domenica 26 maggio 2024

Serata con 3 Biancoscudati

Il Calcio Padova ha appena finito un'altra regular season, quella 2023/'24, al secondo posto nel campionato di Serie C e sta per apprestarsi a giocarsi i playoff di categoria per provare ad accedere alla cadetteria.
Non sono riuscito ad andare a vedere i biancoscudati allo stadio quest'anno, tuttavia ho sempre seguito le partite ed i risultati della squadra prima allenata da Mr Torrente, quindi da Mr Oddo.
Lo scorso mercoledì 15 maggio, il Macron Store di Padova, ha organizzato un evento veramente interessante, invitando in negozio ben 3 protagonisti del Calcio Padova.


Purtroppo la serata molto piovosa e l'orario in sovrapposizione a quello lavorativo hanno fatto si che non si registrasse un pienone di presenze, tuttavia meglio così, in quanto ho avuto modo di conoscere meglio i protagonisti.
Uscito da lavoro giusto una decina di minuti prima, sono immediatamente arrivato allo store riuscendo a parcheggiare proprio di fronte all'entrata: appena sono entrato, ho subito incontrato Pietro Fusi!
Classe '98 di Segrate (MI), arriva alla città del Santo nell'estate 2023 direttamente dal Sangiuliano City, una squadra meneghina che lo scorso anno è riuscita ad approdare in Serie C e nella quale Fusi è stato decisamente protagonista.
Grande appassionato di basket e tifoso della squadra NBA Oklahoma City Thunder, quest'anno si è ritagliato un notevole spazio tra i titolari biancoscudati, mettendo a segno anche 3 reti tra campionato e Coppa Italia di C.
E' stato molto disponibile a farmi l'autografo, mentre si intratteneva con dei ragazzini!
Dopo di che ho incontrato Alessandro Zanellati, nato a Moncalieri (TO) nel 1999, di professione portiere.
Quest'anno ha disputato fino ad ora ben 12 partite da secondo di Antonio Donnarumma, dimostrando grande sicurezza tra i pali.
Mi ha detto che c'è molto da imparare dal collega ex Milan, che sicuramente uno dei suoi idoli è Joe Hart, suo compagno di squadra ai tempi della sua esperienza al Torino, nella quale ha aiutato l'estremo difensore inglese ad inserirsi e a dialogare in italiano.
Mi ha confidato che come a Padova con lo Stadio Appiani, anche a Torino lo Stadio Filadelfia è rimasto nel cuore dei tanti appassionati granata e, come nella città piemontese, in questa piazza si vive il calcio in maniera unica e importantissima.
Dice che bisogna riuscire assolutamente a vincere i playoff e sicuramente è qualcosa che si augurano tutti i tifosi patavini che, da molti anni, non vedono la propria squadra lottare per qualcosa di veramente importante.
Chiaramente sta benissimo qui nella città del Santo, pur mancandogli un pò Torino, luogo in cui tutti i calciatori che conosce (Buongiorno, suo ex compagno al Toro Primavera, incluso) si trovano veramente benissimo.
Anche Alessandro mi ha firmato la cartolina che mi ero stampato per l'occasione.
Ultimo in ordine di apparizione è stato Carlo Faedo, difensore del Calcio Padova, annata 1999 e proveniente da Soave (VR). L'ho incontrato prima di uscire dal negozio e assieme abbiamo fatto anche un selfie, oltre a firmarmi anche lui il foglietto che avevo a disposizione.
Faedo è stato acquistato dal Padova nell'ultimo mercato di riparazione a gennaio, prelevandolo dalla Virtus Verona, squadra nella quale era titolare inamovibile! Ha un ottimo fiuto del goal per essere un difensore e sicuramente il carattere tranquillo e la grande professionalità lo aiuteranno a raggiungere importanti traguardi.
Dopo aver salutato i ragazzi del Calcio Padova e lo staff molto disponibile del Macron Store, sono tornato a casa veramente molto felice.
Sono un grande fan di questo tipo di eventi che aiutano i tifosi ad avvicinarsi molto alla squadra e viceversa.
Auguro al Calcio Padova di poter tornare presto nelle categorie che più gli dovrebbero competere, Forza Biancoscudati!

