Quante cose sa offrire Manchester, per un appassionato di calcio come me davvero sembra di essere nel paese dei balocchi!!
E proprio per questo motivo, da quando sono arrivato in questa città ho iniziato a cercare, in tutti i siti che mi interessano, avvenimenti legati al mio sport preferito: è stato così che, annoiato da una mattina in biblioteca, ho scoperto che a Waterstones Deansgate, mercoledì 20 Novembre, ci sarebbe stata la conferenza di Clarke Carlisle...
Clarke ha appena pubblicato un libro (in inglese, of course) chiamato "You Don't Know Me, But...: A Footballer's Life", per questo motivo ci sarebbe stata una serata in cui tifosi e/o lettori avrebbero potuto rivolgere al giocatore le più svariate domande, potendo ascoltare le testimonianze dirette dell'autore.
Davvero non ho resistito, ho chiamato lo staff di Waterstones e mi sono accaparrato uno degli ultimi posti disponibili per la serata!
Ero davvero felicissimo per potere incontrare un gran giocatore, il suo nome non mi era nuovo perchè ho sempre seguito le vicende della Football League grazie a Sportitalia, conoscevo benissimo l'avventura del Burnley FC di cui era difensore centrale inamovibile e con cui è riuscito nell'importantissima scalata, attraverso i Play-Offs, alla Premier League.
Ma arriviamo al racconto vero e proprio della serata, infatti ho raggiunto la libreria con largo anticipo, ero innanzi tutto molto curioso di vedere come era stato organizzato l'evento, e poi chiaramente c'era l'emozione di trovarsi davanti l'attuale presidente della PFA (Professional Footballers' Association).
Le poltroncine erano molto bene organizzate e l'atmosfera era davvero intima li all'ultimo piano della libreria, non me l'aspettavo ma questo non poteva che essere un preludio molto soddisfacente alla serata. Ho ritirato il mio biglietto e sono immediatamente andato a comprarmi una copia del libro di cui a breve si sarebbe discusso.
Ho preso posto nella mia poltrona e dopo davvero poco tempo Clarke Carlisle è stato presentato alla quarantina di spettatori presenti nella saletta. Ha iniziato a parlare della sua esperienza personale di vita, sia come calciatore, sia come persona, di come fosse difficile dire no a certe tentazioni e di come cercasse in ogni circostanza, positiva o negativa che fosse, di dare tutto se stesso.
L'inizio è stato molto buono, chiamato dalla dirigenza del Blackpool FC, ha esordito molto giovane da professionista a Bloomfield Road e ha giocato più di 100 presenze tra le file dei Seasiders.
Ed è proprio a fine dell'esperienza col Blackpool che Clarke colleziona ben 3 presenze con la nazionale inglese under 21, come lo stesso autore afferma, è stata un'immensa soddisfazione sapere di far parte dei migliori difensori centrale di quell'età nel proprio paese, proprio come Wes Brown e John Terry.
Arriva poi il trasferimento al QPR, ovest Londra, Loftus Road. Dopo numerose partite da protagonista in First Division arriva l'avvenimento che sconvolge l'esistenza del calciatore: un bruttissimo infortunio patito contro il Fulham in un contrasto con Rufus Brevett che potrebbe porre fine alla sua carriera da professionista.
Qui iniziano poi i veri problemi: il non sentirsi più apprezzato, la sofferenza, la tristezza e il bere. Inizia la depressione e il tutto porta alla fine, a quella che Clarke definisce parola che inizia con la S.
Ma il sorriso che alla conferenza ha mostrato, tutto poteva fare immaginare, fuorchè la sua carriera e la sua vita potessero terminare a quel punto.
Infatti il bello della vita è proprio sapere che, come il libro che ha scritto, finito un capitolo, brutto o difficile che sia, ne inizia subito un altro, magari più bello, magari più importante, magari pure fondamentale.
Si riprende dall'infortunio e, dopo Leeds, Watford e Luton arriva la chiamata al Burnley nel 2007.
Divertentissimi i racconti sulla pazza squadra claret&blue, un gruppo coeso e compatto che ha fatto dello spogliatoio l'arma vincente: in un paio di stagioni è arrivata la Premier League!!
Una massima categoria conquistata, come racconta con un pizzico di orgoglio Clarke, con abbuffate di dolci nel tragitto verso gli stadi e con colazioni all'inglese nei prepartita con la squadra, non proprio quello che ti aspetteresti da dei professionisti!!:)
Si giunge infine al termine della carriera, con l'ultimo scontro ai Play-Offs con il Northampton affrontando il Bradford City...partita persa per 3-0 ma che non può considerarsi persa del tutto: con la fascia da capitano al braccio e con la famiglia a supportarti tutto diventa molto meno amaro, pure una sconfitta del genere.
Nella serata c'è pure stato ampio spazio per le domande di alcune persone dal pubblico: mi ha colpito sentire come tra Championship e Premier League ci fosse un vero e proprio abisso e come gli attaccanti più difficili da marcare per un difensore come Clarke fossero stati Didier Drogba (che guadagna falli senza essere toccato!!) e Robbie Keane ai tempi del Tottenham Hotspurs (quando giocando tra le linee di centrocampo e difesa ha fatto impazzire la retroguardia del Burnley).
Alla domanda che gli ha rivolto un signore se ci fosse la possibilità di vederlo nei panni di allenatore/manager, l'autore ha dato una risposta che ho condiviso appieno e cioè che questo mondo fatto di continui cambiamenti e pressioni non si adattava al suo modo di vedere il calcio, meglio godersi il tempo con la famiglia..e come dargli torto?
C'è infine stato spazio per scambiare due parole con Clarke il quale, firmandomi il libro, si è annotato il nome di questo blog su un biglietto da visita, davvero un gesto molto apprezzato dal sottoscritto e presumo anche dagli altri lettori dei miei post!!
Ancora adesso penso alle parole della conferenza e rifletto come dietro un giocatore che da fuori vediamo come un idolo inarrivabile, in realtà dietro si possa nascondere una persona che affronta grossissime difficoltà della vita.
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