Torniamo ad un caldo pomeriggio di giugno nel 1994, tutta l'attenzione di migliaia di tifosi scatenati è su un rettangolo verde di Cremona dove due squadre si stanno contendendo una posta molto alta, la promozione in Serie A.
Il match è in equilibrio, 1-1, azioni da una parte, contropiede dall'altra.
Sono 32 anni che il Padova, per l'occasione in maglia rossa, non approda nel massimo campionato italiano, il Cesena d'altro canto non vuole passare da vittima sacrificale e vuole accontentare quella massa bianconera di romagnoli che li ha seguiti fino al capoluogo lombardo.
E' il 69' minuto della gara e Maurizio Coppola, numero 4 biancoscudato, scambia il pallone, vede da molto distante i pali della porta cesenate, un colpo di destro ed il pallone è scagliato verso la rete. Il portiere Biato non se lo aspetta ma si tuffa in un disperato intervento, inutile.
Appena riapre gli occhi il pallone è in goal e Coppola sta correndo come un pazzo per tutto il campo verso la curva padovana, conscio di averla fatta grossa: sarà la rete che di fatto regalerà al Calcio Padova la Serie A, un goal che resterà nella mente e nel cuore di tutti i tifosi biancoscudati, quelli che come me non hanno avuto il piacere di poter vedere la partita possono vivere di epici racconti e grandi video su YouTube con il commento unico di Gildo Fattori, voce storica di fede patavina.
Ho avuto occasione di intervistare il decisivo centrocampista romano che, con molta disponibilità, ha risposto a tutte le domande che gli ho posto.
Ma prima ecco una foto che lui stesso ha condiviso di quel pomeriggio favoloso di Cremona.
1) Come è nata la tua passione per il calcio e quando hai pensato che sarebbe potuto diventare il tuo lavoro?
Sinceramente era iniziato come gioco, infatti se vedi la mia carriera ho fatto tutte le categorie dalla 1a Categoria alla Serie A.
Ho pensato che sarebbe potuto diventare il mio lavoro quando ho vinto il campionato di Serie D e mi sono affacciato al professionismo: li ho detto "Vabbè, proviamoci!"
2) Chi erano i tuoi campioni da ragazzo e a chi ti ispiravi?
Essendo tifoso della Roma i miei campioni a quei tempi erano i Bruno Conti, i Di Bartolomei, Ancelotti, quelli che insomma vedevo come idoli da ragazzino. Anche Pruzzo: vedi, essendo di Roma ti ispiravi molto ai giocatori della squadra e della città di cui eri tifoso.
3) Qual'è stata la partita che non potrai mai dimenticare?
Diciamo che è facile dire qual'è la partita più importante, però ne voglio comunque mettere due perchè nella carriera calcistica ci sono tante partite importanti però due nella mia sono quelle fondamentali: l'esordio in Serie A che ho fatto con il Cagliari all'Olimpico contro la Roma e soprattutto la partita di Cremona. Quella di Cremona mi ha fatto rimanere nella storia della società Calcio Padova, la ricordo sempre con piacere, quando rivedo quelle immagini mi emoziono, vedere la gioia di una città e del popolo padovano è stata una gioia indescrivibile! Non la potrò mai dimenticare, essere apprezzato ancora quando vengo su a Padova mi riempie di gioia e di orgoglio.
4) Quale aspetto della vita del calciatore ti manca di più e quale invece ne fai volentieri a meno?
Quello che mi manca del calciatore è un pò tutto, diciamo lo spogliatoio così come la preparazione la domenica, la partita, il ritiro, lo stare insieme: una volta nei ritiri non c'erano i telefonini, si giocava a carte, si collaborava, si pensava alla partita del giorno dopo. Adesso è tutto diverso, i calciatori si chiudono nelle camere e stanno per i fatti loro. Quello che mi manca di meno direi niente, il calcio mi manca anche se mi occupo ancora di questo settore con una scuola calcio a Roma che gestisco. Faccio l'allenatore della rappresentativa del girone G della Serie D, quindi sono ancora nel mondo del calcio. Ho fatto anche l'allenatore fino alla Serie D, forse l'unica cosa che non mi manca è il fatto che per fare l'allenatore devi tra virgolette "portare lo sponsor", quelli bravi purtroppo non allenano più se non hai qualcosa di importante dietro.
5) Qual'è la maglia più bella che hai indossato e quella a cui sei più legato?
La maglia più bella è quella di dove son stato più anni cioè quella del Padova. Per me, come tifoso, dopo la Roma viene il Padova. Anzi, diciamo anche allo stesso livello! Quando il Padova tornerà in Serie A sarò tifoso proprio del Padova, questo è sicuro. Sono legato a questa maglia e alla maglietta che ci ha portato in Serie A. Perciò solo e sempre Forza Padova!!
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