domenica 19 maggio 2024

La seconda stella

Sarà bello, ma sarà anche strano all'inizio, intendo l'abituarsi a vedere, su quel logo nerazzurro, capeggiare due stelle, invece di una, centrale.
Che sarebbe stato uno scudetto speciale, diverso dagli altri, lo si sentiva, lo si percepiva da quando Conte, nel 2021, ci aveva portato a vincere il diciannovesimo tricolore della storia dell'Inter - e da li, di fatto, è iniziata l'attesa e la speranza di arrivare al conto tondo, che avrebbe significato cucire una seconda stella sopra lo stemma nerazzurro, quello dei colori del cielo e della notte.
Lo scorso lunedì 22 aprile, grazie alla vittoria nel derby meneghino per 2 reti ad 1, l'Inter si è laureata campione d'Italia: la Gazzetta, il giorno seguente, quando ancora fresca di stampa la sono andata a recuperare in edicola nel mio paese, recitava "Inter alle stelle".


Simone Inzaghi, allenatore piacentino dell'Inter dal 2021, è lui l'artefice della squadra che ha il gioco più bello che ci sia, più innovativo che si possa trovare.
Marotta invece è la persona che l'ha composta, questa rosa di campioni.
Poi ci sono tutti i protagonisti, i calciatori, che, partita dopo partita, vittoria dopo vittoria, sono riusciti a guadagnarsi un posto in un bus scoperto, una giornata di aprile, che navigava in un mare di folla blu e nera: che poi alla fine è anche una metafora per dire che si sono ritagliati tutti uno spazio nel cuore di ciascun tifoso interista.
Troppo belli i goal di Capitan Lautaro Martinez, troppo bella quell'intesa e quei due goal nei Derby di Tikus Thuram; i recuperi di Barella? Eccezionali dai, e poi il centrocampista cagliaritano quest'anno era dappertutto.
Chi sa calciare i rigori meglio di Calhanoglu? Ah, non chiedetemelo, con la stoccata contro il Torino, non saprei proprio rispondere.
Difesa assurda eh! Sommer ha più volte fatto lo spettatore non pagante, ha anche fatto qualche volo felino comunque! Beh, grazie - li davanti c'erano Pavard l'interista, Ace o De Vrij, insormontabili - e poi c'era pure Bastoni, il difensore meno difensore e più assistman che esista! Quante soddisfazioni mi ha tolto Ale con il 95 sulle spalle.
E comunque capitava che in questa stagione dovessimo soffrire, mica eravamo una squadra di automi! A quel punto però bastava avere Darmian la a destra, che tanto la diagonale l'ha fatta sempre benissimo e in difesa dava un contributo mostruoso. E quando capita segna pure, mettiamolo sempre Darmian..
C'è stato bisogno di tanta intelligenza tattica per vincere il ventesimo, ecco perchè Mkhitaryan non ha mai lasciato il campo, anche quando trattorino Frattesi scalpitava: fortuna che comunque il ragazzo di Roma aveva una grinta da spaccare i muri con la testa per l'Inter, così ci ha anche risolto partite difficili, come quella con il Verona.
Dimash dove lo lasciamo? Stellare il ragazzo nato e cresciuto a Milano, sotto la Madonnina! Ma che golazo ha fatto contro il Frosinone a San Siro? L'ha fatto brutto anche ad Empoli, ora che ricordo!
E comunque bisognerebbe nominarli tutti, da Carlos Augusto ad Asslani, da Sanchez ad Arnautovic, da Cuadrado a bisteccone Bisseck, quindi Dumfries, Klaassen, Sensi, Buchanan, Audero, Di Gennaro, Stabile e Akinsanmiro.
Io quest'anno le ho viste praticamente tutte le partite, dal divano di casa, ho solo visto a San Siro la primissima di campionato, contro il Monza, quando Lauti con una doppietta ha steso letteralmente i brianzoli.
Il giorno successivo alla vittoria dello scudetto, Chiara mi ha regalato la sciarpa dell'Inter celebrativa di questo ventesimo trionfo della Serie A, con il simbolo con le due stelle li in mezzo, veramente speciale.


