Li ho vissuti alla grande al mio liceo, assieme a tanti amici che condividevano la mia grande passione, con alcuni dei quali sono stato anche compagno di squadra prima alla Piovese e poi alla Legnarese, due squadre della provincia di Padova.
Un recente messaggio di Ale, grande compagno di banco e di mille partite, che mi ha avvisato di aver incontrato Capitan Soriano del Bologna FC, mi ha ricordato di quanto in quegli anni la passione fosse galoppante.
Non c'erano i social, ma noi con Football Manager volavamo alla grande con la fantasia.
Per bluetooth ci inviavamo video di Ronaldinho, il nostro grande idolo, attaccante del Barcellona che di tanto in tanto vedevamo su canale 5 il mercoledì sera quando affrontava una squadra italiana.
E che spettacolo quando un sabato sono andato in centro a Padova, in Prato della Valle, ad acquistare ben 2 maglie del talento brasiliano che gestiva il 10 in Blaugrana.
Da allora con Ale facevamo educazione fisica con la camiseta del Barça, il pomeriggio invece con la casacca biancorossa della Piovese ci divertivamo ad oltranza.
Con altri amici interisti poi andavo al Meazza, indimenticabile quella volta che abbiamo assistito ad Inter Palermo 2-2 nella stagione 2006/'07, noi in terza superiore e l'Inter di Mancini era pronta a vincere un grandissimo Scudetto.
In quel caso io ho preso la maglia di Zanetti, mio amico Sam quella di Stankovic e la mia amica Stefania quella di Materazzi: che spettacolo il ritorno in pullman con l'Inter Club, tutti e 3 in maglia interista.
Erano anche gli anni dei campioni di provincia come Chevanton a Lecce, Hubner a Piacenza, Di Natale a Empoli e all'Udinese e tantissimi altri.
All'epoca (come ora) sono sempre stato invasato con calamite e miniature dei calciatori, quante me ne hanno prese mia mamma e i miei nonni.
Tra Figo dell'Inter, Dida e Gattuso del Milan, Fiore della Fiorentina, avevo una bella compagnia mentre studiavo nel mio letto in cameretta.
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