E quale il modo migliore se non fare un giveaway?!!
Come sapete sono qui in Inghilterra da un pò, ho iniziato a conoscere le leggende locali delle varie squadre, per cui quando ho trovato questo libro non ho resistito e ho pensato bene di comprarlo e di regalarlo ai lettori di questo blog!!
Senza rovinarvi la trama e quello che il libro contiene, Charlie Oatway ha giocato nel Brighton & Hove Albion dal 1999 al 2007..attualmente lavora nello staff di Gus Poyet a Sunderland..insomma non l'ultimo arrivato!!
Ma come fare a PARTECIPARE AL GIVEAWAY?
E' molto semplice, allora:
1) Puoi partecipare se abiti o in Inghilterra o in Italia;
2) Devi scrivere un commento sotto QUESTO post raccontando: o un'esperienza calcistica che ti ha riguardato (incontri con giocatori, acquisti, partite, ecc) oppure dicendo qual'è stato il tuo post preferito di MyFootbalLand spiegandone il motivo - tutti i post devono avere il nome dell'autore (solo 1 commento a persona);
3) Aspetta la scadenza del concorso (20/01/'14) e incrocia le dita!! Il concorso sarà valido solo se si arriverà alla quota minima di 8 o 10 commenti, per cui se hai amici e parenti coinvolgili!!
4) Il commento migliore e più interessante (a insindacabile giudizio mio e della mia ragazza!!) vincerà il premio..
NB: se avete un account twitter, scrivetelo accanto alla vostra firma, eventualmente state sintonizzati su myfootballand.blogspot.it per scoprire, il prossimo 20 Gennaio, se avete vinto così possiamo sentirci per i dettagli della spedizione!!
So che il premio non è ricchissimo ma se commenterete in tanti probabilmente alla prossima occasione andrà via qualcosa di più interessante, la mia idea sarebbe una maglia!!
GOOD LUCK :)
Ciao sono Fabio88, intanto complimenti per il blog che seguo ormai da un pò, il mio post preferito è stato quello sul Salford City, non conoscevo quella squadra ma la tua esperienza mi ha invogliato a scoprire club più piccoli.
RispondiEliminaSpero ci racconterai presto di nuovi team inglesi meno conosciuti.
ciao, complimenti mate ;) tra le varie esperienze vissute in GB assistendo a varie partite, quella che ricordo con maggiore piacere è certamente il derby tra PNE e Blackpool giocato a Deepdale e che ho vissuto nel bel mezzo della Alan Kelly Town End tra cori, salti e divertimento assoluto, ma soprattutto vivendo emozioni incredibili quando all'87° minuto... punizione, occhi chiusi, speranze, preghiere,sogni.. e SuperTommyClarke ha segnato il gol decisivo per la vittoria del mio North End. Confusione, grida, entusiasmo, pandemonio, braccia al cielo, abbracci... We are Superior. Preston Till I Die :)
RispondiEliminaUna mia esperienza calcistica, (purtroppo non british) che non dimenticherò mai, è il match di andata di Supercoppa di Spagna tra il neo Barcellona di Tito Villanova, orfano di Guardiola, ed il Real Madrid di Josè Mourinho.
RispondiEliminaIn quei giorni dall' Arsenal erano andati via Van Persie e Song, così decisi di andare al Camp Nou con la maglia gunners, per rivendicare in territorio nemico ed in una situazione difficile, l' orgoglio di far parte della famiglia white&red. Sin dal primo momento in cui misi piede nella zona barcelonista, capì che quello non era solo un club per la gente del posto, ma un motivo di vanto ed orgoglio. Loro, separatisti ferrei, avevano ed hanno nel Barça quello che l'odiata Spagna gli ha tolto.
La maglia dell' Arsenal dicevo. Durante il tour dello stadio, dove scattai foto a tutto ciò mi rimandasse all' Inghilterra (lo sò sono un fissato) ebbi l'occasione di stringere la mano ad un tifoso dell' Arsenal come me, che vedendomi da lontano, si avvicinò e mi strinse la mano. Al mio "Arsenal?" Lui si girò ancora una volta e mi fece ok. Due chiacchiere con un israeliano che ammirava Benayoun (nella stagione passata era con noi all' Arsenal) ed un simpatico sfottò proveniente da un gruppo di inglesi, uno con la t-shirt dello United, che mi sussurrò "Robin van Persie" mentre gli passavo davanti.
Venne l'ora del match, ci avvicinammo ai cancelli d'entrata, e con mio stupore, vidi che nonostante il grandissimo evento, il traffico era scorrevole e il servizio d'ordine preciso ed intelligente. Una sciarpata alle mie spalle, all' improvviso, attirò la mia attenzione: stavano arrivando i giocatori del Barcellona. E via, di corsa, verso l'ingresso delle auto, dove posizionato come gli spettatori di ciclismo quando spingono l'atleta verso il nastro, ebbi la fortuna di incrociare gli sguardi di Mascherano, Dani Alves, Alexis Sanchez, Gerard Piquè e Jordi Alba (all' esordio quel giorno). L'arrivo di Messi, che era in macchina con il padre, fu impossibile vederlo, la calca mi sommerse.
Torno ai cancelli e mi affianco ad una famiglia, padre, madre ed un bimbo che appena mi vide non smise di piangere. E sapete perchè? Eravamo UGUALI, uguali, due gocce d'acqua, faceva impressione!
Passati i tornelli, o comunque quei dispositivi che ti permettono di obliterare il biglietto, mi feci sommergere dalla marea blaugrana. Non ci sono ancora le note dell' inno, manca ancora un' oretta, e così da appassionato di tattica quale sono, con attenzione guardai il riscaldamento del Barcellona. Un pallone lungo calciato da Pedro, fece correre fino a pochi passi da me Dani Alves. Scesi gli scalini che mi separavano dal terreno di gioco, e con la voce che avevo gridai "DALE DANI". Il brasiliano si girò e mi fece un gesto di compiacimento. Rimasi di sasso, prima di sorridere e correre a raccontarlo a mio cugino, rimasto al suo posto per fare fotografie. Qualche signorina succinta con la maglia di Messi, un giro di coca e brirra e l' inno fecero da preludio all' inizio del match, sotto le stelle filanti del tempio blaugrana. Il match poteva iniziare, io avrei assistito all' epico scontro tra Messi e Ronaldo, tra la combattività di Mou e l'apoteosi calcistica di Xavi ed Iniesta.
In Spagna, come nella maggior parte del mondo, la rivalità è un concetto molto diverso che in Italia. Blancos e Blaugrana videro la partita, mangiarono e andarono via assieme. Massima sportività. Uno spettacolo. Un altro mondo, un mondo poco italiano. Ma i miei ricordi non sono legati solo ai goals, ma ad un mondo totalmente diverso da quello che da italiano sono costretto a vivere, totalmente uguale a ciò che mi aspettassi prima di andarci e totalmente uguale a come dovrebbe essere una partita di calcio. Goals, spettacolo, sportività, amicizia, divertimento.