lunedì 31 marzo 2014

L'Heart di Edimburgo

Senza dubbio, quello che ho appena trascorso, è stato uno dei compleanni più belli che io abbia mai passato: la mia ragazza mi ha regalato 2 giorni in Scozia, a Edimburgo per la precisione.
Io non avevo idea di che tipo di città fosse, so che appena ci ho messo piede, me ne sono presto innamorato.
La mattina del 24 marzo siamo partiti con il treno da Manchester Piccadilly in direzione Edinburgh Weverley, abbiamo fatto stop, tra le altre città, a Bolton, Preston e Carlisle e, chi mi conosce bene, sa quanto mi sia costato restare seduto in treno invece che correre fuori a visitare gli stadi del posto.
Dopo poco più di 3 ore di viaggio siamo arrivati a destinazione, non prima di avere abbontantemente apprezzato il territorio naturale scozzese: credo di aver visto più pecore in quelle 3 ore che in tutto il resto della mia vita!!
Ci siamo diretti subito a fare i biglietti giornalieri per i Lothian Buses, gli autobus del centro. C'è da dire che sono davvero molto economici e la città è servita decisamente bene.
La prima meta non poteva che essere Tynecastle, sede dello stadio della squadra più antica di Edimburgo (nata nel 1874, l'Hibernian FC nel 1875), l'Heart of Midlothian FC. In una ventina di minuti si raggiunge lo stadio che è un pò fuori dal centro, si smonta proprio a due passi dall'entrata principale.
Si nota immediatamente il Tynecastle Arms, il pub dedicato agli irruducibili dei Maroons, come sono chiamati i giocatori della squadra: sebbene non fosse un matchday era pieno ugualmente.


Veramente bella e "old" l'insegna del pub, raffigurante tre giocatori in azione..


L'impianto è situato in mezzo ad altre costruzioni, come ad esempio l'High School locale, per cui è difficile avere una visione totale dello stadio. Ciò nonostante la prima vista è bellissima, un cuore enorme è apposto alla facciata principale e sta a denotare la main stand. In quello che la stavamo raggiungendo abbiamo incrociato un uomo con la divisa da allenamento degli Hearts, non si è capito se fosse un giocatore, un allenatore o un magazziniere!!


La tappa obbligatoria a questo punto non poteva che essere il Megastore, per la verità non proprio mega come mi sarei aspettato, comunque molto bello. Dentro vendevano anche i biglietti per le partite e i match programme. Da fuori era comunque imponente, con la foto della squadra supportata dai propri tifosi.


Chi spera di trovare offerte imperdibili può rimanere deluso, Adidas non è uno sponsor tecnico che lascia libertà di deprezzamenti da urlo, tuttavia ho avvistato da subito un paio di pantaloncini home della squadra in saldo che Chiara ha deciso di regalarmi per completare una giornata già perfetta di suo!!


La borsetta maroon col cuore dorato è davvero molto bella..


Prima di ritornare al centro della città c'è stato spazio per fare vedere le altre stand dello stadio, sempre accuratamente nascoste in mezzo ad abitazioni, ma sempre con questo taglio caratteristicamente "old football", davvero un bello stadio che è rimasto abbastanza fedele alla sua versione originale.


Dopo aver pranzato dando le spalle al Castello di Edimburgo seduti su una panchina di Princes Street un sandwich, abbiamo deciso di raggiungere il Mare del Nord con l'autobus diretto a Ocean Terminal. E' stata molta la delusione vedendo che in realtà quest'ultimo altro non era che un centro commerciale!!
Ma questo ha dato occasione, nel viaggio di ritorno verso il centro della città, di intravedere anche Easter Road, lo stadio dell'Hibernian FC. Purtroppo, dato il poco tempo, abbiamo evitato di fermarci, almeno questo potrà dare spunto per tornare nella capitale scozzese in futuro!!


Edimburgo mi ricorda molto una cittadina di montagna, sia per la conformazione che per per i profumini che si sentono uscire dai pub, vino e birra oltre ad essere bevuti sono anche usati per cucinare la carne di maiale che qui va alla grande.
Tra una "close" e un "mile" abbiamo visitato in lungo e in largo il centro, perdendoci molto spesso nei tipici negozi di souvenir scozzesi, escogitando di prendere scatolette di shortbread, bottiglie di whisky, sciarpe in tartan e, mio sogno difficilmente realizzabile, un bel completo di tweed!!