Si tratta della sciarpa double-face in lana che hanno utilizzato i calciatori nerazzurri per festeggiare, terminata proprio la partita contro il Milan. Capitan Lautaro da Bahia Blanca l'ha sventolata mentre era a calvalcioni sulla traversa della porta proprio sotto alla Curva Nord di Milano - che splendido cimelio da avere in collezione!
Dopo di che, grazie a mia sorella, ho recuperato anche il libro edito sempre dalla Gazzetta dello Sport "Estasi Nerazzurra", ovvero una raccolta di foto e tabellini che racconta per filo e per segno il percorso travolgente che ha portato Inzaghi e Co., alla conquista del tricolore della seconda stella.


E' stata un'annata incredibile, soddisfacente, unica, un campionato da Inter, un'avventura Interstellare.

domenica 12 maggio 2024

Noi non supereremo mai questa fase!

"Ti andrebbe di fare qualcosa di diverso questo pomeriggio?" 
"Tipo cosa?" 
"Magari si potrebbe mangiare con Jane e i bambini o magari portarli, non so, allo zoo, a un cinema da qualche parte" 
"Non stai dicendo al posto della partita vero?" 
"Senti...mica dobbiamo andare a vedere la partita tutte le volte che vengo a Londra, ti pare? Pensavo l'avessimo superata questa fase" 
"Noi non supereremo mai questa fase"

Eccola qui, la mia scena preferita del film (e libro) di Nick Hornby, Febbre a 90 - Fever Pitch per i più anglofoni.
Io questo libro l'ho amato e questo tratto riprende chiaramente ciò che è per me il calcio!
L'intera trama di Hornby si svolge attorno all'Arsenal FC e al suo stadio dell'epoca, Highbury: finchè ero ragazzino ero oltremodo innamorato di questo impianto, ricordo chiaramente il film di Paolo Villaggio "Io no spik Inghish" dove, assieme ai giovanissimi compagni di corso, devia la gita turistica a Londra in questo stadio per vedersi la semifinale di Coppa delle Coppe Arsenal - Sampdoria.
E ricordo benissimo anche un Arsenal - Inter ad inizio della stagione 2003/'04 quando i nerazzurri riuscirono a vincere ben 3-0 in quel fortino, disputando una gara praticamente perfetta.
Insomma, per me Highbury, la casa dei Gunners, è sempre stato un luogo incredibile, ricchissimo di aneddoti e storie e di partite mozzafiato: ho sempre simpatizzato infatti per la squadra che vi ci gioca in particolar modo per il loro stadio.
Prima di partire per Londra, un paio di giorni prima di prendere l'aereo, sono andato in cerca in internet se ci fosse ancora qualcosa del vecchio stadio dell'Arsenal, mi sarebbe piaciuto molto farci visita, ben conscio che ora, i match dei biancorossi vengono disputati nel nuovissimo ed attrezzatissimo Emirates Stadium.
La risposta è che non solo esistono ancora tutte e 4 le tribune di Highbury, bensì lo stadio è stato riqualificato in una sorta di mini quartiere e, quelle che prima erano appunto le parti strutturali dello stadio, oggi sono degli appartamenti.
Assieme a Chiara ci siamo recati quindi in questo luogo intrappolato nel tempo, siamo scesi alla fermata della Tube chiamata "Arsenal" e, letteralmente a due passi, ci siamo trovati di fronte alla West Stand: se non fosse per la quiete che caratterizza il quartiere in questione, si penserebbe di ritrovarsi negli anni '90 o primi 2000 di fronte allo stadio di Bergkamp, Pires, Henry, Vieira, Fabregas, Seaman e molti altri, prima di un match decisivo di Premier League.


Splendida la scritta "Arsenal Football Club" ed altrettanto bello è il cannone tipico della squadra di North London!
Sotto la pioggia scrosciante abbiamo trovato poi un pertugio per accedere alla "Highbury Stadium Square", praticamente ci siamo ritrovati nell'ex campo da calcio, dove era possibile vedere gli appartamenti e tutto il giardino interno. Incredibile la modernità di questi immobili e come siano riusciti ad integrare così bene delle case nelle vecchie stand dello stadio.


Siamo usciti poi nella strada che da nella East Stand, quella che più di tutti porta i segni del vecchio Highbury: la scritta "Arsenal Stadium" è ancora imponente, rossa sulla pittura bianca delle facciate dell'impianto, poi il logo anni '30 e '40 del cannone è unico e sta sopra l'ingresso principale.


