle prime ore del mattino.
Meraviglioso a mio avviso il logo CABJ posto proprio sul fronte della struttura, sotto un cielo limpidissimo abbiamo deciso di fare un bel giro attorno a questo gigante prima di imbatterci nel Museo della squadra.
Li attorno c'erano un pò ovunque manifesti celebrativi della vittoria del Campionato Argentino 2022, solo qualche giorno prima infatti, il Boca allenato da Hugo Ibarra, si è laureato vincitore della Primera Division a seguito di un rocambolesco pareggio con l'Independiente.
Tutto attorno, a due passi dal Caminito, tutto parla del club locale, ci sono veramente un sacco di negozio monotematici dedicati agli "Azul y Oro" e tantissime sono le statue - rigorosamente fatte artigianalmente e messe fuori dalle diverse tiende - dei campioni argentini del Boca.
Terminato il giro di perlustrazione, siamo entrati nel negozio ufficiale del Boca Juniors e abbiamo fatto i biglietti per visitare il Museo de la pasion Boquense: anche qui, come al Maracanà, non ci sono delle guide ed il tour è autonomo. Il peccato è che, dall'inizio della pandemia, non è più stato possibile fare il tour completo dello stadio con visita a spogliatoi e campo.
Abbiamo quindi iniziato la visita al museo con una serie di cartonati dei calciatori del Boca del 2018 tra cui Wanchope Abila e Carlos Tevez!
Come siamo entrati è iniziato anche un video a 360° che faceva capire ai visitatori come fosse la vera passione per la squadra argentina: devo ammettere che è stato molto emozionante sentire la 12 (la parte dello stadio che ospita la tifoseria più calda del Boca) esultare dopo i goal dei campioni gialloblu.
Immediatamente finita questa presentazione, in una stanza adiacente è iniziato una sorta di documentario su Martin Palermo, centravanti del Boca Juniors dal 1997 al 2011 (con brevi parentesi in Europa ad inizio anni 2000).
Per me Palermo è stato il più grande, il vero motivo per cui mi è sempre interessato il calcio sudamericano: vedere le sue gesta da oltre oceano mi ha sempre esaltato molto!
Terminato anche questo interessantissimo video nel quale venivano mostrati praticamente tutti i goal del centravanti di La Plata e molteplici interviste ad allenatori e compagni di squadra, abbiamo iniziato il tour vero e proprio del museo, iniziando dall'esposizione di maglie del Boca Juniors che sono presentate tutte su una parete e incorniciate alla perfezione. Ci sono veramente tutte le divise che ricordavo degli anni '90 e '00, oltre ovviamente alle primissime utilizzare anche agli albori, dal 1905 (anno di fondazione) ai giorni nostri.
Al piano superiore sono esposte alcune delle coppe più importanti e recenti conquistate dagli Xeneizes (genovesi, come le persone che hanno fondato i club), tra cui l'Intercontinentale vinta ai calci di rigore contro il Milan nel 2003.
Dal bar del primo piano è anche possibile intravedere una parte della tribuna e di campo de La Bombonera, peccato non poter scorgere qualcosa di più, tuttavia piuttosto di niente è stato bello avvistare anche questi scorci.
Tornando nella sala espositiva al piano terra, si passa a fianco ad un murales gigante di Diego Armando Maradona, vera e propria leggenda del club di Buenos Aires ad inizio e a fine carriera.
Poi diverse teche raccontano tutta la storia del Boca Juniors, dal 1905, quindi dalla sua fondazione, fino ai giorni nostri, passando per i periodi d'oro come fine anni '90.
Le maglie griffate Olan a mio avviso sono qualcosa di eccezionale, come del resto anche gli scarpini Adidas di Riquelme o numeri storici della rivista El Grafico.
Poi la divisa di Navarro Montoya, portiere colombiano ma naturalizzato argentino in forza agli Xeneizes dal 1988 al 1996, completamente ideato dall'estremo difensore stesso ed utilizzato nelle partite di campionato e coppa!
Prima di uscire un ultimo sguardo alle maglie di Burdisso, Schiavi, Cascini e Carlitos, gli eroi di quel Boca 2003 capace di salire sul tetto del mondo e alla parete piena di stelle (ognuna a rappresentare i tanti soci del club) tra le quali son riuscito a scovare niente meno che quella di Maradona.
Visti i tantissimi negozietti del Boca fuori dalla Bombonera, ho pensato di ripercorrerli alla ricerca di qualche bel souvenir dei neo campioni argentini. Chiara mi ha regalato una simpaticissima calamita del "Fantasma de la B", in sostanza un fantasma che riprende i colori degli acerrimi rivali del River Plate (bianchi con banda trasversale rossa) e una grossa B nera sul petto, a ricordare quel "descenso" del 2011 quando Los Millonarios sono retrocessi per la prima volta in serie B argentina, un'onta che tutt'ora viene riportata alla mente dai tifosi gialloblu ogni volta che si gioca El Superclasico.
E infine ho anche acquistato la terza maglia del Boca Juniors 2018 di Wanchope Abila con il numero 17 sulle spalle, logo CABJ ricamato, un altro splendido ricordo per la visita che abbiamo fatto a questo stadio incredibile.
Secondo me vedere una partita qui è un'esperienza che va oltre la semplice passione per uno sport, qui si respira il calcio più vero che esista, per questo motivo mi auguro di riuscire a vedere una partita di Libertadores in queste meravigliose tribune a Buenos Aires.