Nel secondo giorno abbiamo cercato anche le cards della Scottish Premiership, fortunatamente abbiamo trovato un rivenditore al decimo tentativo proprio dalle parti del castello.


Proprio il giocatore McPake dell'Hibernian FC ha ispirato il nome del mio nuovo portachiavi (anche questo mi è stato regalato da Chiara, ma come ricordo della Scozia!!), un orsetto con la bandiera scozzese cucita in petto!!


Sebbene in tutto il centro non sia stato in grado di trovare niente delle 2 principali squadre di Edimburgo, ho trovato comunque un collegamento quando, davanti alla cattedrale di St. Giles, ho trovato il cuore degli Hearts..ok questi ultimi hanno preso spunto dal sagrato ovviamente, in ogni caso questo simbolo rimane davvero particolare e inconfondibile.


Una gita di due giorni davvero indimenticabile dunque, Edimburgo per quanto possa risultare poco calcistica come città, rimane ai miei occhi come un luogo magico. La Scozia deve essere proprio un posto fantastico da visitare e già ora non vedo l'ora di tornarci.
Una piccola curiosità: nel 1961 gli Hearts si sono scontrati in un doppio confronto con l'Inter, la mia squadra del cuore, uscendo però sconfitti in entrambi i casi. Qui sotto una foto che ho trovato di questi eventi in un libro degli Hearts in Europa.


sabato 29 marzo 2014

FBC Unione Venezia store a Carnevale

Febbraio implica Carnevale e Carnevale per Venezia è un qualcosa di imprescindibile, la festività richiama l'attenzione di innumerevoli turisti che assediano letteralmente la città.
Così quest'anno, in occasione proprio della festività, più precisamente dal 15 febbraio al 4 marzo, la Foot Ball Club Unione Venezia, società calcistica ribattezzata dopo anni di fallimenti e delusioni che gioca ora allo stadio "Penzo" a Venezia, ne ha approfittato per lanciare una nuova iniziativa.
Difatti è stato deciso di promuovere un "temporary store" in Campo San Polo, non distante dalle sedi universitarie della città lagunare.
Non potendo esserci fisicamente, ho chiesto a mia sorella Martina di fare la reporter per un giorno, dal momento che frequenza li l'università, così ho avuto modo di avere anche molte foto di questo punto vendita.
Essendo sostanzialmente in mezzo ad una piazza, quest'ultimo consiste in una bancarella, particolarmente bello risulta essere il tendone, nero e con la personalizzazione dello stemma societario, in contrapposizione col telo verde del banco.



La scelta del merchandising è senz'altro da considerarsi ottima se si pensa che gli arancio-nero-verdi militano ora il Lega Pro Prima Divisione, per cui c'era abbastanza da perdersi in mezzo a gagliardetti, sciarpe, pupazzetti vari e materiale tecnico. Una prima pecca però è stata la scelta dei prezzi, forse un pò troppo alti per appassionati e non veri e propri tifosi.



Davanti allo stand è stata anche esposta la maglia di quest'anno, originale rispetto alle versioni storiche delle casacche del Venezia, sebbene, va detto, non ci sia mai stata una vera e propria linea guida.


Particolarmente belli i gagliardetti esposti, senza sapere la mia preferenza, mia sorella me ne ha portato a casa uno!!


Questo ha dato spunto per commentare anche il customer service abbondantemente insufficiente dei commessi dello store: a quanto mi è stato riportato, erano più inclini a vendere la merce piuttosto che assecondare e aiutare il cliente. Non una ottima strategia per invogliare il tifoso o l'appassionato, probabilmente le squadre dovrebbero scegliere con più cura il personale.
In ogni caso, secondo il mio parere, iniziative del genere vanno lodate, è sempre una cosa positiva creare del merchandising che può fare appassionare alla squadra delle persone.
Il FBC Unione Venezia ha certamente avuto il merito di averci provato, ora aspettiamo che inizino ad arrivare importanti risultati dal campo.

giovedì 27 marzo 2014

Il football a Manchester anni '70

Il giorno dopo il derby di Manchester all'Old Trafford che è stato meritatamente dai Blues, squadra che onestamente sta esprimendo il miglior gioco nella Premier League, si è tenuto presso il National Football Museum di Manchester un appuntamento imperdibile: una conferenza in cui avrebbero partecipato personaggi di spicco per parlare del calcio nella città in questione, il tutto nell'ambito del progetto "Manchester Histories Festival".