Highbury è stato utilizzato dai Gunners dal 1913 al 2006, ricordo come fosse ieri quando il club lo ha lasciato per seguire una struttura moderna, tuttavia lasciando un grandissimo pezzo della sua storia alle spalle.
Sono però molto felice di constatare che non sia stato totalmente demolito, anzi, vedere ancora intatte ed in ottimo stato le facciate principali di questo pezzo di storia, mi ha veramente fatto tornare indietro negli anni.
Per il nostro secondo anniversario di matrimonio, Chiara mi ha anche regalato la polo dell'Arsenal FC color "ribes rosso", con l'iconico cannone della squadra di calcio nord-londinese ricamato sul cuore.


Vedere Highbury mi ha fatto emozionare e tornare a simpatizzare per questa storica squadra inglese!

domenica 5 maggio 2024

I collezionisti del Braglia

Prima tappa che io e Chiara abbiamo fatto in terra emiliana è stata la visita allo Stadio "Alberto Braglia" di Modena, un impianto decisamente storico, inaugurato addirittura nel 1938!
Raggiungere lo stadio è molto semplice, è a due passi sia dall'autostrada che dal centro cittadino così diventa molto pratico parcheggiare nell'ampio piazzale che sta li di fronte in Viale Kosica e vedere sia la casa dei "canarini", così come sono chiamati i calciatori della squadra del posto, che raggiungere le splendide vie che circondano il Duomo.
Da fuori lo il "Braglia" è tipicamente un impianto sportivo italiano, ci sono diversi ingressi e ciascuno è corredato di immancabile tornello.


Il pomeriggio precedente ho letto dal sito del Modena FC che la mattina della nostra visita ci sarebbe stata un'esposizione/mercatino di collezionisti proprio nella pancia dello stadio così, ne abbiamo approfittato e, partendo presto la mattina, siamo arrivati che l'evento era giusto appena iniziato.
Siamo entrati in una lounge dello stadio, accolti da un fantastico stemma del Modena Calcio realizzato in piastrelle.


Da li si accedeva in una stanza letteralmente stipata di gadget, maglie, spille, figurine, biglietti, programmi e chi più ne ha più ne metta, tutti portati da collezionisti di materiale calcistico, un vero piacere per gli occhi per gente che, come me, impazzisce per questo splendido sport.


Ho acquistato con un'offerta libera un libretto di una mostra sul calcio del 2008 ad Anzola dell'Emilia, sembrava ben fatto e ricco di belle foto storiche, quelle in bianco e nero che tanto mi piacciono.


Quindi ho acquistato diverse spille, li ce n'erano moltissime e a prezzi decisamente competitivi se paragonati a quelli dei comuni mercatini.
Ho acquistato innanzitutto quella di Striker, il cagnolino mascotte dei mondiali di calcio USA '94, quindi Ciao, la mascotte dei mondiali di Italia '90 ancora confezionato nel packaging originale, ed infine una del logo dell'Inter con il piedino, risalente agli anni '60.


Infine Chiara mi ha regalato un bellissimo gagliardetto del Modena Football Club gialloblu di media grandezza, è veramente bellissimo e riporta il logo utilizzato dalla squadra emiliana fino ad un paio di stagioni fa, di fatto anche quello che hanno indossato i canarini durante gli anni della Serie A durante i primi anni del 2000!


In questa stanza lounge del club gialloblu si accedeva praticamente alla tribuna centrale dello stadio: in questo modo siamo riusciti a vedere il campo da calcio e tutte le tribune che compongono questa importantissima struttura.


Incredibile pensare a quanti campioni hanno calcato questa erba, io ricordo con immenso piacere Ballotta, Mayer, Milanetto, Fabbrini, Kamara, Ponzo, Campedelli, Balestri e tutti gli altri che hanno riportato Modena a competere contro le grandi della Serie A! Fino ad arrivare, più recentemente, a Paulo Azzi, un esterno brasiliano che ho tanto apprezzato durante la sua permanenza in Emilia, sponda gialloblu.
Terminata questa un pò improvvisata visita allo Stadio Braglia, ci siamo diretti in centro a fare il tour all'Acetaia Modenese e a mangiarci una tigella per pranzo, proprio come vuole la tradizione!