Una delle prime cose che mi è venuta in mente programmando il viaggio a Lisbona è stata indubbiamente la visita ad uno degli stadi che da sempre mi ha incuriosito e ispirato, quello del SL Benfica.
Teatro di mille sfide, l'Estadio da Luz (o Stadium of Light che dir si voglia), è stato per lungo tempo il secondo stadio più grande del mondo, dietro soltanto al brasiliano Maracana!
Regolamenti UEFA ne hanno ridotto la capacità, è stato raso al suolo e ricostruito daccapo, fino a presentarsi come si vede oggi: 5 stelle UEFA, tante quante bastano per ospitare la finale di Champions League.
Nel 2014 infatti questo impianto ha ospitato Real Madrid - Atletico Madrid valevole per l'ultimo atto della maggiore competizione europea!!
Nel giorno prefissato abbiamo preso la linea della metro azzurra fino alla fermata Alto dos Moinhos, di fatto la più vicina alla casa del Benfica.
Quest'ultima si raggiunge dopo una breve camminata che permette di intravedere qualche scorcio della struttura, rigorosamente di colore rosso.
Appena arrivati abbiamo fatto i biglietti per tour e museo proprio dentro il Megastore ufficiale dei lusitani che fa parte di un piccolo centro commerciale adiacente allo stadio.
D'obbligo la visita alla statua di Eusebio, il più grande della storia di questo club.
Con la Lisbona Card si hanno notevoli agevolazioni anche per questo genere di esperienze.
Entrati al gate 18 ci siamo ritrovati la statua di Bela Guttmann, allenatore dei biancorossi in uno dei periodi di maggior splendore del club e anche autore della maledizione che a suo dire dovrebbe proibire alla squadra di vincere in Europa per 100 anni!!
Abbiamo aspettato davvero poco tempo prima che Bruno, la nostra guida, venisse a presentarsi al gruppo che doveva intraprendere il tour.
Innanzi tutto abbiamo visto un paio di plastici che ricostruivano il complesso di stadio ed edifici limitrofi, oltre alle strutture per l'allenamento dalle giovanili, al di là del fiume Tago, un pò distante da Lisbona.
Da qui siamo passati alle tribune, caratterizzate da seggiolini rigorosamente rossi (ad eccezione del bianco delle pubblicità) e pulizia fuori dal comune per uno stadio.
Il giretto tra i seggiolini è stato da preludio alla visita dello spogliatoio. A dire il vero è possibile visitare solamente lo spogliatoio degli ospiti, quello di casa è stato utilizzato solo da tre squadre nel corso della storia: SL Benfica, la nazionale del Portogallo ed il Real Madrid durante la famosa finale di Champions!
In ogni caso lo spogliatoio away pur essendo decisamente più piccolo, ha tutte le facilities di cui necessitano i calciatori prima, durante e dopo il match!
Le maglie dei giocatori del Benfica erano tutte esposte, ad attirare la mia attenzione sono state quelle dei portieri Svilar e Julio Cesar, oltre ovviamente a quelle di Pizzi e Luisão.
Le docce erano molto spaziose, come del resto i bagni.
Da qui si passa inevitabilmente al campo: che emozione toccare quel manto erboso mitico!!
Il tunnel introduce quel campo mistico, le tribune si alzano davanti e viene da pensare a che favola debba essere trovarsi davanti a decine di migliaia di tifosi pronti a sostenere i propri colori!
Teatro di mille sfide, l'Estadio da Luz (o Stadium of Light che dir si voglia), è stato per lungo tempo il secondo stadio più grande del mondo, dietro soltanto al brasiliano Maracana!
Regolamenti UEFA ne hanno ridotto la capacità, è stato raso al suolo e ricostruito daccapo, fino a presentarsi come si vede oggi: 5 stelle UEFA, tante quante bastano per ospitare la finale di Champions League.
Nel 2014 infatti questo impianto ha ospitato Real Madrid - Atletico Madrid valevole per l'ultimo atto della maggiore competizione europea!!
Nel giorno prefissato abbiamo preso la linea della metro azzurra fino alla fermata Alto dos Moinhos, di fatto la più vicina alla casa del Benfica.
Quest'ultima si raggiunge dopo una breve camminata che permette di intravedere qualche scorcio della struttura, rigorosamente di colore rosso.
Appena arrivati abbiamo fatto i biglietti per tour e museo proprio dentro il Megastore ufficiale dei lusitani che fa parte di un piccolo centro commerciale adiacente allo stadio.
D'obbligo la visita alla statua di Eusebio, il più grande della storia di questo club.
Con la Lisbona Card si hanno notevoli agevolazioni anche per questo genere di esperienze.
Entrati al gate 18 ci siamo ritrovati la statua di Bela Guttmann, allenatore dei biancorossi in uno dei periodi di maggior splendore del club e anche autore della maledizione che a suo dire dovrebbe proibire alla squadra di vincere in Europa per 100 anni!!
Abbiamo aspettato davvero poco tempo prima che Bruno, la nostra guida, venisse a presentarsi al gruppo che doveva intraprendere il tour.
Innanzi tutto abbiamo visto un paio di plastici che ricostruivano il complesso di stadio ed edifici limitrofi, oltre alle strutture per l'allenamento dalle giovanili, al di là del fiume Tago, un pò distante da Lisbona.