Nello specifico hanno presenziato Ian Mellor, ala sinistra del Manchester City dal 1970 al 1973, Martin Buchan, scozzese, giocatore e in seguito capitano del Manchester United dal 1972 al 1983 e infine Gordon Taylor, bandiera del Bolton Wanderers e Blackburn Rovers.
La sala in cui si è tenuto l'incontro è stata il cinema del museo al primo livello, una stanzetta piccola e accogliente in cui i tre protagonisti si sono alternati per raccontare le proprie esperienze e aneddoti.
Ha iniziato Taylor presentando l'iniziativa: è stato il personaggio che ha parlato di più e ha raccontato vicende veramente interessanti. Come quando, giocando nel Birmingham City contro il grande Manchester United ha sovrastato la leggenda Denis Law. "Prova a farlo di nuovo" la secca provocazione di Law. Al pallone successivo altro contrasto e ancora "alla prossima che fai ti rompo il naso".."arbitro hai sentito cosa mi ha detto??", "si Gordon, ma credo ce l'avesse con te!!"..il gioco procede, pallone a campanile, Taylor salta per raggiungere la sfera e Law apre i gomiti: il tutto è finito con la promessa frattura del naso!! E quando da eroe Taylor in spogliatoio si è fatto sistemare il setto, è andato dal mister a chiedere di poter rientrare, sentendosi rispondere: "Gordon, siamo sotto di 5-0, stai fuori, almeno in 10 uomini possiamo avere un alibi!!"..nel secondo tempo lo United ha dilagato con una doppietta di Best.


Ha raccontato di quella volta in cui è stato a ricevimento da Brian Clough per avere consigli e dopo 8 ore di attesa dell'ex allenatore del Derby County si è sentito dire: "Fai quello che credi Gordon..ah a proposito hai da fare questo sabato?", "Be si, magari un giro in centro..", "Perchè vedi mio fratello deve andare a vedere l'Everton ma è da solo..lo accompagni tu?..no  perchè se ci vai tu puoi prendere che giocatore vuoi.."
Ian Mellor è stato forse più sulle sue, ha raccontato di come fin da piccolo desiderasse fortemente fare parte del Manchester City, a 16 anni era il suo pensiero fisso!! Era soprannominato "spider", ragno, perchè da giovane era estremamente alto, lungo e con braccia e gambe finissime a detta sua e dei suoi compagni. Anche lui ha un aneddoto legato a Brian Clough, personaggio veramente incredibile!!  Era difatti stato chiamato a giocare dall'allora mister del Brighton & Hove Albion, la destinazione, giocando allora a Norwich, non era propriamente delle più gradire ma, trattandosi di Cloughie, come si faceva a rifiutare? Con grande esaltazione è sceso a sud dell'Inghilterra a firmare il contratto per i Seagulls..salvo scoprire qualche giorno dopo che l'allenatore aveva firmato per il Leeds United!!


Martin Buchan è stato simpaticissimo nelle sue risposte, un vero signore!! A prescindere dall'accendo scozzese che recentemente ho imparato a capire e ad apprezzare con le "R" marcate, aveva sempre la battuta pronta. Come quando ad inizio conferenza gli è stato chiesto se si ricordava di qualche goal segnato in carriera: "Si, si certo! Tutti e 4!!" la risposta che ha divertito la sala. Ha raccontato come, arrivato dall'Aberdeen FC, è stato preso sotto l'ala protettrice di Sir Bobby Charlton e di come potesse scegliere tra Liverpool, United e Leeds: "C'è sempre stata una sola squadra in cui desideravo giocare, e questa era lo United". Appena arrivato a Manchester dunque è andato a vedere il replay della partita di FA Cup tra Middlesborough e i red devils. All'ennesimo cross smarcante di Best il pensiero è stato "qui ragazzi ci sarà da divertirsi". Ma non erano propriamente gli anni delle spese folli, per quanto Buchan stesso abbia confermato di essere stato uno dei trasferimenti più onerosi dell'epoca: "sentivo la responsabilità sulle spalle, avevano speso £120,000, poi fortunatamente un mio compagno è stato prelevato per £200,000 allora la cosa mi ha tranquillizzato". Dicevo che non erano momenti sfarzosi, difatti "si giocava con le maglie rosse della Umbro senza loghi, ne della Umbro ne del MUFC, semplicemente una maglia rossa e col colletto bianco".
Tra gli stadi recenti ha detto di preferire il Villa Park dove ci è stato un paio di stagioni fa e dove ha sentito l'atmosfera del calcio negli anni '70.
Il giocatore preferito ha detto essere stato Bestie, sempre lui, quel funambolico esterno nordirlandese che ha fatto girare la testa a parecchie retroguardie in quel Manchester United.


