Non è necessario essere tifosi cagliaritani per innamorarsi di questo campione immenso, un calciatore che a distanza di decenni rimane ancora il più prolifico bomber della nazionale italiana.
Uno che ha perfino portato lo Scudetto in Sardegna, nel 1970 - cose che al giorno d'oggi sarebbero difficilmente simulabili anche giocando con una console.
Numero 11 di pannolenci cucito sulle spalle, la maglia bianca con dettagli rossoblu che sfreccia sulla fascia sinistra dello Stadio Amsicora di Cagliari, gli spalti pieni in ogni settore: questa è la cartolina che, dopo aver visto una serie innumerevole di documentari e video d'epoca su quel Cagliari allenato da Scopigno, mi porto dentro.
Non ho mai avuto l'occasione di vedere Rombo di Tuono giocare dal vivo, eppure mio papà deve avermi trasmesso geneticamente l'amore per Gigi Riva, un attaccante che ho sempre considerato il top che la nostra Serie A potesse offrire.
Un sogno che ho sempre avuto era quello di poter incontrare Gigi da Leggiuno, magari ad un evento nel quale raccontasse tanti aneddoti della sua carriera a cavallo tra gli anni '60 e '70: un sogno che non si realizzerà mai ma che, tutto sommato, se vai a Cagliari, riesci ad esaudire grazie a tutta quell'eredità che Riva ha lasciato nel cuore del popolo sardo e non solo.
Proprio ad inizio di questo 2024, mia sorella ha realizzato per il mio orsacchiotto storico e tifoso cagliaritano, la maglia di Gigi Riva, bianca appunto, con il distintivo colletto rossoblu abbellito del laccetto d'ordinanza. Quattro mori sul petto e immancabile 11 di colore nero.
Numero 11 di pannolenci cucito sulle spalle, la maglia bianca con dettagli rossoblu che sfreccia sulla fascia sinistra dello Stadio Amsicora di Cagliari, gli spalti pieni in ogni settore: questa è la cartolina che, dopo aver visto una serie innumerevole di documentari e video d'epoca su quel Cagliari allenato da Scopigno, mi porto dentro.
Non ho mai avuto l'occasione di vedere Rombo di Tuono giocare dal vivo, eppure mio papà deve avermi trasmesso geneticamente l'amore per Gigi Riva, un attaccante che ho sempre considerato il top che la nostra Serie A potesse offrire.
Un sogno che ho sempre avuto era quello di poter incontrare Gigi da Leggiuno, magari ad un evento nel quale raccontasse tanti aneddoti della sua carriera a cavallo tra gli anni '60 e '70: un sogno che non si realizzerà mai ma che, tutto sommato, se vai a Cagliari, riesci ad esaudire grazie a tutta quell'eredità che Riva ha lasciato nel cuore del popolo sardo e non solo.
Proprio ad inizio di questo 2024, mia sorella ha realizzato per il mio orsacchiotto storico e tifoso cagliaritano, la maglia di Gigi Riva, bianca appunto, con il distintivo colletto rossoblu abbellito del laccetto d'ordinanza. Quattro mori sul petto e immancabile 11 di colore nero.
Con mia sorella avremmo tanto voluto inviare la foto del mio orsetto vestito della sua divisa, per il momento affidiamo alla pagina del mio blog questo compito - in ogni caso il pensiero di questo super campione, mitico per me, resterà sempre vivo. Perchè, a mio avviso, Rombo è solo diventato leggenda, c'è e sempre ci sarà!
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