Da qui siamo passati alle tribune, caratterizzate da seggiolini rigorosamente rossi (ad eccezione del bianco delle pubblicità) e pulizia fuori dal comune per uno stadio.
Il giretto tra i seggiolini è stato da preludio alla visita dello spogliatoio. A dire il vero è possibile visitare solamente lo spogliatoio degli ospiti, quello di casa è stato utilizzato solo da tre squadre nel corso della storia: SL Benfica, la nazionale del Portogallo ed il Real Madrid durante la famosa finale di Champions!
In ogni caso lo spogliatoio away pur essendo decisamente più piccolo, ha tutte le facilities di cui necessitano i calciatori prima, durante e dopo il match!
Le maglie dei giocatori del Benfica erano tutte esposte, ad attirare la mia attenzione sono state quelle dei portieri Svilar e Julio Cesar, oltre ovviamente a quelle di Pizzi e Luisão.
Le docce erano molto spaziose, come del resto i bagni.
Da qui si passa inevitabilmente al campo: che emozione toccare quel manto erboso mitico!!
Il tunnel introduce quel campo mistico, le tribune si alzano davanti e viene da pensare a che favola debba essere trovarsi davanti a decine di migliaia di tifosi pronti a sostenere i propri colori!
Abbiamo avuto tempo di scattare qualche foto, prima di dirigerci verso le aquile, simbolo del Benfica e della sua tradizione assolutamente vincente.
Questi 3 rapaci si chiamano Gloria, Vitoria e Luz, ma solo la seconda prima delle partite fa un volo fino al centro del campo per poi atterrare proprio di fianco all'entrata del tunnel dei giocatori. Mentre le altre due svolgono diverse attività presso il club, tutte comunque legate ai tifosi che trattano come vere e proprie celebrità queste aquile reali provenienti dagli Stati Uniti!!
Molto bella anche la sala stampa, ovviamente Bruno si è fermato per permettere a tutti di far la foto con il logo delle aquile.
Molto bella anche la sala stampa, ovviamente Bruno si è fermato per permettere a tutti di far la foto con il logo delle aquile.
Il tour di li a poco si è concluso ma ci restava da vedere tutto il museo, oltre al megastore!
Il museo Cosme Damiao è veramente molto grande e si sviluppa su 3 piani: al piano terra è impressionante vedere la mole di trofei che son stati portati a casa dai lusitani, in particolare spiccano le 2 Coppe dei Campioni (vinte nel 1961 e 1962), decisamente i maggiori trofei che la compagine di Lisbona sia mai riuscita a portare a casa!!
Siamo riusciti anche a vedere un video su un ascensore dove venivano proiettati un pò tutti gli aspetti del tifo benfiquista, ovvero l'attesa per il match, i cori, le esultanze, le gioie e quant'altro possa comportare una partita di calcio di questa squadra storica.
Molti sono i cimeli degni di nota, penso sia stato uno tra i musei più belli e completi che abbia mai visto.
C'era uno spazio dedicato al Grande Torino (è proprio al ritorno da un'amichevole al Da Luz che la compagine granata è stata spezzata dalla collina di Superga), è pure un gagliardetto degli anni '60 del Real Madrid cucito a mano, una cosa meravigliosa!!
La cosa che mi ha senza dubbio colpito di più è stata la divisa di Miklos Feher, giovane calciatore del Benfica che ha perso la vita durante una partita di Superliga. La maglia, in esposizione, è stata tagliata verticalmente a metà dai medici nel disperato tentativo di rianimare il ragazzo.
Ovviamente parte dell'esposizione è dedicata al più grande calciatore a vestire la maglia vermelha, ovvero Eusebio. Oltre alle scarpe d'oro c'è esposta la sua maglia, un qualcosa di magico, sia per bellezza che per importanza storica!
Mi è piaciuta anche un'altra maglia divisa a metà, questa volta per un motivo differente, ovvero perché contesa da due calciatori: non ricordo di preciso di chi fosse la divisa, comunque il giocatore, in imbarazzo per i due pretendenti, ha pensato bene di farla tagliare in due parti per non scontentare nessuno.
Nella parte finale del museo si possono anche tirare dei rigori ad un portiere virtuale, prima di terminare la visita.
Lo spazio è davvero enorme, maglie, gadget di ogni genere e memorabilia, non manca proprio niente tra gli scaffali dello store.
In quel clima di storia mi son lasciato prendere così ho deciso di acquistare la maglia nera da portiere di Josè Henrique, meglio conosciuto da queste parti con l'appellativo di Zè Gato, per le clamorose parate che ha compiuto con la divisa benfiquista a cavallo tra gli anni '60 e '70!
Chiara mi ha regalato il gagliardetto del SL Benfica, speciale perché di un materiale plastico, veramente particolare.
Uscendo sempre la mia ragazza mi ha preso la monetina dell'Estadio da Luz per ricordo di questa meravigliosa esperienza.
In sostanza abbiamo passato una mattina intera in questa speciale parte di Lisbona, la storia che sprigiona questo club è qualcosa di unico, mi auguro davvero che la maledizione di Guttmann possa terminare presto e che il SL Benfica possa tornare sul tetto dell'Europa che conta, lo meritano i famigerati "No Name Boys" ma anche tutti quei tifosi innamorati di questa maglia rossa.