Finita la conferenza Taylor è stato interrotto dal presentatore che ha ringraziato gli ospiti e il pubblico. Gordon però non si è perso d'animo ribadendo che "se stiamo qui a parlare di calcio possiamo stare qui anche un'altra ora!!".
Ma quando le domande si sono esaurite i 3 giocatori si sono fermati con noi, personalmente sono corso a farmi fare l'autografo e la foto con queste 3 vere e proprie leggende del calcio inglese ma soprattutto mancuniano. Tutti e 3 dopo aver firmato si sono congedati con una stretta di mano e un "Thanks for asking!", cose speciali, d'altri tempi..


Un'esperienza davvero unica e importantissima che il National Football Museum ha organizzato gratuitamente.

domenica 23 marzo 2014

130 anni di Red Devils

130 anni, qualcosa in più anzi. Per raccontare una storia così lunga non basta di certo un pomeriggio, non bastano certo due piani di memorabilia, le cose da dire sono tante, troppe.
Quando lo scorso mercoledì ho letto nel match programme del Manchester United che la visita al museo della squadra era gratis per tutto il mese di marzo non ho proprio resistito, così senza pensarci due volte, mi ci sono fiondato.
Come sempre ho preso il metrolink e sono smontato a Exchange Quay, lo stop più vicina all' Old Tafford, dove tra store e suite varie c'è anche il museo dei Red Devils.
La giornata era variabile nel vero senso della parola, per 5 minuti pioggia battente e per i seguenti un sole da spaccare le pietre.
Arrivati finalmente al museo, anche stavolta accompagnato da Chiara, ci hanno fatto un biglietto gratuito, una buona partenza per avere un bel ricordo.


Inoltre all'ingresso c'era numerosi depliant molto ben fatti che illustravano a grandi linee l'organizzazione delle esposizioni.


Per prima cosa abbiamo visitato la mostra temporanea su David Beckham, un grandissimo da queste parti, c'era la maglia con cui ha vinto il Treble nel 1999 e che ricordo mia mamma mi aveva portato a casa proprio da Manchester quando ero un bambino che stavedeva per l'esterno inglese.


Nella seconda sala sono rimasto un minimo deluso, doveva infatti contenere le coppe vinte dallo United, purtroppo nessuna di quelle esposte corrispondeva a un grande traguardo come potevano essere le Premier League o le FA Cup.


C'era una parete esclusivamente dedicato alla cronistoria del Manchester, da quando si chiamava Newton Heath ai giorni nostri, decisamente interessante!!


Per non parlare poi della sezione dedicata al merchandising di una volta, le spilline fatte a stella dei giocatori erano davvero irresistibili..


Proseguendo si trova la sala che racchiude tutti i momenti di maggiore importanza della storia, come ad esempio la recente conquista della coppa del mondo per club oppure la stagione del famosissimo Treble.


Non poteva chiaramente mancare una sezione dedicata al disastro di Monaco di Baviera dove, tra gli altri, morirono 8 giocatori di quella squadra fortissima nel 1958. Tra le cose esposte anche degli oggetti pervenuti dopo lo schianto dell'aereo come ad esempio accendini e orologi personali dei campioni. Una cosa che mi ha colpito è stato il gagliardetto della Stella Rossa Belgrado scambiato solo qualche ora prima del fatto.
Ma dopo un periodo davvero brutto deve arrivare un periodo migliore, il migliore rappresentante di questo non può che essere Sir Bobby Charlton a cui è stata dedicata una stanza intera. Le scarpe e la maglia rossa numero 9 sono oggetti particolarmente affascinanti per me, personalmente ho sempre stimato questo giocatore!!


