Sono venuto a conoscenza di questa esposizione quasi per caso e grazie al mio amico Niccolò così, lo scorso 30 Dicembre son stato con Chiara in centro a Padova per poter vedere da vicino i tanti cimeli legati a questo storico campione.
Innanzitutto l'esposizione è in ordine cronologico, tanto è vero che si inizia con la gioventù di Paolo, con le sue pagelle di scuola, con i suoi primi scarpini e, soprattutto, con il suo primo pallone - ovviamente in cuoio marrone come da tradizione anni '60!
I primi importanti passi con una squadra di club Paolo li compie con la maglia giallorossa a strisce verticali della Cattolica Virtus, in provincia di Firenze, a seguito di esperienze con società della provincia di Prato.
Le buone prestazioni gli valgono la chiamata della Juventus che, dopo qualche apparizione in prima squadra, lo gira prima al Como, quindi al Lanerossi Vicenza, esperienza che segnerà la vera e propria esplosione dell'allora ala toscana classe '56.
A mio avviso il contratto del Vicenza è qualcosa di incredibilmente interessante da vedere in una mostra simile.
Per non parlare della maglia in lanetta biancorossa con R ricamata sul petto, un pezzo che fa volare la fantasia a quegli strepitosi anni '70 dove i Lanerossi erano veramente una delle formazioni più attrezzate e ostiche da affrontare.
Diventa Pablito nel 1978, proprio in occasione dei Mondiali di Argentina 1978 quando riesce a mettere a segno ben 3 reti e contribuendo al 4o posto finale della nostra Nazionale.
A questo proposito mi è piaciuta tantissimo la teca dedicata a questa esperienza, contenente un cappellino blu con il logo del Mondiale, un poster con gli 11 di Argentina '78, dei giornali, la medaglia e una mascotte di un coniglio davvero simpaticissima..
La tuta e la t-shirt Adidas di Argentina '78 sono qualcosa di fantastico, il flock di quegli anni è senz'altro qualcosa di estremamente tipico e che caratterizza molto questi indumenti!
Ma è senz'altro il Mondiale 1982 in Spagna ad essere rimasto, più di tutti, impresso nel cuore degli italiani, visto che la Nazionale è riuscita a conquistarlo sotto la magistrale guida di Enzo Bearzot ai danni dell'ottima Germania di quegli anni.
E a proposito di Bearzot, a far bella mostra di se c'era proprio la sua giacca iconica di quel mondiale, bianca a righine sottili azzurre e con il logo FIGC cucito sul taschino.
Anche la giacca della tuta bianca e dettagli blu dell'Italia utilizzata dai calciatori e griffata Le Coq Sportif l'ho trovata davvero bella ed interessante: era la prima volta che riuscivo a vederla così da vicino!
Su un manichino c'era anche l'intero completo della Nazionale di Calcio Campione del Mondo appartenuto Pablito Rossi, iconico il suo n. 20 e quel colletto simil-polo che rendeva così unica quella divisa.
In una teca era esposto il biglietto della finale disputata a Madrid e, come sfondo, c'era una foto dei due capitani: Zoff per l'Italia e Rumenigge per la Germania.
Da quel momento della mostra, in poi, c'erano esposte moltissime maglie di campioni del presente (come Messi, Neymar, Ibrahimovic, ecc..) e del passato (J. Zanetti, Zoff, Totti, Baresi e molti altri).
Mi son soffermato per forza di cose sulla divisa grigia di Zoff, portiere capitano della spedizione di Spagna '82 che ha condiviso moltissimo con Pablito Rossi.
In quel magico 1982 Rossi è riuscito anche a vincere il Pallone d'Oro, a dimostrazione che i 6 goal durante la competizione iridata sono valsi anche più del titolo stesso.
Son stato felicissimo di visitare questa mostra, mi ha aiutato ad approfondire molto la figura di Pablito Rossi, un eroe mondiale ma soprattutto una bellissima persona.
A Bergamo, qualche giorno prima, ho acquistato grazie al regalo di Natale di mio nonno, il libro "1982 Il Mio Mitico Mondiale", un libro curato dalla moglie di Paolo, Federica Cappelletti, che non vedo davvero l'ora di leggere!
A mio avviso è un privilegio poter studiare le storie dei grandi campioni del calcio attraverso mostre del genere, organizzate in maniera impeccabile e ricche di memorabilia uniche.
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