Da qui in poi c'è una sala con delle antine dedicate ogni una a un campione che ha fatto storia: Best, Keane, Schmeichel, Hughes, Cantona e qualche altro.
Strepitose secondo me le cose di Cantona (con la bambolina di se stesso e la fascia da capitano che usava) e del più grande di tutti, Georgie Best..


Prima di completare il tour c'è la mostra di moltissime delle maglie usate nel corso della storia, addirittura dal 1900 al 2014 (Mata). Nel mezzo anche la famosissima maglia blu usata nelle finali di coppa (non curanti del colore dei citizens), e quella giallo-verde che ultimamente è stata rivalutata in segno di protesta nei confronti dei Glazer.


Una vera chicca dell'ultima sala è una maglia giallo fosforescente con la scritta "IVE HAD A PALLY", questa doveva essere indossata dal giocatore che svolgeva l'allenamento nella maniera peggiore, guadagnandosi in questo modo la stampa del proprio nome in questo simpatico ma poco onorevole wall of fame!!


Uscendo siamo passati allo store del museo dove Chiara ha preso due spillette molto belle del museo del Manchester United.


In conclusione posso dire di essere stato molto felice di aver potuto visitare questo museo, a mio avviso forse è anche troppo sopravvalutato, una squadra come il Manchester United comunque ha una lunga e bellissima storia da raccontare per cui vale certamente una visita.

giovedì 20 marzo 2014

Clima da Champions

Io quando c'è la Champions League mi inanimo, c'è poco da dire, questa competizione mi esalta come poche cose e davvero non sono capace di ignorarla anche quando la mia squadra non ne è coinvolta.
In particolare questo martedì e mercoledì di coppa sono stati veramente esaltanti!
Per prima cosa martedì sera, su twitter, seguendo l'account di Heineken si poteva messaggiare con Roberto Di Matteo, che è stato prima giocatore e poi allenatore del Chelsea, vincendo pure la massima manifestazione europea.
Grazie all'ashtag #ShareTheSofa, testualmente "condividi il divano", gli ho sottoposto le mie domande sulla partita Chelsea-Galatasaray e Di Matteo mi ha risposto per ben 4 volte..nel frattempo vedevo questa partita per iTV, davvero molto interessante e dominata dalla squadra di Mourinho.


Nella giornata di ieri, Manchester è stata letteralmente invasa da tifosi dell'Olympiacos, accorsi in massa a vedere la partita di Champions League contro lo United. Mai prima d'ora avevo visto la città e il centro preso sotto assedio in questo modo, in maniera positiva si intende!
Mi trovavo proprio in centro e, tra venditori ambulanti di sciarpe della partita, si erano radunati ai Piccadilly Gardens qualche centinaio di tifosi greci, molti dei quali con più di una pinta in corpo, a fare cori per la propria squadra.
Il clima della Champions ti contagia, così ho deciso di andare in mezzo alla bolgia a per godermi lo spettacolo, speravo vendessero cose della loro squadra ma purtroppo non avevano nulla!
Poco dopo ho preso il Metrolink fino a Salford Quays con la mia ragazza, e siamo smontati alla volta dello stadio!! Non era in programma onestamente questa gita, anzi, ma delle atmosfere del genere sono davvero irresistibili.
Manco a dirlo c'era un sacco di gente che si dirigeva all'Old Trafford, l'odore di panini con salsiccia e cipolla era un qualcosa di libidinoso, per non parlare delle bancarelle che vendevano materiale sulla partita come sciarpe e badges.
Davanti a noi nella passeggiata c'era una famiglia di greci, cercavano disperatamente 3 biglietti per entrare: ora, va bene la passione, ma io non mi partirei mai a fare un viaggio in aereo per rischiare di restare a bocca asciutta!!
In ogni caso, arrivati sotto la tribuna principale è stato un vero spettacolo: l'Old Trafford addobbato da Champions è da brividi, facile capire come l'Olympiacos sia stato travolto da tutto questo!!


Abbiamo deciso di fare quattro passi verso la Sir Alex Stand, nuova tribuna dedicata proprio a Ferguson, allenatore invocato più volte anche ieri sera fuori dallo stadio: Moyes sembra aver seccato abbastanza..


Continuando con la passeggiata ci siamo ritrovati la strada sbarrata da delle transenne: era l'ingresso dei giocatori!! Fortunatamente c'era ancora qualche posto libero dove appoggiarsi così ci siamo piazzati proprio li in attesa di vedere qualcuno. Verso le 6 ecco arrivare un'Audi A8 grigio metallizzata con autista, parcheggia vicino l'ingresso degli spogliatoi e esce Sir Alex in persona!! Ora, dalla foto si vede pochissimo in basso a sinistra, ma posso assicurare che ci è passato vicinissimo!!


Contentissimo stavo per proporre di tornarcene a casa quando, dopo nemmeno 5 minuti, è arrivato un bus doppio nero con vetri oscurati!! A uno a uno sono scesi tutti i giocatori del Manchester United, il primo è stato Rooney, quelli che ho visto meglio sono stati poi Evra, Van Persie, Kagawa e l'inconfondibile Fellaini che, mezzo addormentato, è uscito per ultimo.


E' stata un'esperienza bellissima vederli da vicino, peccato che nessuno si fosse girato nemmeno per salutare.
Tornando infine verso il Metrolink abbiamo incrociato il pullman dell'Olympiacos, tutti i giocatori erano in un impeccabile completo camicia-giacca, al contrario dello United in tuta.
Non potevo tornare a casa a mani vuote così, in uno dei baracchini predisposti, ho acquistato il match programme della partita..insomma non l'ho vista ma me la sono goduta un sacco!!


Ah a casa mega panino con hamburger e cipolla...

lunedì 17 marzo 2014

Il Maine Road FC

Moltissimi appassionati di Non-League inglese conoscono alla perfezione l'FC United of Manchester, squadra fondata nel 2005 per volontà di tifosi dei Red Devils in protesta con la dirigenza del Manchester United che a detta loro amministravano la società in maniera troppo capitalista.
Ma non tutti conoscono la storia del Maine Road FC. Questa squadra nasce nel 1955 da un gruppo di tifosi del Manchester City di Rusholme, quartiere a sud della città inglese, non tanto per protestare o distaccarsi dalla società, quanto per avere la possibilità di giocare con quel colore bianco azzurro che tanto amavano.
Così la società è stata costituita e attualmente i "Road", come sono chiamati i giocatori di questa squadra, giocano nella North West Counties Football League Premier Division.
Devo essere onesto, nemmeno io sapevo dell'esistenza di questa squadra, un giorno però, e parlo della scorsa estate quando ancora non avrei immaginato di trasferirmi da queste parti, sono passato per il quartiere di Chorlton, dove il Maine Road FC ha la propria sede e il campo sportivo.
Questo quartiere è davvero degradato, le case tipicamente inglesi sono abitate ora da persone indiane che, se devo essere sincero, non sembrano avere particolare cura delle case in cui vivono.
Capita talvolta di passeggiare e di essere approcciati da qualche individuo che ti propone di comprare erba, non il miglior posto in cui una persona vorrebbe vivere!!
Ma il campo, va detto, è un'altra storia: sorge tra un caseggiato davvero bello e dall'aria molto old, per entrare dalle parti delle tribune si deve per forza passare per l'ingresso dei giocatori e degli ufficiali di gara.


Ci si trova presto davanti ai tornelli, non a caso colorati di azzurro (come del resto qualsiasi cosa da queste parti). Ho cercato ovunque un match program ma niente da fare, sarebbe stato un interessantissimo cimelio.


Dato che i tornelli erano aperti ho deciso di fare un paio di passi verso il campo per fare delle foto, in particolare mi premeva cogliere il fatto che questo sorgesse proprio in mezzo a delle case. Il manto erboso era pressochè perfetto.


Sia da un lato che dall'altro sorgono delle tribune, o per meglio dire terraces, coperte: per vedere le partite non ci si può sedere ma senza ombra di dubbio si vede il match alla grande essendo vicinissimi al campo!! Belle anche le panchine colorate anche queste di Sky Blue.



Da quelle parti poi ho notato un College che, se tanto mi da tanto, ha fornito al Manchester City più di qualche allievo bravo con i piedi. Impressionanti tra l'altro le strutture calcistiche proprio di questo College.


Per quanto questo quartiere non mi sia piaciuto per niente, è stata comunque un'occasione per visitare un'altra curiosa realtà del calcio qui a Manchester, chissà mai che un giorno ci ricapiti per vedere una partita!

venerdì 14 marzo 2014

Studiare i calciatori

Molti mi chiedono come faccia a conoscere così tante cose sul calcio, quante presenze ha fatto un giocatore in una squadra nei suoi 6 mesi di permanenza, o magari rimangono stupiti di come conosca dove si trovi una squadra che gioca in D e che magari rappresenta una cittadina piccolissima: la risposta è molto semplice, ho studiato!!
I miei "libri", se così li vogliamo chiamare, sono gli album dei Calciatori Panini. Avevo 7 anni quando mi è stato regalato il mio primo, correva la stagione 1997/'98 e io stravedevo per Ronaldo che stava facendo disastri con l'Inter.
In copertina di quell'anno c'erano 4 "duelli" uno contro uno, tra cui anche Ronaldo contro Aldair della Roma. 


Ricordo che all'epoca ballavo e ogni volta che avevo qualche esibizione o lezione particolarmente importante o difficile mia mamma mi prometteva le 5 bustine! A quel punto smettevo di lamentarmi e mi mettevo al lavoro.
Nonostante l'album non fosse molto completo (a scuola non avevo molti compagni con cui fare il cambio delle doppie), avevo comunque delle figurine a cui mi ero legato di più, tra queste chiaramente quella di Javier Zanetti. Riprendere in mano questo album sepolto da mille riviste in camera mia è stata una gran bella emozione, mi ha ricordato quando mi mettevo per terra a pancia in giù a leggermi e rileggermi le carriere dei giocatori. E come mi stupivo quando vedevo "2 presenze, 1 goal"!!


Mio papà mi ha parlato spesso di quando da bambino anche lui faceva la collezione, di quando si aprivano le bustine e si ambiva a trovare Riva, Sarti, Mazzola o Benetti. Ma la squadra che seguiva di più era il Vicenza, anzi, i Lanerossi Vicenza, che poteva andare a vedere più spesso grazie alla vicinanza: quante volte mi sono fatto raccontare di quando ha visto giocare Bardin (portiere) e Volpato (terzino) di quella squadra.
Un anno poi, se non sbaglio nel 2004, mi ha regalato delle ristampe dei Calciatori Panini che uscivano in allegato a La Gazzetta dello Sport. Quanto li ho letti, riletti e straletti!! Avevo le versioni 1970/'71 e 1975/'76, davvero bellissimi, poi vedere i campioni di mio papà quando era bambino è stato davvero forte.


Quest'anno invece sono a Manchester, sembrava proprio che la tradizione dell'album dovesse interrompersi per cause di forza maggiore, per fortuna mia mamma ha provveduto più che brillantemente! Quando sono tornato per qualche giorno in Italia ho attaccato un sacco di figurine nel mio nuovissimo album.


Quest'anno in particolare ho apprezzato il lavoro della Panini perchè sono stati riproposti gli scudetti in raso proprio come negli anni '70! Io non vedevo l'ora di trovarne uno e fortunatamente, oltre a 8 della serie B, ho trovato anche quello della Lazio in Serie A. Devo ammetterlo, al tatto sono davvero strepitosi!


Proprio in questi giorni mia mamma ha trovato in edicola una confezione speciale contenente 10 bustine al prezzo di 7!!


Ricordo invece con immenso piacere che nel 2011, al mio ritorno dalla Spagna, è andata al supermercato e mi ha portato a casa una favolosa confezione di fazzoletti proprio dei Calciatori Panini con i colori della bandiera spagnola.


Nel corso degli anni cambiano molte cose, il calcio si evolve, io spero che però la gente continui a sostenere il lavoro che viene fatto con l'album dei calciatori, è una tradizione bellissima che nonostante l'avvento della tecnologia merita di restare!